La Virtus Roma passa nel giro di sei giorni dai miseri 61 punti siglati a Milano ai 96 con cui regola al PalaTiziano una Vuelle Pesaro ancora una volta condizionata dalle rotazioni corte e da una serata negativa di Anosike, suo giocatore più importante, annullato completamente dai cambi difensivi studiati da Dalmonte per limitarne l’incisività sottocanestro.
A Pesaro non bastano i 37 punti di un monumentale Elston Turner, contro gli occhi della tigre della Virtus di questa sera ci sarebbe voluta una prestazione difensiva super ed una fisicità che gli uomini di Dell’Agnello non hanno. La pessima serata oltretutto di Petty, menomato da una settimana intera senza allenamenti, ha privato la Vuelle di punti importanti ma soprattutto di quelle giocate che permettono ad Anosike di essere il centro più decisivo del nostro campionato.
Roma dal canto suo ringrazia un Bobby Jones con i fiocchi, un Phil Goss ritrovato ed una serata al tiro da 50% complessivo con uno straordinario 15/30 nelle triple. Difficile ricordare a memoria una gara in cui la Virtus riesce a mettere a segno 28 e 29 punti in un quarto: è accaduto questa sera nelle frazioni di gioco dispari, quelle in cui la peggior difesa del campionato, quella di Pesaro, è stata crivellata da ogni posizione ed in più modi dalle bocche da fuoco capitoline. Molto bene anche il reparto lunghi, con Mbakwe onnipresente sotto le plance, Hosley senza troppi vuoti di concentrazione ed uno Szewczyk ancora un po’ indietro difensivamente ma ancora una volta mortifero nelle conclusioni in uscita dal pick and pop (2/3 dalla lunga).
Bobby Jones è un giocatore di facile lettura, se parte bene in una partita può facilmente diventare un’arma letale e così è stato questa sera. Il gigante buono di Compton parte in tromba con otto punti in quattro minuti e Roma vola subito a +10 sul 17-7 per poi dilagare sul 23-9 con la prima triplissima del polaccone.
Anosike segna il primo dei suoi tre, leggasi tre canestri della serata dopo 9’10 di partita, cloroformizzato con le buone e spesso con le cattive dai muscoli e dalla rabbia delle torri romane. Lo show di Bobby Jones si chiude per il momento a quota 13 e Roma al primo intervallo è avanti 28-12, complici anche le 8 palle perse di Pesaro. Il secondo quarto è il peggiore della Virtus, vuoi a causa di un inedito quintetto piccolo, no facciamo piccolissimo, con Mayo, D’Ercole, Moraschini, Baron e Szewczyk, vuoi a causa di una zona match-up schierata da “Sandokan” Dell’Agnello che manda in tilt Roma. Ravern Johnson e Elston Turner fanno il resto, il primo segna i sette punti di fila iniziali che ricuciono lo scarto fino al 30-26 del 14’30, mentre il figlio dell’attuale assistant coach di Phoenix Suns ne piazza 17 in un amen. Nella sostanza i 24 punti della Vuelle nel secondo periodo sono tutti opera loro, mentre dall’altra parte si annaspa in attacco e si boccheggia in difesa, Hosley va di terzo fallo e solo una tripla di Moraschini (alleluja) allo scadere placa i mugugni in tribuna, mandando Roma al riposo avanti 44-36.
Si riprende con i quintetti (seri) iniziali, gigioneggiando fino al 51-39 Virtus timbrato da Mbakwe per poi iniziare una vera e propria sparatoria con protagoniste tutte le bocche da fuoco di Dalmonte. Pesaro viene letteralmente sotterrata infatti da una girandola di triple mortali. Sei per la precisione, firmate da Goss (che dimentica l’1/8 dal campo di Milano), ovviamente da Bobby Jones, da Szewczyk e, udite udite, anche dal “killer” Jimmy Baron che finalmente argina il 3/18 dall’arco delle ultime quattro gare (casualmente quelle ante e post voci Real Madrid) per sbloccarsi finalmente nella sua specialità.
Per ricapitolare, dal 51-39 si passa al 73-56 che chiude 30′ di gioco e anche la storia della sfida, con “Sandokan” Dell’Agnello che ad inizio del quarto periodo si becca un tecnico per essere entrato letteralmente sul parquet, sprezzante dell’anagrafe, per prendere magari il posto in regia di un Petty che avrebbe probabilmente strozzato con le sue mani questa sera. Finisce con il talento di Turner a rendere il passivo più accettabile ed un Bobby Jones gongolante per avere, ancora una volta, messo a tacere chi ha storto la bocca alla sua riconferma. Roma vola verso i playoff, Pesaro pensa alle tre partite interne che probabilmente decideranno la sua stagione. Stasera non era cosa, contro questa Virtus umiliata, ferita e criticata domenica scorsa al Forum.