Con questa puntata del Power Ranking ci avviciniamo alla zona playoffs.
EASTERN CONFERENCE #9: CHARLOTTE HORNETS. Lo scorso anno Charlotte partì sparata, per poi infilare una serie di KO impressionante da gennaio in poi. Secondo noi Steve Clifford è un ottimo allenatore, ma lo slump della passata stagione lo ha messo in una posizione poco confortevole nei confronti del suo datore di lavoro, His Airness. Gli Hornets sono praticamente gli stessi dello scorso anno, con un paio di aggiunte. Pronunciando “aggiunte” la parola esce più simile a “scommesse”. Si tratta infatti della Barbie Forzutella, aka Dwight Howard, e di quel che resta dell’ego di Michael Carter-Williams, che a dispetto di un corpo progettato per giocare a basket e del titolo di ROY del 2013/14, è alla quarta squadra in 4 anni tra i pro. La parte principale della scommessa è Howard, che, ormai è evidente, non ha una singola chance di tornare ad essere quello che era ad Orlando o nel primo anno a Houston. Tuttavia, considerato che l’anno scorso quel posto era occupato da Roy Hibbert, è innegabile che gli Hornets siano migliorati, sperando che Howard non giochi e non si comporti nel locker come la Barbie. Di quelli che tornano ovviamente Kemba Walker è il leader, l’uomo senza cui questi Hornets nemmeno esisterebbero. Dietro di lui, finalmente, tra MCW (che può giocare ovunque sul perimetro, da 1 a 3) e Malik Monk (occhio a questo giocatore) c’è finalmente vita e quindi Kemba potrà riposare senza far crollare in quei minuti il rendimento della squadra. Il giocatore che potrebbe spostare l’ago della bilancia in favore di una partecipazione ai playoffs che al momento ci sembra difficile, è Frank Kaminsky. Il suo secondo anno è stato peggiore del rookie year, soprattutto quanto a percentuali. Con l’arrivo di Howard, Frank avrà forse meno minuti, di certo scorderà il pitturato. Gli Hornets hanno bisogno di scorers, e FK è chiamato a farsi avanti, così come Jeremy Lamb, che difficilmente farà mancare i suoi punti: il problema è che spesso fa mancare tutto, proprio tutto, il resto. Punti da più uomini e riposo per Kemba: sono due obblighi per una squadra che lo scorso anno ha avuto il sesto miglior differenziale segnati/subìti dell’Est, ma la terza peggiore difesa della NBA negli ultimi 5 mins, cosa che ha portato ad un negativo 22W-29L nelle gare decise da 5 pti o meno. Il monte stipendi è abbastanza alto, attorno ai 125 MM, ma si ridurrà nell’estate del 2020, quando ci sarà da rifare il contratto di Kemba Walker, attualmente sottopagato (prende 12 MM, mentre per eempio il compagno di back-court Batum ne ha appena firmato uno da 100 in 4 anni). Definizione: sempre discreti, mai ottimi.
WESTERN CONFERENCE #9: PORTLAND TRAILBLAZERS. I Blazers possono sicuramente fare i playoffs, ma il nostro pronostico vuole dare fiducia ai Pelicans delle TwinTowers. Per parlare di Portland bisogna iniziare dal payroll. Di certo il gioco moderno è in mano agli esterni e si fonda sul tiro da 3, ma in Oregon hanno un po’ esagerato, ci sembra. Se i contratti di Lillard e McCollum (115 e 105 MM per 4 anni) sono logici e dovuti, lo stesso non si può dire dei quasi 18 annui per 3 anni a Evan Turner o dei 10 per il lungo tiratore da 3 Leonard e per Mo Harkless, sempre per 3 anni. Soprattutto quando un uomo chiave come Al-Aminu ne prende meno di 8. Con 125 MM di stipendi da pagare i Blazers sono al posto 7 della NBA, ma non hanno una squadra per occupare lo stesso posto quanto a classifica sul campo. Si sono ritrovati e si ritroveranno ancora strangolati dalla scarsa flessibilità salariale, e devono sperare che Jusuf Nurkic, il centro arrivato sul finire della passata stagione, guarisca bene dall’infortunio e ripeta le gesta mirabolanti compiute. Per il resto, poche novità: D-Lill e CJ avranno sulle spalle tutta la squadra e ogni destino, e l’appoggio di un lungo sarebbe graditissimo. Gradite anche le infermerie vuote, perchè lo scorso anno i ragazzi di coach Stotts non sono stati fortunatissimi da questo punto di vista, pur riuscendo, con un finale di stagione fantastico, ad agguantare la post-season. Definizione: offresi ufficio a ragioniere vecchio stampo.