Sensazioni forti, commozione, grande dispiacere in un mix di piacevoli e dolci ricordi e di rabbia ed incredulità per un addio sin troppo prematuro, hanno scandito il tardo pomeriggio di ieri quando si è diffusa la notizia della morte di Charles Shackleford. Sulle colonne del Mattino di oggi sono state raccolte le prime parole sul trieste evento pronuciate da Gianfranco Maggiò, Giancarlo Sarti e Sandro Dell’Agnello, rispettivamente Presidente, General Manager ed ala di quella Phonola che, grazie anche ad un immenso Shackleford, fu capace di portare per la prima volta nella storia della pallacanestro italiana lo scudetto a Caserta.
«La notizia mi addolora, a Shackleford è legato il ricordo dello scudetto, uno dei momenti più belli personali e di Caserta» afferma l’ex presidente Gianfranco Maggiò che aggiunge: «Quando arrivò per la prima volta al Palamaggiò, con le ciabatte, una catena d’oro al collo e le cuffiette, non faceva mai canestro così chiesi a Sarti chi mi avesse portato. Mi rispose che l’avrei scoperto ben presto ed aveva proprio ragione. È stato uno dei pivot più forti mai visti in Italia, un po’ pigro ma quando decideva di giocare non ce n’era per nessuno».
L’ex giemme fa fatica a credere alla scomparsa di quel campione che proprio lui portò in Italia. «Ho dei bellissimi ricordi di Charles – afferma Giancarlo Sarti – che era un pistolone ma un bravo ragazzo. La mattina dopo lo scudetto, mentre tutti festeggiavano, provai a convincerlo a rinnovare il contratto. Ma non ci fu nulla da fare, voleva tornare nella Nba». I ricordi di Sarti sul «Signore degli anelli» sono tanti come quando prima della sfida al Palaeur «per stuzzicarlo gli dissi che Roma aveva Radja, un pivot fortissimo». Shack rispose sul campo con 42 punti (contro i 15 del croato), 10 rimbalzi, 5 recuperi, 8 falli subiti ed il 90% ai liberi. «Quando lo prendemmo molti ci presero per pazzi – conclude Sarti – ma quell’anno, tranne qualche capriccio, filò tutto liscio».
Incredulo Sandro Dell’Agnello, compagno di Shack nella stagione tricolore. «Ho avuto la notizia da mio figlio – afferma il coach della Pasta Reggia – e confesso di aver pianto. È vero che ci eravamo persi di vista da 20 anni ma abbiamo condiviso qualcosa di indimenticabile. Oltre ad essere un giocatore di classe, Charles era un compagnone e, diversamente da quel che si diceva, si allenava sempre con impegno».
Infine il Mattino riporta il commento postato su facebook dall’ex cestista Mario Boni: «All’Aris Thessaloniki ho condiviso con Charles una splendida annata che ci ha portato alla vittoria in Korac ed a sfiorare il titolo. Ho tanti ricordi che mi affiorano alla mente. Sono profondamente addolorato».