Inizia con un successo convincente su Trieste il mese “caldo” della Virtus Roma, quello che, fino alla fine del girone d’andata, vedrà i giallorossi impegnati in diversi scontri diretti, tutti decisivi sia in ottica final eight che per il raggiungimento del vero obiettivo stagionale, quella salvezza che però sembra ampiamente alla portata della truppa di Piero Bucchi.
Trieste si è arresa meritandosi l’onore delle armi, mai doma e sempre capace di reagire davanti alle fughe di una Virtus che, in almeno un paio di occasioni, avrebbe potuto affondare il colpo del kappaò ma che non ha straripato anche per merito degli uomini di Dalmasson. Certo, il bicchiere dei giuliani è mezzo vuoto e le prestazioni di qualche americano indurrebbero a guardare al mercato per trovare forze fresche; la corsa salvezza sembra essere un discorso a quattro con Cantù, Pistoia e Pesaro e dopo aver trovato uno sponsor importante, per mantenere la serie A ci vorrà un pizzico di incisività in più in campo.
LA GARA Gli ospiti non avevano cominciato male, il duello fra lunghi (Alibegovic e Jefferson da una parte, Peric e Mitchell dall’altra) accendeva subito la partita. La prima e unica mini fuga di Trieste (13-18 al 7′) veniva interrotta con un time out quanto mai provvidenziale di coach Bucchi e i romani pareggiavano i conti in appena 36″, piazzando complessivamente un 20-4 a cavallo dei primi due tempi (con super tripla di Dyson da metà campo, sulla prima sirena), preludio del +16 al 16′.
Partita in ghiaccio? Nemmeno per idea. I biancorossi trovavano nuova linfa con i canestri di Justice tornando a -3 dopo i primi 180″ del terzo periodo. Nuovo time out di Bucchi e nuova accelerata di Roma (61-46) nonostante i 4 falli di uno spento Buford. Da Ros e Mitchell provavano a scuotere ancora la propria squadra, sprofondata a -17 e, complice anche una fisiologica frenata dei padroni di casa, Trieste riusciva a limitare il passivo fino all’82-72 conclusivo.
MAGIC MOMENT Sicuramente l’inizio del quarto periodo, quando Dyson e Kyzlink hanno definitivamente indirizzato una partita che, a dire il vero, non è mai sembrata realmente in bilico.
MAN OF THE MATCH Alibegovic ha tirato giù 13 rimbalzi contro un osso duro come Peric, Kyzlink non ha fallito i tiri aperti che si è saputo costruire con il suo dinamismo lontano dalla palla, Jefferson ha banchettato in area come gli riesce spesso e volentieri, ma la palma di migliore in campo spetta a Dyson, reduce come i compagni da una settimana di allenamenti veri con evidente beneficio dal punto di vista fisico e non solo.
NUMBERS 10 gli assist del play capitolino, che ha accumulato anche 7 falli subiti e 19 punti, solo due in meno di Jefferson, che si è concesso il lusso di una tripla e 2 assist mentre tirava giù anche 9 rimbalzi. 23% il misero bottino nel tiro pesante degli ospiti, davvero poco per pensare di sbancare la Capitale. Notevole il 14+15 di Akil Mitchell, giocatore su cui costruire la seconda parte di stagione e quindi la corsa salvezza. 0 i punti a referto di uno spento Elmore, esterno non ancora 23enne che probabilmente è troppo acerbo per questi livelli.