Ormai è inutile insistere sull’attualità: i risultati e i numeri diventano immediatamente di globale conoscenza.
Ecco quindi 7 punti su Gara 5 delle NBA Finals, vinta con pieno merito dai Miami Heat. Dato che le Finals sono anche uno spettacolo, non aspettativi solo tecnica.
COACH VOGEL NO NO NO/1. Pessima gestione del finale di gara da parte del coach dei Lakers: affrontare gli ultimi 3 mins con Markieff Morris in campo è stato un autentico suicidio, ripetuto per quanti panieri o lunette si è guadagnato in quel periodo Jimmy-B. L’assetto con 3 lunghi (Markieff-James-Davis) e due guardie/ali (KCP-Green, con qualche tocco di Caruso) era sbagliato: per contenere Butler servivano due lunghi e 3 piccoli, per avere velocità nei cambi, o almeno Kuzma al posto del Gemello. A peggiorare la situazione: Rondo tenuto fuori, lui che non si deve misurare per punti o numeri, ma per visione diretta del contributo globale; in qualsiasi mondo e situazione, in una gara che vale l’Anello, voglio Rajon al posto di qualunque altro Laker, escluse le due Stelle.
COACH VOGEL NO NO NO/2. Lo dice anche Jasikevicius nella sua biografia: Pini Gershon, storico coach israeliano vincitore di una ventina di trofei tra cui 2 Eurolega, membro dei 50 Savi del Basket Europeo, non si interessava molto di quante sigarette fumassero i propri giocatori, o di obbligarli a palleggiar di sinistro…però GUARDAVA le partite, e STUDIAVA gli avversari. Se un “nemico” teneva medie di 80% ai liberi o 40% da 3 e aveva già in partita 8/10 dalla lunetta o 4/10 dall’arco, Pini diceva di lasciarlo tirare, perché avrebbe sbagliato. Al contrario: se un pessimo tiratore era sotto la propria media, Pini diceva di non fargli nemmeno ricevere palla, perché avrebbe segnato. Jasi scrive che gli sembrava di correre rischi assurdi, ma Gershon aveva sempre ragione. Da Tel-Aviv ad Orlando per l’ultimo tiro dei Lakers: ricordando che il miglior passatore gialloviola era in panca. Danny Green nei PO 2020 ha il 33% da 3, in partita era già al 50% (2/4): Pini avrebbe PREGATO che tirasse, se fosse stato il coach degli Heat. Probabile lo abbia fatto anche Spoelstra, ma non è stato il solo errore di LAL sull’ultima azione.
LBJ: NO NO NO. All’interno di una prestazione ottima, LeBron ha toppato l’ultima azione. Non aveva bisogno di arrivare così profondo e scaricare su Green. Un arresto da 3 metri vinceva l’Anello. Non so se si possa definire una responsabilità scaricata sul compagno: probabilmente si tratta di una decisione errata, figlia del fatto che il basket moderno impone così ripetutamente drive-and-kick da far dimenticare le cose semplici. Semplice come questa domanda: ultimo tiro per diventare Campioni, LeBron da 3 metri o tripla di Green?
CAVE MEN. Spoelstra a fine gara ha dichiarato: dobbiamo dimenticarci subito di questa W, tornare nelle nostre caverne e prepararci. L’allusione alle caverne fa immaginare lo spirito di concentrazione, e la dedizione totale che hanno gli Heat: come chi doveva pensare solo a sopravvivere e non alla maglia per onorare Kobe. I Miami Heat sono parte dell’aristocrazia recente della NBA, dove il recente non nega la nobiltà: sanno davvero come si vince. Hanno avuto un passaggio a vuoto pesante (3-17 nel quarto periodo per sorpasso e + 3 Lakers), ma non si sono mai persi: né animo né testa. Una serie lunga è buona per loro e non per i Lakers: gli Heat hanno già (parzialmente) recuperato Adebayo, mentre allungandosi a Gara 6 i Lakers hanno ereditato qualche preoccupazione sul calcagno di Anthony Davis.
LE SCARPE DI WANNA MARCHI. Spero di non rivedere mai più le scarpe dorate di AD, tipiche delle 50enni in astinenza che vogliono farsi notare in palestra.
4 VS 2. I panchinari usati rispettivamente da LAL e MIA. Solo 7 uomini usati da Spo, coerentemente all’impronta tribale citata prima. Oltre a ruotare i suoi malamente, Vogel è stato anche tradito dai ricambi che hanno perso ben 7 dei 15 palloni buttati dai Lakers. Caruso 3 e Gemello 3: 6 perse a fronte di 3 pti e 4 rimbalzi totali, eppure in campo alla fine c’erano loro. Mistero.
JAE E DWIGHT MMA. Terzo quarto: se avete la possibilità, andate a rivedere cosa han combinato Crowder e Howard, che si marcavano. Lotta libera allo stato puro, a suo modo affascinante su un campo da basket e in mezzo a 3 refs.