Prima di tutto: è solo 1-0. C’è però qualcosa di inevitabile nella W di Golden State in Gara1 delle NBA Finals.
E’ il fatto che oltre a giocare e vincere, gli Warriors puntano il dito verso il futuro, in un modo che per gli altri non sarà facile replicare in fretta.
ORACLE ARENA, OAKLAND. CLEVELAND CAVS 91 – GOLDEN STATE WARRIORS 113
Il basket con cui GS ha costruito questa prima vittoria è differente, e deriva in maniera non imitabile dalla qualità e composizione del roster. La frase di derivazione difensivistica anni ‘80: troppe stelle, ci vorrebbero 2 o 3 palloni per farle giocare insieme…beh, potete buttarla nella indifferenziata, finalmente. E’ sufficiente giocare in maniera frenetica ma organizzata, per arrivare a far tirare 26 volte KD, 22 Steph, 16 Klay e 12 Green, lasciando che gli altri abbiano in ogni caso a disposizione 30 tiri, e sopravvivendo al fatto che Klay&Dray abbiano messo insieme un misero 6/28. E’ stata una intensa e progressiva demolizione quella che ha messo a terra i Cavs. Il primo quarto è stato wrestling inframezzato da triple e contropiede per GS, e wrestling inframezzato dalle giocate di LBJ per i Cavs. Il secondo quarto è stato puro KD, ma i Cavs hanno resistito bene, perché quelli che ai più sono apparsi banali errori difensivi, erano in realtà scelta tattica precisa di coach Lue. Per esempio: Durant (38-8-8 con 14/26 e bagliori di grande difesa) per tre volte si è fatto tutto il campo per andare a schiacciare da solo, perché, oltre a qualche errore di comunicazione, i Cavs erano preoccupati di togliere a GS le triple in transizione, e preferivano ammutolire Steph e gli altri oltre l’arco e prendersi la schiacciatona solitaria. Il -8 dell’intervallo era già un mezzo miracolo per Cleveland, perché opera di pura, e pregevole sia tatticamente che tecnicamente, resistenza. Lo start del secondo half era l’icona di quel che sarebbe accaduto: arrivavano 9 punti in fila per GS, guidata sempre da un KD immarcabile e da Steph (22-6-10 con 3 rec e nonostante il trattamento dei Cavs lo stesso 6/11 nelle triple) che scolpiva nell’aria della Oracle movenze inimmaginabili ottenendone canestri poetici. Il divario si stabilizzava intorno al +15, poi toccava il +21, prima che GS tornasse umana. In 5 lunghi minuti, difendendo, approfittando della contemporanea presenza sul campo per gli Warriors di West, Clark e uno sbilenco Klay (che era anche sfortunato: almeno 5 volte il pallone si è inventato rimbalzi assurdi pur di uscire dal ferro), imponevano un ritmo meno frenetico e arrivavano a -12, spargendo echi di passate rimonte proprio sulle tavole della Oracle. Però, dopo il TO chiamato da Mike Brown (coach Kerr sta meglio ma non tanto da poter andare in panchina), gli Warriors ritornavano furenti e frenetici, e in 71 secs riportavano il distacco a 22, 11 secondi in più di un minuto per ribaltare e spazzar via quello che i Cavs avevano faticosamente (ri)costruito in 5 minuti. Tenete presenti queste scansioni temporali: è tutto qui dentro il futuro, tutto nella riunione di 4 uomini fisicamente fuori dalla norma e tecnicamente baciati dagli Dei, che distribuiscono un basket mai visto finora e sanno farlo con una continuità inaccessibile al 99% dei grandi giocatori attualmente sul pianeta. Inaccessibile anche a LBJ, che ha terminato 28-15-8 in 40 mins, ma di quei totali ecco quel che era presente già dopo 22’ di tavole: 19-11-5. A certi ritmi persino lui dopo un po’ si spegne. Perché in molti sensi è da solo contro 4. Infatti Love e Kyrie hanno sì battagliato (15+21 con 3 stoppate il Californiano), hanno sì avuto sprazzi (24 con 3/4 da 3 per Irving), ma sempre in alternativa a James, mai insieme a lui, ed è questa l’altra grande differenza tra le due formazioni: i 4 di GS sono sempre insieme, sempre utili negli spazi e nei minuti non occupati dagli altri, i 3 di Cleveland sono sempre alternatamente sul palcoscenico, in realtà.
In mezzo a tante potenziali brutte notizie per i Cavs, noi vorremmo, però, segnalare quelle buone. La resistenza offerta, l’aver (anche se per pochi minuti) saputo trovare il ritmo giusto e le giuste situazioni per poter mettere in difficoltà gli Warriors, il sapere che nel wrestling loro sono superiori a GS, tanto che nel primo quarto erano riusciti a mettere fuori gara con due falli in pochissimo tempo Dray-G. Infine: resta da vedere quanto GS saprà fisicamente sopportare sul campo la sua magica frenesia organizzata. Tra le buone news per i ragazzi della Bay Area, d’altro canto, si trova la perfezione più volte raggiunta nel corso di questa partita: nel primo tempo la frenesia è stata talmente organizzata che GS ha perso un solo pallone, e nemmeno quello era una palla buttata via, ma un fallo in attacco di Dray-G. Alla fine saranno 4 perse totali. Poi c’è senz’altro aver saputo vincere senza le % di Klay, peraltro eccezionale in difesa. Nei primi due possessi in cui, per esempio, per effetto dei cambi sul p’n’roll gli è toccato marcare Love, la pf dei Cavs non è riuscita nemmeno a prendere il ferro. Qualche altro numero per chiarire la situazione, in riferimento soprattutto al primo tempo, quello del “miracolo” Cavs. At the Half: 59 tiri GS 42 Cavs; 42 pti Warriors nel pitturato, 16 Cavs; reboff 11 a 7 per Golden State, ma il dato dei Cavs era gonfiato dai 3 presi da Love nella stessa azione, senza peraltro riuscire a segnare; andando avanti alla fine del terzo quarto: assists 26-13 Warriors, palle perse 16 Cavs 4 GS, steals 10 a 0 Warriors. L’ultimo quarto di prevalente garbage (ammesso sia lecita ‘sta parola a certi livelli) non era rilevante, e pur continuando a vincere anche il quarto periodo (20-19), GS tirava il freno a mano: nonostante ciò, alla fine, erano 106 i tiri presi dai Frenetici Perfetti, e tanti saluti anche, su singola gara, alle stats “per 100 possessi”.
Domenica Gara2, due giorni e mezzo di riposo non sono pochi, e non faranno dispiacere ai vecchietti di Cleveland, dato che gli anni dicono 520 per il roster dei Cavs, 384 per quello di Golden State (anche se i quintetti si equivalgono, per via della presenza di Pachulia nello starting5 di GS: 146 anni Cavs, 148 Warriors).