Se pensate che la “società” sia espressione della volontà dell’uomo di mitigare fin quasi a zero le differenze naturali tra gli individui, al fine di una condivisione delle opportunità di vita: beh, la NBA no.
Per quanto possa essere mimetizzato il fatto, la NBA è un posto governato dalla divisione tra Maschi Alfa e Maschi Beta (o femmine, ovvio). Un Beta a tutti gli effetti, pur competente e reduce da eccellente stagione a OKC, è Billy Donovan. Da quando è arrivato lui si sono moltiplicate le voci che vedono coinvolti in scambi di mercato i migliori giocatori dei Pacers. Perché Donovan ha appena firmato, ha sopportato Westbrook e Paul, e sopporterà anche un eventuale, addirittura possibile, rebuilding di IND. Pesano anche altri fattori, ovviamente. Indianapolis non è città ambita dalle Star NBA. Il recupero di Oladipo dall’infortunio non ha ancora dato esiti del tutto confortanti sulla effettiva efficienza del giocatore, che è inoltre in scadenza di contratto. La squadra ha dato più o meno il massimo che può dare, per migliorare significativamente servirebbe un innesto di estremo valore, il che ci rimanda al problema di Indianapolis città. I Pacers non hanno prime scelte al Draft 2020. I Pacers hanno stipulato buoni / ottimi contratti con i giocatori principali (Oladipo-Brogdon-Turner-Sabonis costeranno nel 2020/21 solo 78 MM$$ totali) ma hanno pessimi accordi coi comprimari (Lamb 10.5, McDermott quasi 8, Leaf 4.5) ritrovandosi 10 MM in più da pagare nella prossima stagione. In passato è bastato molto meno ad una franchigia per decidere di ricostruire, ecco dunque sorgere un’infinità di voci più o meno sensate, ma mai etichettabili come pure fantasie. In particolare, e non da oggi, sono intensi i colloqui di Danny Ainge con i Pacers, per portare a Boston qualche pezzo pregiato in ruoli da migliorare per i Celtics.
Cosa ha da offrire BOS? Scelte, non pregiatissime ma abbondanti: 14, 26, 30, 47 al prossimo Draft. Uomini: tutti i panchinari e Theis sono spendibili per arrivare a un uomo di valore. Stelle (o quasi): Gordon Hayward e Kemba Walker potrebbero partire. Pur in stagione da All-Star, Walker è rimasto vittima del salto dal nulla di Charlotte al tutto di Boston, e ha pagato: non è intoccabile. Hayward, che gode di player option (sceglie lui se accettarli o no) da 34 MM, per tanti motivi non ha dato ai Celtics quel che poteva, ma rimane pezzo pregiato oltre ad avere natali, carriera collegiale e casa in Indiana: potrebbe partire sia esercitando la P.O. che non. Ai Pacers verrebbero chiesti, in ordine di importanza: Sabonis, Turner, Oladipo.
Perché? Oladipo: a BOS Marcus Smart ha posto fine sul campo ai dubbi sull’essere o meno uno starter (decisamente sì) e non essere pericoloso da 3 (non è Reggie Miller, ma sa fare male oltre l’arco), quindi è inutile per i Celtics continuare ad affidarsi ad high-scoring pg. Servono sg vere, come Beal-Oladipo-LaVine: il Pacer è il meno impegnativo finanziariamente (anche per via delle condizioni fisiche incerte) e non ha talento inferiore agli altri due, anzi.
Turner: ora che questo signore delle stoppate ha imparato a imbucare anche qualche tripla, rappresenta un innesto quasi perfetto per Boston, garantendo quel che manca ormai da un decennio: protezione del ferro. Costa solo 18MM/anno fino al 2023
Sabonis: semplicemente perché è fortissimo, grande rimbalzista, triplista, grandi fondamentali, grande grinta, duttile, gioca da pf/c in difesa ma anche da sf in attacco. E’ ideale per il gioco “liquido” di Stevens: offre molte meno stoppate di Turner, ma sul valore globale non ci sono confronti. Costa 18.5 fino al 2024 (altra magia del front office dei Pacers).
Il fatto che per il 2020/21 il monte stipendi delle due franchigie si equivalga (123 BOS, 125 IND) e che i giocatori dei Pacers costino davvero poco rende possibile qualsiasi scenario, anche che i Celtics riescano a far atterrare due uomini pur riuscendo a far partire solo uno tra Kemba e Hayward. Anche perché, tornando al paragrafo iniziale: Danny Ainge è decisamente un Alfa.