Nelle serie al meglio delle 7 partite la gara fondamentale è la quinta, e se la sono aggiudicati gli Warriors: 104 – 91, ma nn vi tragga in inganno il divaio in doppia cifra.
Stanotte LBJ stava remando su una bella barchetta attraverso le acque di uno splendido laghetto. Lo stava facendo con la consueta determinazione, la consueta spocchia, la consueta indole melò, e le solite cifre. Una domenica al lago, abbastanza tranquilla. Ad un tratto si apre una falla nello scafo, la falla si chiama Iman, ma lui, abbastanza serenamente, ci mette una manona e continua la sua gita. Senochè, remando remando, altre falle cominciano ad aprirsi in successione, e lui finisce mani, dita, piedi….il suo corpaccione non riesce più a tappare tutte le falle, e il Lebron sereno diportista si ritrova affondato. Ancora vivo, ma non troppo comodo. Cosa chiedere di più ad un giocatore non sapremmo: la gara di stanotte ha mostrato che, a volte, da chiedere non esiste proprio più nulla, se non che i suoi compagni siano ciò che non possono essere in continuità, o che gli infortunati guariscano e scendano in campo. Non fa male ricordare le cifre di James: 40-14-11 (e solo 2 palle perse: un autentico miracolo considerando il numero di palloni che gestisce), a metà partita erano circa la metà esatta, ossia 20-7-6. Consideriamo i numeri di JR Smith: 14 punti, con 5/15 comprensivo di un 4/14 da 3: a metà erano 11 pti, 4/8 di cui 3/7 da 3. Lo stesso vale per tutti i compagni di James, che è stato lasciato progessivamente sempre più solo, fino al dato non confortante della metà del quarto periodo, momento in cui i Cavs avevano segnato 17 pti, frutto di 12 pti e 2 assists di LBJ, senza il quale la squadra non avrebbe avuto attacco. Il parziale di 14-0 con cui gli Warriors passavano da -2 a +10 aveva luogo proprio a partire dalla citata metà dell’ultimo quarto, alimentato da Curry e Iguodala, e inchiodato definitivamente da Gemello Klay e Harrison Barnes, forse l’uomo dalla prestazione più simbolica della serata, con due iconiche schiacciatone più fallo in cui ha avuto, rispettivamente, James e Mozgov attaccati alle braccia, ma se li è tirati dentro al canestro. Tatticamente la gara aveva seguito i binari ormai consueti dello smallball estremo di Kerr parzialmente seguito da Blatt. Stanotte il biondo ex Bulls ha lasciato del tutto a sedere Bogut e dato minuti a Lee ed Ezeli (in campo per 9′ e 3′), ed ha avuto l’uomo capace di sparigliare in Leandro Barbosa, che nel suo 4/5 dal campo (2/2 da 3) ha sbagliato proprio l’ultimo di quei tiri. Ora Golden State conduce 3-2. Gara 6 a Cleveland si annuncia dura, dura, dura. E da non perdere.