Come migliorare i Campioni? Ecco un esame su 9 ipotesi.
Nove giocatori perché il decimo, alla casella acquisti di BOS per il 24/25, sarà Porzingis: Lettone operato e out fino a dicembre, dopo le vacanze natalizie si vedrà.
Esamineremo giocatori di diversa fama e costo, ma uniti dal denominatore di essere adatti al gioco di coach Mazzulla (non semplicissimo) e migliorativi rispetto al roster attuale (più facile). Un paio di essi sono quasi impossibili da acquisire causa salary-cap, ma la lucetta a fianco di quei nomi va accesa.
LAURI MARKKANEN. Il vero marchio di straordinarietà di Porzingis non sono la mobilità o il tiro: sono le stoppate. Uno scorer di 223 cm che sappia accorpare % da 3 a intimidazione, come fa lui, è rarissimo anche nella NBA, a meno di andare a cercare Monociglio, di fare finta che Myles Turner possa reggere con la testa in ipotetiche Finals o di immaginare che Evan Mobley imparerà a sparare da oltre l’arco. Quindi inutile andare a caccia dell’impossibile, e accettiamo che Markkanen è quanto di più prossimo a KP si possa trovare. Il Finlandese nell’ultimo anno ha tirato col 40% da 3 e il 56% da 2: ha avuto la migliore stagione complessivamente da quando è nella NBA, terza per rimbalzi e seconda per scoring in carriera. Anche lui non è uno dall’infortunio difficile: mai giocate più di 68 gare/anno (da rookie…); in scadenza nel 2025, il salario chiama 18 milioni che potrebbero (condizionale…) non aumentare molto in ragione del passaggio ai Campioni e della storia infortunistica non immacolata. È materia per Brad Stevens, ma il giocatore pare fatto per inserirsi nei giochi dei Celtics anche perché ha un discreto rapporto tra la somma di ass/rec/blk (3.4) sulle palle perse (1.4).
PEYTON WATSON. A Denver gioca questo strano soggetto, esile e poco più di 200 cm, che non entra spessissimo ma, quando lo fa, si piazza sempre almeno sul 4 avversario. Si tratta di un giocatore prettamente difensivo che tira malino dal campo (47%), malino i liberi (67%), orrendamente da 3 (29%), ma in 18 mins di gioco, oltre a bollare di preferenza i lunghi avversari, molla 1.1 stoppate e prende 3.2 rimbalzi. Le cifre diventano 2.1 + 6.2 sui 36 mins, 2.9 + 8.6 sui 100 possessi. In una squadra che mancherà di enorme fisicità (Lettone out a lungo, Horford sempre più in età), ecco un soggetto di culto che farebbe benissimo alla squadra. Salario tra 2 MM ora e 6 nel 26/27: sostenibilissimo.
GARY TRENT Jr. I Knicks (colpo Mikal Bridges) si stanno rinforzando assai, e già nei passati PO sarebbero stati l’avversario reale dei Celtics a Est, se tutta la squadra non si fosse infortunata in post-season. Ecco quindi che, per pareggiare l’energia e la fisicità di guardie come DiVincenzo e Josh Hart, farebbe comodo un enforcer come l’attuale Raptor, guardia di 196 x 96 (Pritchard, per dire, è 185 x 88) capace del 38.7% da 3 in carriera e appena reduce dalla seconda migliore stagione in termini di percentuale nelle triple (39.3). Ha già 6 anni di carriera ma è solo un 1999, ha già avuto lunghe esperienze di quintetto come di sesto uomo; diventerà free agent adesso: non potrà spennare i 18 MM dell’ultimo contratto, e anche in questo caso il prestigio di BOS potrebbe ridurre ulteriormente le richieste.
MILES McBRIDE. Cosa meglio che sottrarre giocatori ai diretti rivali? McBride è una combo-guard da paradigma (difesa, 41% da 3, 1.7 ass ma anche solo 0.4 perse), cresciuta bene sotto il severo Thibodeau. Purtroppo per le ipotesi di interesse bostoniane, nei recenti PO è stato chiamato a giocare 28 mins di media invece dei 19 di RS, e ha risposto alla grande. Difficile che i Knicks se ne privino, ma anche lui sarebbe un’addizione e un miglioramento tecnico e fisico rispetto agli attuali back-up delle guardie Celtics. Inoltre è in un contratto estremamente conveniente: 4MM/anno fino al 26/27.
