Continuano le iniziative e le presentazioni della Baltur Benedetto XIV Cento.
Ieri, nella sede della Tramec Srl a Bargellino (BO) la presentazione dei nuovi acquisti, davanti ad una sala stampa allestita ad hoc, con ospiti numerosi giornalisti e una delegazione di tifosi.
Dopo che ai primi di Luglio erano stati presentati Moreno e Chiumenti, ieri è stato il turno di Andrea Piperno, Davide Reati, Giovanni Gasparin e dei due americani Keddric Mays e James White.
A fare gli onori di casa Leo Girotti, figura di spicco di Tramec nonché vicepresidente della Benedetto XIV. “Abbiamo avuto la fortuna di accompagnare come main sponsor la Benedetto XIV fin dalla sua ripartenza in serie C, nel 2011” ha ricordato Girotti. “Due promozioni in sette anni sono un bel risultato: essere in A2 è un punto di arrivo, ma al tempo stesso un punto di partenza. Dobbiamo divertirci: per noi e per il pubblico.”
Il presidente Gianni Fava ha ringraziato l’impegno di Tramec, oltre che degli sponsor locali (e non solo) che appoggiano la Benedetto XIV. “Ci stiamo impegnando al massimo per soddisfare il pubblico centese: abbiamo cercato di allestire una squadra all’altezza della categoria. Siamo sicuri che i nostri tifosi sapranno riconoscere questo sforzo e ci seguiranno in questa stagione, anche al Palasavena di San Lazzaro”.
Dopo il breve video “Ovunque Tu Sarai” di presentazione della campagna abbonamenti (che da oggi venerdì 31 entra nella fase libera) è stato il momento delle dichiarazioni dei giocatori. il momento dei giocatori: si comincia dal
Per primo il giovanissimo (classe 1998) Andrea Piperno, la scorsa stagione in Serie B a Patti. “Non mi aspettavo questa chiamata della Benedetto, ma appena si è presentata questa occasione l’ho presa al volo. Penso non capiti spesso, per un giovane come me, la possibilità di poter apprendere da tanti campioni. La preparazione sta procedendo, è un bel gruppo e mi sento a casa. Il livello è molto alto: confrontarmi e allenarmi con giocatori forti e di esperienza per me è uno stimolo enorme”.
Poi Giovanni Gasparin, lo scorso anno ad Imola, ma storicamente ex della “eterna rivale” Bakery Piacenza. “Ho affrontato la Benedetto ben 11 volte tra campionato e playoff, nelle scorse stagioni, sapevo bene cosa stavo facendo quando ho firmato per loro”. Ha ricordato poi un applauso rivolto agli Old Lions. “Sì, mi venne spontaneo rivolgermi verso di loro. Furono un fattore determinante per la vittoria di Cento (playoff 2016, ndr) e cercarono di consolarmi, dopo la nostra sconfitta.
Quindi Davide Reati, un esperto della categoria. “La A2 è molto difficile, ci ho già giocato diverse stagioni. Quest’anno poi la formula delle 3 promozioni e 5 retrocessioni la rende ancora più competitiva. Sono stato convinto ad accettare l’offerta di Cento per il grande entusiasmo che ho visto da parte della società.”
Dei due USA il primo a parlare è stato anche il primo ad essere stato acquistato: Keddric Mays ha l’onore di esser stato il primo Americano della storia della Benedetto XIV; l’assistente allenatore Michelangelo Parro ha fatto da traduttore per il pubblico in sala.
“Ho scelto Cento per merito del mio agente: mi ha parlato benissimo della città e di questo ambiente”. Avendo giocato in 4 continenti (gli mancano Africa ed Oceania), a Mays è stato chiesto se conosceva già qualcuno dei suoi compagni e quale sia la caratteristica principale della LNP rispetto ad altre Leghe. “Conoscevo già Gasparin e Reati, avendoli affrontati come avversari quando ero a Trapani. Il punto di forza di questa A2 sono proprio i nuclei di italiani presenti nelle squadre.”
La ciliegina della giornata è stata James White: cannoniere a Sassari nel 2011, Anello NBA con San Antonio nel 2007, e una serie incredibile di titoli in Europa e nel mondo. A 36 anni, ha ancora voglia di fare la storia.
“Per me è una grande opportunità poter fare qualcosa di nuovo nella mia carriera. Sono orgoglioso di essere qui e poter scrivere la storia di Cento.” C’è stato spazio per un aneddoto sul suo numero di maglia. “Ho scelto il 45 perché io sono James White quarto e giocavo con il numero 4, mio figlio è James White quinto e gioca con il numero 5… mio padre giocava con il numero 45… era naturale che scegliessi questo numero!
A chiudere la mattinata il coach Giovanni Benedetto, che ha sottolineato come “al di là dei ruoli e del lato tecnico, abbiamo voluto puntare sugli uomini, guardandoli sotto l’aspetto personale, e questo è il motivo per cui sono stati scelti.”
Ultima battuta in chiusura. “Schiaccerai ancora come ai tempi degli slam dunk contest negli USA?” chiedono dalla sala.
“A ottobre faccio 36 anni…” risponde White ridendo. “Non ho più lo stesso fisico di allora… ma ora gioco con la testa.”
Detta così, pare quasi un avvertimento a tutto il girone Est.