Ecco le scelte dalla posizione 11 alla 30.Vita difficile, e cose non facili nemmeno alla Draft Night per Malik Monk, pg da Kentucky, scesa di 3 o 4 posti rispetto alle previsioni. E’ stato chiamato dagli Hornets, dove farà il vice di Kemba Walker: c’è di peggio, ammettiamolo, e in più The Monk farà conoscenza diretta con MJ. Luke Kennard, chiamato al 12 dai Pistons, è tutto ciò che vi potreste aspettare da una guardia bianca: stazza, tiro, fondamentali raffinati, passato da quarter-back al liceo: secondo noi grande chiamata. Altro numero+giocatore azzeccato per il mio Mock: Donovan Mitchell al 13 per i Nuggets, il cui roster affollatissimo di guardie lo spinge verso Utah in uno scambio per Trey Lyles e la chiamata numero 24: DM è un atleta devastante, il migliore della Combine. I Miami Heat al 14 scelgono di tutelare la posizione di back-up di Hassn Whiteside e prendono da Kentucky U. il centro, grezzo ma con numeri di prospettiva, Bam Adebayo. Molte posizioni guadagna rispetto alle previsioni Justin Jackson, da sf tuttofare da North Carolina: andrà a giocare ai Kings, che hanno, come ricordato, ottenuto le scelte 15 e 20 dai Blazers in cambio della 10 che è valsa Zach Collins. Al 16 i Chicago Bulls, per conto dei Minnesota T’Wolves (come parte dell’accordo per Jimmy-B) hanno scelto il centro Justin Patton, atleticissimo, dinamico, reattivo come pochi: potenzialmente uno stoppatore da Tripla A. Il 17 era il turno dei Milwaukee Bucks, che un paio di anni fa hanno pescato Antetokounmpo al numero 15: stanotte si sono diretti su DJ Wilson, pf/c da Michigan, uno che in un certo senso può completare Thon Maker: sul p’n’roll infatti, tanto Maker è portato ad aprirsi sulle triple, quanto Wilson è portato a rollare verso canestro. TJ Leaf, c/pf da UCLA è stata la scelta 18 per gli Indiana Pacers: è un giocatore che in Indiana sarà ben visto: tiro, fondamentali; è figlio di Bradf Leaf, 17 anni di carriera in Israele, Maccabi compreso. Molto più tardi del previsto, al 20, destinazione Hawks, è giunto il turno di John Collins, che ha scontato il fatto di avere qualche cm in meno della media per essere un giocatore prettamente interno: farà la NBA, ma se un qualche club europeo volesse fare follie per un dominatore dovrebbe puntare sul prodotto di Wake Forest. Per completare le scelte ricevute dai Blazers, i Kings scelgono Harry Giles, ovvero Chris Webber senza le ginocchia: Giles, senza infortuni, sarebbe stato senza discussioni la Prima Scelta Assoluta di questo Draft. Terrance Ferguson, il ragazzo di Dallas che ha evitato il college per giocare un anno in Australia, andrà a fare compagnia a Russell Westbrook, essendo stato chiamato al n.21 da OKC. Alla 22 toccava ai Brooklyn Nets, in pieno rebuilding: dopo aver mollato Brook Lopez e acquisito D’Angelo Russell, la loro scelta 22 è caduta su Jarrett Allen, forse la sorpresa maggiore di questo primo giro al Draft 2017: occhio però, perchè questo ragazzo è un buon giocatore e un cervellone. Al 23 toccava ai Toronto Raptors, franchigia che ha parecchi giocatori nella condizione di unrestricted free agent, a cominciare dal Subcomandante Lowry: hanno dato corpo alle ossessioni di coach Casey per lo spot di 3 (8 diversi starters in due anni..), scegliendo OG Anunoby, da indiana U., NBA ready per la difesa, meno per la metà offensiva del campo. Sorpresa totale, almeno per il sottoscrtto, la chiamata dei Jazz per la pf da Syracuse Tyler Lydon, mentre al 24 per Orlando intrigante la chiamata del “fratellino” di Porzingis, ovvero il 2.16 lettone, Anzeijs Paseknics, che però viene dirottato verso Philadelphia in cambio di una prima e una seconda scelta del 2020. Terzo lungo scelto consecutivamente: al 26 Caleb Swanigan, pf da Purdue, si unirà ai Blazers che sperano di trovare in lui un po’ di rim-protection e di difesa (peggiore della NBA nella passata stagione); non un tipo semplice, Caleb: ha cambiato 13 scuole dall’età di 13 anni, ma viene definito uno dei più maturi giocatori presenti al Draft 2017. I Nets hanno ricevuto la scelta 27 come parte della trade Russell-Lopez, e l’hanno usata per chiamare Kyle Kuzma, ala da Utah. I Lakers scambiano la loro 28 mandandola a Utah in cambio della 30 e della 42: il ventottesimo giocatore scelto è Tony Bradley, centro fresman tutto da costruire ma interessante, one and done da UNC. Al 29 toccava agli SPurs: era ovvio che avrebbero chiamato una pg (date le condizioni di Parker e lo status di UFA di Mills): tra White e ROzier, la scelta di Pop e Buford è caduta su Derrick White, il ragazzo da Colorado, uno dei pochissimi seniors di questo Draft, che ha stabilito il record per freshmen scelti al primo giro. Infine ecco il numero 30, l’ultimo del primo giro che spettava ai Lakers: chiamato Josh Hart, altro senior, da Villanova, sg purissima.