Stanotte abbiamo selezionato due gare, per interesse predominanti sulle altre.

 

Per le distanze NBA erano anche vicine geograficamente: una a Milwaukee l’altra a Minneapolis, meno di 550 km.

 

 

BRADLEY CENTE, MILWAUKEE. DETROIT PISTONS 95 – MILWAUKEE BUCKS 99

Molti argomenti di interesse per questo confronto. DET vs MIL è una rivalità molto forte, soprattutto a livello di Central Division, e si mantiene tale anche ora che le Divisions non contano se non come ripartizione territoriale delle franchigie. Ad aumentare la rivalry anche il recente confronto tra le due formazioni, vinto il 3 Nov dai Pistons in casa, foriero di molte polemiche sull’arbitraggio dal momento che DET aveva beneficiato di 24 liberi, mentre  MIL solo di 11. Inoltre i due allenatori arrivavano con lo stesso record alla guida delle rispettive squadre: 123-136 sia per Kidd coi Bucks che per Stan VanGundy (cui mancano 6 successi per quota 500 in carriera) coi Pistons. La nuova pg dei Bucks, Bledsoe, voleva mantenere intatto il record di 3 W da quando approdato in Wisconsin ma era limitato da un ginocchio malandrino che gli garantiva non più del 65% di efficienza e gli aveva impedito di allenarsi durante quasi tutta la settimana; settimana in cui nel locker di Milwaukee aveva soggiornato anche Kevin Garnett. KG, oltre a gestire un bel programma su NBAtv, è anche diventato L’Uomo che Sussurra ai Lunghi: presta infatti opera di allenamento e motivazione ai big-men delle franchigie che lo richiedono, e il lavoro svolto su Maker (4 stoppate stanotte) e Henson (oltre che sullo Pterodattilo, ma ovviamente ad un diverso livello) è parso stanotte dare frutti. I Pistons arrivavano al Bradley Center recando con sé l’appena nominato Player of the Week della Eastern Conference, Tobias Harris che li aveva guidati a 3 W con 22+8 di media e il 63% da 3. Tanti temi dunque prima di una partita che non ha tradito le attese: 10 parità e 5 cambi di leadership, con massimi vantaggi a +8 per i Pistons e +15 per i Bucks. Milwaukee principalmente avanti, ma costretta a vincerla più volte. I Pistons infatti non per caso sono secondi nella Eastern o hanno il quarto miglior record della NBA. Sono una squadra estremamente organizzata, con un grande coach, defense first ma con molte opzioni in attacco, stretta attorno al pilastro costituito da Bimbone Drummond, centro che abbina ingombro a rapidità e che quest’anno sta rendendo come mai in carriera anche grazie al fatto di aver ripulito il suo gioco, riunciando a certe follie fronte a canestro e migliorando la % ai liberi. Inoltre, la panchina dei Pistons è di solidità assoluta: Ish Smith- Langston Galloway-Luke Kennard-Tolliver-Moreland è la second unit più usata (33-19-10 con 6 rec e 3 stoppate la produzione in questa gara), e a parte Kennard che è un rookie (di prontezza notevole: 11 in 13 mins con 3/4 da 3) tutti gli altri hanno avuto, in altre squadre, ruoli in quintetto. Contro Milwaukee i Pistons hanno sbattuto contro una grande difesa, un festival della stoppata (i Bucks ne hanno mollate 16 da 7 diversi giocatori, record stagionale NBA e a sole 2 blocks dal record di franchigia, ottenuto nel 1980 proprio contro i Pistons), e una reazione all’infortunio da gran giocatore da parte di Bledsoe: 0 nel primo half e 14 compresi 7 degli ultimi 9 nella seconda metà. Il gran rendimento al tiro da 3 non è bastato ai Pistons: 15 triple col 40% per loro, che quest’anno son passati a 11 triple a gara vs le sole 8 dello scorso anno. Difeso dallo Pterodattilo (21-6-1 con 3 rec e 4 stoppate), ha giocato male il Player of the Week, confermando di essere un ottimo giocatore ma non appartenente al primissimo livello (13+3 con 4/11 al tiro e ben 3 stoppate subìte); la stessa cosa può dirsi di Reggie Jackson, la pg titolare ma panchinata nel finale da SVG (6-1-2, con 2/7 al tiro e 2 perse in 22’). Anche Bimbone non ha reso al meglio: salvato dalle cifre (13-17-4) non lo è dal rendimento effettivo, sonnolento e svagato (4 perse) e dominato dall’avversario, John Henson. Henson rende un paio di cm ma soprattutto quasi 25 kg al centro dei Pistons: ha usato contro di lui la tecnica della zanzara, pungendo e fuggendo fino a vincere il confronto diretto (10+10 con stoppate). Oltre ad Antetokounmpo, senza il quale MIL nemmeno sarebbe una franchigia della NBA in questo momento, l’altra architrave della W Bucks è stato Kris Middleton: 27-7-8, gara totale corredata dal 57% dal campo; bellissimo il suo duello vs il migliore di DET: Avery Bradley, la guardia arrivata in estate dai Celtics (28-2-5 con6/10 da 3, ma 2/8 da 2 e 5 perse a sporcare un po’ la prestazione).