I prossimi 3 giocatori si inseriscono nella corrente di pensiero: come risparmiare fatica ai Jays in RS? Chiunque entrasse in questo ruolo dovrebbe essere cosciente di dovere rinunciare a minuti e palloni, di dovere essere efficace in un tempo contratto, di esporsi a possibile stagione magra di stats.
FONTECCHIO. Tra giocare 30 a DET o a BOS, non ci sono dubbi: la scelta è Celtics. Simone ha le caratteristiche tecniche, di carriera e psicologiche per diventare quasi perfetto come filler dei minuti di riposo delle due Stelle. Ha il fiondo e un buon 1 vs 1, è più grosso più dinamico più rimbalzista di Hauser (non più difensore), e ha un talento cestistico più crsitallino di qualunque altra ala abbia servito nei Celtics per il 23/24. Il 42.6% da 3 tenuto nella porzione di stagione ai Pistons fa venire la bava alla bocca a Mazzulla, certamente. Cosa ostacola un eventuale addio a Detroit? In parte la recente operazione, ma soprattutto il fatto che è restricted FA, ovvero i Pistons possono pareggiare le offerte altrui; MA non lo faranno se sono abbastanza alte…
HARRISON BARNES. Giocatore di prestigio enorme, una delle menti cestistiche più raffinate della NBA, ma una carriera un po’ in stallo a SAC. Scade nel 25/26, situazione ideale per BOS per offrire una trade di qualche convenienza ai Kings (Hauser, Pritchard, scelte basse) e portare a casa un contratto non esorbitante (19MM/anno) + 2 anni in cui l’esperienza e l’intelligenza di Barnes potranno offrire tanti minuti di qualità in cambio di riposi dei Jays (e sonni tranquillissimi in caso di infortuni).
JALEN JOHNSON. Difficile acquisto, per molti motivi: ma sarebbe un colpo geniale. Innazitutto: ancora nel rookie contract, per due anni sarà pagato 11MM totali. Si tratta di uno dei giocatori più progrediti dell’anno, quindi vedrebbe un po’ tarpate le sue prospettive. Fu scelto basso (numero 20, pur provenendo da Duke) al Draft 2021 perché durante il Covid disse a coach K “No, così ti ci alleni tu, io resto a casa”. Duke è lo stesso ateneo di Tatum, e Johnson è appunto un 206 x 98 capace, nel 23/24, di passare da 5 a 16 pti rispetto la stagione precedente; da 15 a 33 mins, dalla panca al quintetto, da 4 a 9 rebs; ha un rapporto ass/perse di 2, da guardia. Ecco perché è quasi impossibile si muova. Altro miracolo richiesto a Brad Stevens.
Ultimi due giocatori, agli antipodi in tutto: ruolo, pedigree, esperienza, talento, vittorie.
COREY KISPERT. Uno dei miei più grandi errori di valutazione, al relativo Draft. Gli davo zero possibilità nella NBA, invece ha trovato uno spazio e una ragione, pur in un contesto perdente come WAS. Però anche Gafford viene da lì, ad esempio. È una finta sf: la velocità e i piedi sono più da pf, ma ha terminato l’anno col record di pti (13.4), il 38.3% da 3. Giocatore intelligente, disciplinato, prontissimo sugli scarichi: vive sul perimetro prendendo oltre la riga delle triple il 60% dei suoi tiri. Ovviamente sarebbe l’acme della sua carriera approdare a BOS, e ha un contratto sostenibile sia per importo che per durata (13MM totali nei prossimi due anni).
XXXXXXX. Prima del nome, un suo record. Il 5 dicembre 2016 ha segnato 60 pti con 11 palleggi e ampiamente meno di un minuto con la palla in mano. Non esiste modo migliore per definire le caratteristiche che lo rendono perfetto nel meccanismo di Mazzulla. Certo, non è più quello di prima dei tremendi infortuni e non sarebbe indolore il suo ingresso da FA nel salary cap di Boston; ha già vinto più di un Anello e la questione del prestigio di giocare nella squadra campione col maggior numero di Titoli fa poca presa in uno che ha già fatto parte di una dinastia. Però Klay sarebbe IL FIT.