Ho aspettato un poco, lasciando sedimentare le impressioni e soprattutto la parte tifosa delusa. Le Final 8 lasciano diversi strati di impressioni: superficiali e non. Quella più evidente è senz’altro che la formula tre giorni tre è sbagliata per mille motivi e questo penso che la RCS lo abbia capito. E’ un tour de force per le squadre, gli spettatori, l’organizzazione e la televisione ed il pubblico.

Le squadre, soprattutto quelle con roster normali, rischiano di arrivare con la bombola d’ossigeno vuota. Gli spettatori, soprattutto se il palazzo non è in una zona equidistante e raggiungibile da tutte le tifoserie, non sono così facili da convincere… Soprattutto con gli orari dei quarti che non hanno convinto neanche chi abitava nei dintorni. L’organizzazione vive le stesse problematiche delle squadre: troppe cose, troppo ravvicinate e/o sovrapposte con errori (capitati) dietro l’angolo.

Sulle riprese televisive, affidate al solito service che cura le riprese del campionato e (purtroppo) con pochi sforzi per migliorarne il prodotto, c’è stato turnover tra due registi e (mi auguro) tra i cameramen e onestamente è stato più mirato del solito. Forse grazie alla presenza di un coordinatore che in questo caso è veramente cibo per gli affamati.  Il pubblico, quello a casa, viene dato trionfalmente sui 274 mila per la finale. Nello stesso periodo è stata giocata la manifestazione equivalente in Spagna: 2.700.000 spettatori.

E’ vero che la nostra frammentazione di canali televisivi è molto maggiore di quella iberica ma comunque il dislivello è impietoso, così come gli impianti sportivi: senza scomodare quelli storici tipo BarclayCard Arena di Madrid o il Sant Jordi di Barcellona, l’hanno giocata al Gran Canaria Arena, impianto nuovo di pacca, consegnata l’anno scorso con i suoi quasi 12.000 posti… Dobbiamo dire altro?