Stanotte inizieranno gli NBA Playoffs 2019, ma intanto ha parlato il Commissioner Adam Silver e si sono sparigliate le parità della RS in vista del Draft.
Silver ha proferito alcune parole per la prima volta, rendendo i 20 minuti di colloquio con la stampa molto interessanti, ma prima occupiamoci dei tiebreakers. Erano 7 le occasioni di record pari, e sono state risolte con il classico metodo delle palline che saltano dal tubo: 4 di esse riguardavano squadre da PO. Tra Houston e Portland, i Rockets hanno vinto la scelta 25 e i Blazers avranno la 26, che in realtà è in possesso dei Cavs. OKC sceglierà per 21′, Boston al 22; Indiana 18, San Antonio 19 e Clippers 20, ma la scelta di ClipperTown è detenuta dai Celtics; tra BKN e ORL sono i Magic ad aggiudicarsi la scelta 16, ai Nets la 17. Più significativi i risultati per sparigliare le squadre che non faranno i PO: l’ordine uscito da questa notte servirà per le chances di avere la Prima Scelta Assoluta al Draft del 20 Giugno: la cerimonia della Lottery avverrà a metà maggio a Chicago. La triplice parità tra Hornets, Heat e Kings si è sciolta a favore di Charlotte, che sara 12′ con Heat al 13 e SAC al 14, ma la loro scelta è posseduta o da Philadelphia (se sarà la Prima Assoluta) o da Boston (in tutti gli altri casi). Nola 7, Memphis 8 e Dallas 9; infine tra Cavs e Suns per il secondo posto hanno avuto fortuna i Cavs (come sempre).
Ed ecco come Adam SIlver ha aperto alcuni scenari mai avvicinati in precedenza. Il nodo della chiacchierata coi giornalisti è stato: come si può migliorare (evitare) il ricorso ai riposini/riposoni che le franchigie concedono durante la stagione alle Stelle (ma non solo a loro) rendendo alcune gare prive di significato o deludenti per i tifosi? Questo tema è ovviamente collegato a quello degli infortuni, che quei riposini intendono o intenderebbero evitare. Silver ha detto che il format della NBA funziona da 50 anni ma “non è magico” nel senso che non esiste una superstizione o una maledizione che impedisca di cambiarlo: ha parlato di possibilità già note (ridurre le partite, allungare ulteriormente la stagione) e di altre nuove: portare le gare a 40 mins e non più 48 (“NCAA e Europa giocano su 40′, non è una soluzione fantascientifica”). Ha anche fatto riferimento al poter cambiare la tendenza ai riposini annullando i momenti di “stanca” all’interno della stagione. Tali momenti sono storicamente le due settimane prima + la settimana dopo lo All-Star Game e l’ultima settimana di RS quando sono poche le squadre con qualcosa ancora in gioco. Silver ha ventilato l’ipotesi di istituire un “Mid-season Tournament” o un trofeo ulteriore rispetto all’anello, asserendo che si tratta di una cosa estranea alla cultura sportiva professionistica americana, ma che la UEFA gioca la sua stagione su 3 fronti (Campionati, Coppe, e Nazionali) da sempre. Ha anche parlato di possibilità di accrescere il numero di giocatori dei rosters per agevolare un turnover di qualità, prendendo ancora ad esempio la UEFA, le cui squadre migliori, per arrivare in fondo alle principali competizioni, hanno un parco giocatori notevolmente superiore ai 16 tra campo e panchina di ogni gara per poter fare turnover senza incidere sulla qualità del gioco. Singolare non abbia mai nominato, come esempio e fonte di possibile ispirazione, la FIBA….chissà come mai. Altro argomento assai sensibile: se e come ha funzionato il primo anno di possibilità per le franchigie di rifirmare le proprie “veteran Stars” a condizioni migliori per non perderle a favore di altre squadre. Silver ha ammesso che la norma nuova ha funzionato in alcuni casi e in altri no, ma che lo scopo supremo della NBA su questo aspetto è, letterale: “scoraggiare la richiesta di trade da parte dei giocatori e soprattutto PUBBLICHE richieste di trade”, e che “il talento sia appropriatamente dislocato”. L’elefante nella stanza era la telenovela Davis-Nola-Lakers-LeBron.