Viaggiando viaggiando: un Reggio Emilia qua, un Avellino là, un 26 gradi e afa di qui, vento e pioviggine di lá… Insomma questi i Playoff anche per noi della tivvú! Una cosa è certa, anche quando una delle squadre va fuori giri, di emozioni da raccontare ce ne sono sempre e comunque. Anche se in questa fase ci limitiamo ad “abbellire” il segnale prodotto dalla Rai, ci si carica ancor di più di adrenalina, anche perché non ci dobbiamo preoccupare di far vedere quello che succede sul campo, concentrandoci su quel più che dobbiamo mettere nella casellina di Sky.
Abbiamo telecamere che lavorano in autonomia soprattutto per consentire il cosiddetto “suono originale” ovvero le clip costruite sui suggerimenti e le indicazioni date dagli allenatori alla squadra e a singoli giocatori. Poi tra un coach e l’altro ci preoccupiamo delle isolate, cioè di una serie di inquadrature dedicate a un singolo giocatore o ad una particolare situazione tattica, da proporre nei tempi consentiti dalla partita. E poi clip dedicate ai protagonisti, con chi lavora sui replay che esce esaurito dalle richieste fattegli da me ed i giornalisti, per il superlavoro… Insomma la preparazione atletica sarebbe necessaria anche per noi della televisione, non solo per i giocatori e i coach.
Ci sono partite che ti lasciano svuotato, come se fossi stato in campo anche tu ed altre che non ti fanno uscire nemmeno una goccia di sudore… E adesso, riequilibrato tutto con il fattore campo che torna determinante, la selezione dei replay, delle clip di questi, si dedica ai temi tattici più che alle singole azioni: palle perse, accoppiamenti difensivi, transizioni e gioco a difesa schierata, per citarne alcuni… E poi tanta intensità che emerge da ogni azione vista e trasmessa: sia che la palla entri o no. Questi sono i nostri playoff, di pari passo con quelli delle squadre e dei giocatori. E soprattutto di chi guarda…