Gara2 porta solo belle notizie ai Golden State Warriors, la prima delle quali è il ritorno in panchina di coach Steve Kerr.

ORACLE ARENA, OAKLAND. CLEVELAND CAVALIERS 113 – GOLDEN STATE WARRIORS 132

Gara2 è stata molto diversa dalla prima. Il risultato è rimasto identico, e da molti punti di vista questa W di Golden State è portatrice per i Californiani di un ottimismo ancora maggiore di quella di Giovedì scorso. I Cavs hanno giocato meglio, anzi: bene. Hanno messo in campo contromisure efficaci, ma non utili a portare la serie in parità, alla fine. Al pronti-via hanno testato la recente nomea di Kevin Durant (33-13-6 con 3 rec e ..leggete avanti) come difensore enormemente migliorato: le prime tre azioni hanno visto KD prendere canestro da LBJ-Love-LBJ, ma il prosieguo della gara ha trovato l’ex Thunder capace di chiusure mirabili dal lato debole e di ben 5 stoppate. I Cavs hanno anche provato a fare giocare davvero insieme le loro Stelle: all’inizio ha funzionato bene; il vantaggio iniziale era frutto di Love 4/4 e James 2/2 e anche un libero, per i primi 14 tutti scritti da loro, per poi arrivare a 19 con una tripla di Kyrie (19-2-7 con 8/23, non riesce a scappare dalla morsa di Klay, contro cui ha avuto anche in Gara1 1/6) e un reboff di Tristan Trevor Thompson. Piano partita egregio, che prevedeva anche tanto movimento di palla e poco palleggio, se è vero che nei primi 15 pti di Kevin Love (27+7 con 12/23, solo il rendimento da 3, 2/7, ne macchia la gara), provenienti da un bel 7/9 al tiro, 6 canestri erano stati realizzati dalla pf dei Cavs senza mettere la palla a terra. Ancora: James (29-11-14, sontuoso) per tutto il primo tempo, chiuso con 7/11, non ha mai fatto altro che penetrare, penetrare, penetrare, senza nemmeno sfiorare col pensiero un tentativo di tripla. I Cavs, aiutati da un po’ di distrazione Warriors (soprattutto da parte di Steph che aveva da solo la metà delle 12 perse di GS all’intervallo) erano in attivo nel bilancio perse/recuperate e costringevano GS ad un serio passivo nella stessa statistica. Anche in attacco troveranno una fluidità mai conosciuta in gara1, finendo con 100 tiri per una % del 45, che non è da sogno ma nemmeno indecente. E alla fine, tuttavia, han perso. Messi schiena a terra dalla multiforme panòplia tattica e tecnica di GS, che ha tirato 11 volte meno, ma chiudendo al 52% totale dal campo con un ingiocabile 28/46 (61%) da 2. Golden State ha vinto con le %, con i reboff (10: considerati sui 43 tiri sbagliati sono un’enormità, rendendo la % globale dal campo come fosse il 59%), con la precisione chirugica dalla lunetta (22/24, il 14/14 di Steph è record per le Finals, restando record per i PO il 24/24 di DirkOne), e con il ritorno offensivo di Klay. Thompson infatti ha segnato nel primo quarto più punti che in Gara1 (8 vs 6), e, ancora più importante, ha chiarito che se ne fregava altamente del proprio non brillante momento di mira, prendendosi tiri immediati dopo rimbalzo offensivo o recupero (2 volte, 1 tripla) o infilando con grande personalità triple dopo che erano stati i Cavs a punire da 3 la difesa di GS (altre 2 volte, alla fine per lui 22-7-1 con 4/7 da 3, 8/12 totale). Cleveland ha resistito per 3 volte a strappi degli Warriors: sul punteggio attorno ai 35, poi intorno ai 55 e infine intorno agli 85; interessante notare che entrambe le squadre erano nella decina degli 80 (86-82 GS) quando ancora mancavano 5:30 alla fine del terzo quarto: questo punteggio proiettato sui 48 minuti poneva Golden State sulla via dei 137 punti, Cleveland a 131. Considerando che gli Warriors han chiuso a 132, ecco che risulta evidente chi abbia mollato, per pura fatica. L’immagine degli ultimi 14 mnuti, circa, di Cleveland è quella di LBJ in panchina stremato. La domanda principale che ci eravamo posti dopo Gara1 concerneva la tenuta fisica degli Warriors nel proporre il basket del futuro che stanno proponendo: Gara2 risponde positivamente, e se Durant è emerso principalmente da metà secondo quarto, Steph si è acceso da subito, nonostatnte le ricordate palle perse. Il quarto strappo è stato quello decisivo, e i Cavs si ritrovano sotto 0-2 nonostante abbian giocato una signora partita: hanno forzato a 20 palle perse un avversario che due giorni prima ne aveva perse 4, hanno fatto 11 tiri in più, hanno saldo positivo perse/recuperi (+6, GS -15), hanno segnato gli stessi punti che in Gara1 aerano stati sufficienti a GS per vincere e hanno avuto, inizialmente un ottimo apporto della panchina (dei 34 punti del primo quarto, 11 venivano dal pino); il loro punto debole, oltre l’affaticamento e la difficoltà a reggere fino alla fine il ritmo imposto da Steph&Co, è la protezione del campo che sta all’interno della riga da 3 punti. In Gara1 questo difetto aveva portato praterie alle penetrazioni con schiacciata, in Gara2 hanno subito tantissimo a rimbalzo, concesso mid-range jumpers a ripetizione, e chiuso con una sola stoppata tra tutta la squadra: si è anche capito come mai Frye non avesse visto campo nella prima partita (è una frana a rimbalzo), e probabilmente, a scapito di qualche tripla subìta in più, tornando a Cleveland coach Lue dovrà dare maggior minutaggio al secondo Superman che ha a roster: TTT.

Il ritmo che serve ai Cavs è quello che avevano con David Blatt: un ritmo da Eurolega, una “tigna” alla Obradovic, una gara spezzettata e “sporca”, in cui la parola “fisico” deve equivalere più a “botte” che a “ritmo”. Ci riuscirà coach Lue? Se la risposta fosse negativa, dovremmo prepararci allo sweep, e a un ulteriore record di questi Warriors; se sarà positiva, allora tornare alla Oracle sul 2-2 potrebbe mettere qualche dubbio nell’anima di GS. Certo è che se Curry (32-10-11) pareggia LBJ per tripla doppia, e se Durant pareggia Dray-G (12-6-6, ma solo 25’ di campo per problemi di falli) per rendimento difensivo, questi Warriors sono davvero ingiocabili. E anche se, soprattutto nel primo quarto, la panchina Cavs ha elevato il livello, ancora una volta LBJ, nonostante un grande Love, è apparso solissimo.