Ragazzi e non, preparatevi perché vi sto per presentare il tormentone del futuro su tutti i campetti e a tutti gli allenamenti; una cosa destinata a diventare un classico.
Ecco a voi: The Kornet Contest. La definizione è del White Mamba Brian Scalabrine, commentatore tecnico dei Celtics. Cominciamo col giocatore: Luke Kornet. Ha trovato una casa a Boston e da due anni la casa non solo è confortevole ma ricca di sorrisi. Scelto dai Knicks nel 2018, in 5 stagioni ha girato 5 squadre anche se con MIL e CLE ha giocato in tutto solo 3 gare. Non un campione, ma per 218 cm si porta in giro un gran tiro, una ottima dinamicità e un buon tempismo per le stoppate; è filiforme e non veloce però è un elemento di notevole intelligenza e capacità di soffrire e pare aver bloccato la deriva da uomo-con-la-valigia che la sua carriera aveva preso. Poi, nella vita, capita l’imprevedibile positivo. I Green Day si inventano Basket Case e vivono tutta la carriera su quella genialata, per esempio. Luke ha inventato questo, e vi lascio uno dei possibili link ( https://www.youtube.com/watch?v=Y9Yf9QJd3f8 ). La parte Contest è appunto il salto “dove mi trovo mi trovo” che Kornet esercita quando è evidente non farà in tempo a recuperare sul triplista avversario; nel dubbio: Jump! Sapete già, tutti voi che giocate organizzato o al campetto, che questa cosa diventerà virale, già lo è e può solo peggiorare. Ogni compagno di squadra fancazzista si giustificherà in-game esercitando il suo Kornet-Contest…anche se sarà alto 1.62. Sì perché una giustificazione tecnica, valida solo per Luke e i suoi simili, esiste: la standing reach di Kornet è 3 metri. Se arriva a casa mia e alza le braccia, le sue dita toccano il soffitto. La standing reach è una di quelle cose che spesso anche i più attenti aficionados considerano con fastidio, o non considerano affatto: così come l’apertura alare dei giocatori, o la comparazione tra l’ampiezza dei fianchi e la larghezza delle spalle. Invece contano: per esempio uno dei motivi per cui Tatum resisteva male ai contatti era la combinazione tra eccessiva differenza bacino/spalle ed eccessiva debolezza della parte superiore del corpo; ora che ha costruito un telaio differente (e, ammettiamolo, è diventato meno fighetto), i risultati producono una stagione da front-runner per lo MVP. Ma torniamo a Luke, considerando che pare ridicolo il suo gesto, e lo è, ma ha una motivazione tecnica ed è destinato a diventare un cult. Tra la bella stagione (al momento ha una serie aperta di 23/24 dal campo, e tira anche da 3…) e il colpo di genio, lui ha svoltato.