La Virtus Roma resiste trentacinque minuti prima di arrendersi ad una Milano non trascendentale sul parquet del Palatiziano, ma capace di far valere la propria qualità superiore al momento giusto e di portare a casa una vittoria forse anche fin troppo larga alla fine nel punteggio (68-79). Il rammarico per Roma sarà probabilmente quello di non aver saputo approfittare di un primo tempo sonnacchioso dei campioni d’Italia, tenuti a 22 punti nei primi quindici minuti da una difesa aggressiva come non mai, ma lasciati liberi di fare il bello e cattivo tempo negli ultimi cinque di gioco del 2/4 dove soprattutto Brooks (17 con 6/12 dal campo), ma anche Ragland e James hanno messo a segno quei punti che poi si sono rivelate le basi per il successo finale. Milano ha vinto facendo praticamente a meno di Gentile, in campo sedici minuti con 7 punti a referto ma poi costretto allo stop per un problema fisico, di un Melli poco utilizzato e di Samuels centellinato o quasi.Come giovedi scorso in Polonia ha potuto ancora una volta contare su un Kleiza super ( 16 punti per il lituano ma tutti di un peso specifico notevole), ma avuto tanto da quei comprimari, chiamiamoli così sciacquandoci la bocca, che sarebbero titolari fissi in qualsiasi altra squadra del nostro campionato, Roma in primis. La Virtus invece non si è potuta permettere di avere un Jones discreto in difesa ma pessimo in attacco ( 2 punti con 1/8), ed un Ejim da 8 rimbalzi ma 0/6 al tiro. La rosa di Dalmonte è già estremamente risicata di suo, se poi concedi anche due giocatori agli avversari, e questi avversari si chiamano Milano o Sassari o Venezia, non hai scampo. Un pubblico finalmente numeroso (oltre tremila i presenti), ed il desiderio di vivere fino in fondo la “missione impossibile” hanno da subito un grande impatto sulla Virtus, che parte un pò frenata ( 8-14 al 6’00), ma poi con Stipcevic ( 16 ma con 8/8 in lunetta) in campo cambia marcia e chiude i primi dieci minuti avanti 19-16 con 8 punti del croato e 7 di un Gibson che sembra voler confermare il feeling particolare con le sfide contro i meneghini. Dopo sei minuti del 2/4 arriva per Roma, grazie soprattutto ad una difesa straordinaria che concede all’Olimpia solo sei punti, il +9 capitolino (31-22 con canestro su rubata di Triche), ma con la truppa di Banchi in confusione la Virtus manca clamorosamente il colpo del ko forzando una tripla in maniera esagerata con De Zeeuw,situazione subito puntualmente punita da un gioco da tre punti di Ragland e sette di Marshon Brooks che mandano addirittura Milano avanti 33-34 all’intervallo. Equilibrio ancora nel terzo periodo, poi dal 53-56 ( 5’55 alla fine) due triple di Moss ( da anni carnefice dell’urbe cestistica) coglievano Roma impreparata e senza più fiato per reagire, chiudendo definitivamente la contesa. Nel finale storie tese tra Lollo D’Ercole e lo stesso David Moss, scorie probabilmente della finale scudetto di due anni fa. Prima un tecnico per ciascuno poi l’americano di Chicago spedito anzi tempo nello spogliatoio per un gesto che è meglio non commentare. Non nella serata del lancio dei pupazzi per i bambini che soffrono almeno.