La Virtus Roma si rende subito conto all’esordio di cosa sia l’inferno della seconda lega, cedendo al rush finale al Palazzetto 57-64 ad una Derthona abile a sfruttare nei momenti decisivi la confusione e le incertezze dei ragazzi di Saibene, volenterosi ed efficaci in difesa, ma con poche idee e soprattutto poche soluzioni a livello offensivo. A suffragare questa affermazione, il fatto che ben 29 delle 58 conclusioni della Virtus siano state prese dagli unici due terminali offensivi romani, ossia Voskuil perfetto o quasi nei primi venti minuti ( 15 punti con 5/7 nelle triple ), e Olasewere, autore di 17 punti, 6 rimbalzi e 4 palle recuperate e di gran lunga il migliore della Acea. Ma una volta imbavagliato il killer di passaporto danese dagli ottimi raddoppi ordinati da Cavina, ed esaurita la riserva di ossigeno per il nigeriano, per la Virtus in attacco è stato buio pesto, con Maresca e Meini che in fase di regia hanno dimostrato una condizione ancora approssimativa, ed un Callahan che ha chiuso una serata da incubo con 4 soli punti a referto ( 2/6 al tiro ), ma soprattutto 8 palle perse quasi tutte sanguinose. Tortona non ha certo brillato, ma una volta limitati i suoi due americani da una difesa Virtus ben registrata, ha trovato nei punti di Luca Garri ( 13 con 5/8 ), e di Spissu ( 12 ), quegli appigli fondamentali che hanno costruito la storica vittoria degli Orsi. Garri, partito dalla panchina per far spazio in starting five ai chili di Ammannato, ha siglato cinque punti di fila ad inizio del quarto periodo per il +8 Derthona ( 43-51 ) che ha spaccato una gara in equilibrio fin dalla palla a due, mentre il giovane play di scuola Sassari ha siglato a 1’30” dalla sirena la tripla sul 52-55 che ha definitivamente messo al tappeto la Virtus. Una Virtus che non ha sfruttato, in un terzo periodo da film horror, una serie di innumerevoli occasioni per prendere in mano una partita che cercava disperatamente un padrone, in un momento in cui il canestro per le due squadre era diventato una vera e propria cruna di un ago. Una Virtus che nel finale è stata condannata sul 52-55 da un paio di errori letali di un Maresca, lontano da una condizione accettabile( malgrado i 13 punti a referto di cui 5 dalla lunetta ), e da una frenesia che ha solo generato confusione e palle perse ( 23 alla fine per Roma). Una Virtus che però ha tutti i mezzi per crescere, ed affrontare questo ” inferno” con più tranquillità, in un anno che comunque sarà di sofferenze e grandi responsabilità per un basket romano in questo momento in enormi difficoltà.