Il Power Ranking di nuovo modello per la stagione NBA 2020/21 termina con le 6 domande più incombenti: le risposte contribuiranno in maniera non indifferente a dare una direzione alla stagione. Provo ad anticiparle.
DALLAS MAVERICKS. Marc Cuban incarna il paradigma del rompipalle con un cuore grande così. Lo ha dimostrato più volte, ultimamente in due occasioni. Prima essendo il primo proprietario NBA a dare stipendio pagato tutto l’anno ai dipendenti dell’AA Center nonostante il Covid abbia svuotato gli spalti: steward, rosticcieri, popcornari e commessi sono pagati lo stesso; poi provando a recuperare (per ora con successo) la vita di Delonte West. Una promessa che non ha mantenuto? Portare a Dallas un terzo Big. Ai Mavs ne basterebbero due, ma sani: Porzingis passa più tempo in infermeria che sul campo, e non ci sono date per il suo ritorno in campo. Contemporaneamente, anche i commentatori USA, non solo questo vostro umile cronista, stanno accostumandosi al fatto che Luka DOncic sia the next GOAT. Willie Cauley-Stein e soprattutto Josh Richardson sono due ottimi innesti, ma non servono a rendere Dallas una Title-contender, nonostante Luka. Mavs molto talentuosi in guardia e con quasi troppi lunghi a roster, tutti più che discreti (con Porzingis sono in 5). La vera differenza sarà segnata dal rendimento degli altri: James Johnson, Finney-Smith e Hardaway jr. diranno se DAL sarà solo buona formazione da PO o materiale per Conference Finals, in un anno in cui i Lakers sono avanti a tutti, ma Clippers e Denver paiono indebolite.
PHILADELPHIA 76ERS. Doc Rivers, gestore di uomini: pare aver già fatto il primo miracolo. Infatti sia Embiid che Simmons sono rimasti, stringendo un patto che prevede impegno massimo e clericale sopportazione reciproca. Sono arrivati Danny Green e Seth Curry, che portano il tanto mancato tiro da 3: il fratello di Steph, nell’ombra, ha messo insieme il 44% da 3 in carriera (!!!), 43 nei PO. Poi è arrivato Dwight Howard, che darà un po’ di riposi a Embiid. Complessivamente il roster è migliorato per duttilità ed esperienza. Una cosa che, dalle risorse a disposizione, Doc pare intenzionato a fare è riportare a tempo pieno Simmons in pg, nonostante il buco nero nelle triple. A parte il rookie Maxey, i Sixers non hanno purissime pg di ruolo, quindi BS non farà quasi più la pf: l’esito di questa decisione è il crinale su cui corre la stagione di PHI.
WASHINGTON WIZARDS. Con Capitol City corriamo il rischio di divertirci, nel bene o nel ridicolo. I destini di WAS dipendono da come si autodisciplinerà Westbrook e da come sarà accolto in campo da Bradley Beal. Aver tenuto Beal è il colpo di mercato degli Wizards, che hanno un quintetto davvero interessante: insieme a Russ e Beal evoluiranno Bertans, Hachimura e Bryant, 3 in ascesa. Discreta panchina con il rookie (occhio all’Israeliano…) Avdija, Gemello Robin, e Ish Smith. Sono 8, a loro volta coperti da Mo Wagner e il piccolo Neto. Potrebbero bastare per i PO, se Russ si farà piccolino come ego + stats e grande invece per efficacia. Coach Brooks è stato l’ultimo allenatore capace di dargli un minimo di senso.
PORTLAND TRAILBLAZERS. La domanda è: reggeranno Lillard e McCollum i 972 minuti/gara che li aspettano? Molto muniti tra ali e lunghi, i Blazers hanno solo 4 guardie: ci sono anche il poco usato Anfernee Simons e Trent jr; poi anche Rodney Hood, che però sta recuperando dall’ennesimo infortunio e si fa male una volta all’anno, quindi lo conto già fuori. POR ha trattenuto Melo, e portato in Oregon Covington e Giles, oltre al ritorno di Kanter. Se il Dinamico Duo è capace di reggere tutta la stagione e nei Playoffs, allora aspettiamo ancora Dame alle soglie delle Conference Finals.
ATLANTA HAWKS. Interessante territorio da esplorare, gli Hawks. Siamo abituati a vederli perdenti o non eccellenti, ma gli uomini che sono approdati negli ultimi 3 anni in Georgia possono cominciare a raccogliere i frutti di una semina non banale. Non solo Trae Young, ma anche i nuovi arrivati Bogdanovic e Gallinari, Rondo, Dunn e Snell: portano esperienza anche al massimo livello (RR ha due Anelli), molta difesa perimetrale e gran tiro da 3. Si uniscono a Capela, che pare contento di essere rimasto e pare anche sano, Huerter (il rosso ha Gioco da vendere nel sangue), John Collins (un NBA Top50) e due sophomore di grande impatto come Cam Reddish e Hunter. Il materiale è da PO sicuri, con tante tantissime potenziali soddisfazioni da raccogliere in post-season, perché coach Pierce: sa.
DENVER NUGGETS. La domanda è: perché hanno lasciato partire Craig e soprattutto Jerami Grant? Il nipote di Horace oltretutto è finito a Detroit per 20/anno, non una cifra immeritata. Non pareggiarla è cosa che DEN rimpiangerà, anche se ovviamente è stato scelto di puntare decisamente su Michael Porter jr. e sulla esplosione di BolBol. Però, senza quei due e Plumlee, Denver ha perso ¾ del nerbo della difesa: solo Gary Harris è rimasto. Globalmente i Nuggets paiono peggiorati, né io sono fan di Campazzo, anzi. Come risponderanno Murray e Jokic ad una chiamata ancora più impegnativa? La risposta porterà DEN a tornare alle Conference Finals, oppure ad una stagione molto deludente.