Arriva una bella doccia gelata per il Cuore Napoli Basket ed i suoi fan:
dal 22 maggio il palaBarbuto sarà impegnato per la Vesuvio Cup di Volley con Italia, Giappone ed Argentina a contendersi il trofeo amichevole in vista della World League. A distanza di 10 anni, quindi, torna la nazionale di pallavolo nel capoluogo partenopeo. Si, ma a che prezzo?

Sebbene si tratti solo di un turno di un’ eventuale semifinale e dei primi due di un’ eventuale finale,  resta comunque assurdo ed inconcepibile che la prima squadra di pallacanestro della città, la seconda come seguito nel panorama sportivo partenopeo, venga sfrattata dalla sua casa naturale quella ottenuta – ricordiamo  – a campionato già avviato tra mille peripezie e corse contro il tempo e divenuta – difatto –  il cuore pulsante di una squadra che ha finalmente ridato lustro alla pallaspicchi napoletana con la vittoria della Coppa Italia e del proprio girone con ben 2 turni d’anticipo. Sembra assurdo come il Comune di Napoli – che non oltre 10 giorni fa ha elogiato questi ragazzi – ora sottragga un vero e proprio fondamento a società, squadra e tifosi creando un danno non solo economico alle casse di patron Ruggiero, ma anche emotivo poichè l’atmosfera di un palaBarbuto pieno, gremito che solo i playoff possono assicurare, beh non è da trascurare. Assolutamente. Un Palabarbuto pieno come i bei vecchi tempi può davvero essere l’arma in più per questa squadra che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo per conquistarsi il fattore campo, che ha ritrovato quel feeling con il pubblico partita dopo partita, vittoria dopo vittoria. Un rapporto ricucito a suon di successi interni ed esterni e legami personali curati minuziosamente che vanno ben oltre il basket giocato. Palazzo SanGiacomo non può e non deve “sfrattare” il Napoli basket da Napoli nel momento clou dei playoff,  non può farlo a favore di un torneo amichevole di Volley. Con questo, però, non vogliamo posizionare la pallavolo, seppur non ci sia una squadra rappresentativa di Napoli da oltre un decennio, su un gradino più basso rispetto alla pallacanestro e che debba – quindi – essere considerata solo in secondo momento, ma che – probabilmente con calendario LNP  alla mano – si sarebbe potuto organizzare meglio l’ultimo weekend di maggio dando magari precedenza a chi da 6 mesi sta lottando per tornare in auge. Siamo daccordo su quanto una metropoli come Napoli abbia bisogno di rilanciare la passione dei napoletani in tutti gli sport cosiddetti “minori”, ma sarebbe più costruttivo non farlo rilanciandone una ai danni di un’altra.

Foto by massimo solimene