 

TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. SA SPURS 86 – MINNESOTA T’WOLVES 98

Karl-Anthony Towns stanotte ha compiuto 22anni, e si è presentato alla gara essendo solo il secondo giocatore della storia NBA (l’altro è LeBron) ad aver accumulato 3000pti e 2000 rimbalzi prima dei 22. Per il resto: Desperately Seeking Kawhi (e anche Tony, ma meno). Ecco cosa dire dei San Antonio Spurs, che continuano nel gioco dei passi Avanti e passi indietro. Sconfitti dai T’Wolves dopo una W meno facile del previsto a Dallas. Pop dovrà aspettare un pochino prima di mettere a referto al sua vittoria esterna numero 836. L’inizio non era stato buono per Minnesota, ma i numeri del punteggio (24-18 Spurs nel primo quarto) paragonati a quelli del rendimento (27% al tiro, solo 3 pti dalla panchina, 1/11 combinato dal trio Butler-Teague-Wiggins) potevano far ben sperare che bastasse un miglioramento nemmeno troppo pronunciato per riemergere. Dall’altro lato, trovarsi sopra di soli 6 punti davanti ad avversari che non imbucavano nulla era un campanello d’allarme per gli Spurs, aggravato da un dato che poteva sembrare positivo, ma nascondeva insidie: ben 15 pti su 26 dalla panchina. Le deduzioni giuste si sono rivelate quelle favorevoli a Minnie. La prima carica era suonata da Shabazz Muhammad: 9 rapidi punti per aprire il secondo quarto, tra cui una tripla non comune…era infatti la prima della stagione dopo 10 padelle, e, più ancora, la prima imbucata da Marzo 2017…parliamo di segnali del destino? A Shabazz si univa un altro panchinaro, Tyus Jones con 4 altrettanto rapidi assists e una rubata. Pian piano arrivavano anche i titolari, Wiggins per esempio si sbloccava con una tabellata frontale non dichiarata. Erano 12 canestri senza errori per i giocatori di coach Thibodeau, interrotti da una stoppata di Manu su Butler. Mentre i T’Wolves prendevano il volo (39-19 nel quarto) gli SPurs si arenavano. LMA spariva progressivamente, la panchina non fruttava come nel primo periodo e dopo aver segnato 12 pti in 5 nei primi 5 mins (non granchè, ma meglio che in seguito) nei restanti 7’ del secondo arrivava solo 1 pto al minuto. La % di tiro del secondo quarto per MIN dirà 18/22, e rimonta-pareggio-sorpasso saranno ottenuti arrivando at the half quasi senza tiri liberi (solo 6, e tutti da KAT) per i Timberwolves, fatto strano per loro che avevano sempre tirato dalla lunetta più degli avversari in stagione: rimedieranno e confermeranno, anche se solo per uno, il loro record, 16 a 15. KAT dominatore a 26+16: è lui a fare un regalo a compagni, staff e tifosi, e importante anche Bjielica con 11-4-2 + 1 rec e 1 stoppata senza perse; di SA ricordiamo i 15+10 di Aldridge, pur quasi scomparso nel secondo tempo.

 

Concludendo citiamo la prestazione del Beli: 10-2-5 con 1 rec nella mazzata con 46 pti di scarto (126-80) che gli Hawks hanno tirato ai Kings.