Riportiamo una bellissima intervista di Simone Mazzola ad uno dei più grandi esperti del basket torinese e giornalista principe delle pagine a “spicchi” su Tuttosport, Piero Guerrini.

Piero ci riporta all’inizio della stagione con il nuovo progetto tecnico fondato su coach Larry B, per poi spaziare nella gestione Forni con problemi e vicissitudini che si sono susseguite durante la stagione, per finire ai giorni nostri con la ricapitalizzazione della società con l’intervento di Gerasimenko.

Ad inizio stagione arriva Larry Brown: “E’ stato un onore immenso e una grande emozione conoscere Larry Brown, scambiare qualche parola con lui e assistere ai suoi allenamenti, fui conquistato subito dalla leggenda. E’ stata sicuramente più un’operazione di marketing portarlo a Torino, per altro Brown era fermo da tempo e per ottenere risultati servivano più pazienza, una società molto forte che lo appoggiasse e molto tempo a disposizione. Il progetto quindi è saltato sul nascere, anche per i sopraggiunti problemi di salute del coach USA. Dopo la scorsa stagione iniziata nei migliore dei modi sotto la guida di Banchi e proseguita con la conquista della Coppa Italia, ma alla fine conclusa con un fallimento playoff, la famiglia Forni doveva cambiare cercando una mossa ancora più importante e sorprendente.

Non eravamo pronti per la sua idea di basket, probabilmente aveva sottovalutato la sfida anche Larry Brown stesso, la voglia di tornare ad allenare ha avuto prevalenza sulla logica. Ad un’età considerevole affrontava un mondo tutto nuovo, i suoi allenamenti erano troppo statici, insegnava pallacanestro, ma le differenze con il basket USA sono fondamentali. Allenava poco l’aspetto atletico, i giocatori oltre oceano fanno sessioni personalizzate ed individuali, in Italia è tutto diverso. Allo stesso modo è stata sottovalutata l’idea di gioco di Brown, il tiro da 3 è ormai inserito in ogni pensiero di gioco ma non per il vate statunitense che non l’ha mai amato.”

La gestione Forni: “La situazione si temeva che arrivasse a questo punto. Antonio Forni aveva già manifestato l’intenzione di trovare soci in aiuto e poi di lasciare. Il notaio ha speso molto tempo e molto denaro per questo progetto. E’ stato lasciato solo ma ha commesso anche tanti errori di gestione. Il principale errore è stato quello di rinunciare alla continuità, non confermare la guida tecnica di Vitucci e la guida manageriale di Atripaldi l’anno del loro insediamento in serie A. Si è deciso di cambiare e prendere uno dei più bravi allenatori a livello europeo, cioè Banchi, senza però dargli l’appoggio necessario e carta bianca sulle decisioni di mercato. Si è cambiato troppo e di continuo, l’esempio di Trento, Sassari e Reggio Emilia sono stati sotto gli occhi di tutti con società virtuose che hanno puntato tutto sulla continuità tecnica e dirigenziale. Forse anche la voglia di lanciare il figlio Francesco nella gestione societaria è stato fatto troppo frettolosamente senza le dovute esperienze.”

La crisi economica del Basket italiano: “Il basket italiano si deve porre una domanda: perché mai qualcuno dovrebbe avvicinarsi al basket italiano ed investire dei soldi?. In Italia ci sono solo 2 grandi imprenditori Armani e Zanetti con Segafredo che hanno investito nel basket. Questo business è un affare in perdita, se non si riesce a produrre profitti e sviluppo dalle infrastrutture e dai settori giovanili, il tutto sarà solo un progetto in perdita. Bisogna migliorare la qualità del prodotto basket per attirare imprenditori che possano guadagnaci veramente e giovani appassionati che si divertano ad andare al palasport a vedere le partite. Con queste condizioni avremmo solo proprietari tifosi che pensano solo al risultato nell’immediato oppure avventurieri.”

Gerasimenko

L’intervento di Gerasimenko demonizzato da lega e tifosi: “Gerasimenko è un personaggio discusso e discutibile, non essendoci regole precise e severe certi personaggi possono tornare, al momento non ci sono pendenze o cause nei suoi confronti che gli impediscano di entrare ancora come proprietario. Gerasimenko ha offerto garanzie anche per la prossima stagione, il suo intervento è importante e lo rende di fatto azionista di riferimento intorno al 75%, anche se ci sarà tempo fino al 30 giugno per eventuali nuovi soci per acquisire nuove quote riducendo quelle del magnate russo. Certo è che se non fosse intervenuto Gerasimenko il 23 aprile con un bonifico disposto il pomeriggio stesso, l’Auxilium Torino avrebbe dovuto portare i libri in tribunale, fallire e chiudere. Il punto dolente della situazione è che nel tempo nessuno si è fatto avanti per l’acquisizione della società  perché nessuno ha ritenuto l’Auxilium e il basket italiano appetibili per un progetto futuro. La nuova Auxilium 2.0 dovrà rispondere alla FIP e alla Legabasket, presentare un progetto vero e solido, dimostrarsi sana. Gerasimenko non è un proprietario unico come lo è stato a Cantù , non conoscendolo non so se è un personaggio controllabile. Conosco il gruppo della Mole di Basket con a capo Terzolo della PMS e le altre piccole società che funzionano sul territorio come settori giovanili, loro hanno idee precise di cosa si debba e bisogna fare nel futuro immediato.

La presenza di Fiat nel futuro: “La nuova società Auxilium chiederà in tempi brevi un incontro allo sponsor per capire se abbia intenzione di prolungare un accordo in scadenza. Dopo la vittoria in Coppa Italia, la Fiat era intenzionata a continuare la sponsorizzazione per altri 2 o 3 anni, ma dopo il deludente finale di stagione scorso e tutti i problemi attuali, non possiamo sapere ora se Fiat, sarà ancora interessata alla partnership. Certo è che questa cosa è di una rilevanza vitale.”

Si era parlato di una possibile polisportiva insieme alla Juventus: “La Juventus è stata contattata da Euroleague, che era molto interessata alla situazione per ottenere come nel calcio, polisportive di grande fama quali Barcellona, Real Madrid e il Villerbanne che passerà sotto l’Olimpique Lione. Se mai la Juventus decidesse di entrare in un mondo simile non potrebbe avere una prospettiva inferiore all’Eurolega. Servirebbero dai 30 ai 40 milioni di euro per la gestione di una squadra di tale livello, non credo anzi ne sono certo, che la Juventus non possa fare un simile sforzo impegnata a stabilizzarsi ai massimi livelli europei nel calcio, ed essendo entrata da poco anche in quello femminile. Per ora la considero come una bella utopia, i tifosi dell’Auxilium sono per la maggior parte legati più al Toro perché Torino è più granata mentre la Juventus è più nazionale.”

Auxilium Torino dove si potrebbe posizionare la prossima stagione: “La salvezza sul campo secondo me è già stata ottenuta, quella societaria mi pare risolta dagli ultimi eventi. Conoscendo i rappresentanti del gruppo una Mole di Basket immagino che la squadra in costruzione cercherà di entrare in sintonia con i tifosi facendo piccoli passi uno alla volta senza voli pindarici e partirà per salvarsi nelle prossime stagioni.”