Ci eravamo un po’ scordati di lui, complice l’infortunio e una copertura di media e commentatori che non è ostile ma nemmeno entusiasta.
Eppure sarà uno di quelli che avrà la NBA in mano nei prossimi 10 anni. Forse…FORSE…non vincerà nulla, ma nemmeno La Barba o Chris Paul hanno vinto nulla in 32 anni combinati di carriera, quindi perdonerete se a proposito dei 3 anni (ma solo 128 gare, pari a una RS e mezzo) di LaMelo e del suo futuro resto ottimista.
CHARLOTTE. Ottimista a patto che esca da Charlotte. La squadra di MJ è decisamente maledetta. Accursed, come diceva Enrico V dei gentiluomini non accorsi alla battaglia nel giorno di San Crispino. Lo scorso anno era evidente che iniziava a funzionare la squadra messa insieme con pazienza e saggezza in 5 anni di scambi e Draft: talento, chimica, esplosioni inattese come quella di Miles Bridges. Era arrivata la prima stagione sopra al 50% dopo 6 anni di L. Poi, questa estate, il disastro: proprio Miles condannato per episodi di violenza domestica, e conseguente sospensione dal Gioco; in aggiunta: il lungo stop per infortunio di LaMelo. Due colpi che un ambiente fragile e non vincente come quello degli Hornets non poteva reggere, e infatti ecco l’ultimo posto, o quasi, della Eastern nella RS 22/23. CHA non farà la postseason nemmeno comprandola, era già fuori dai giochi a fine ottobre. Però almeno LaMelo è ritornato in campo. Non ha fatto meraviglie: 12/36 dal campo, fra cui un censurabile 5/24 da 3; però anche 5 rebs e 7.5 ass di media, così come 3.5 palle perse: considerati i 31 mins di impiego/gara, il numero di palloni gestiti, la ruggine che traspare dalle % di tiro, le perse non sono neppure troppe, in fondo. Resta il fatto che il talento va curato, educato, instradato: esistono posti migliori nella NBA.
CAPO MAZZULLA. Non è un promontorio siciliano o pugliese. È il capoallenatore dei Celtics in (sempre meno temporanea) sostituzione del gigoleggiante Udoka. Stanotte ha portato Boston al ruolo (temporaneo ma chissà) di leader della RS. L’ex vice di Udoka, ex Stella di WVU (Final4 2010 e fu lui lo MVP dell’upset che mise fuori Kentucky di Wall-Cousins eccecc) ha 34 anni, quasi 3 meno del suo giocatore Al Horford. Parla poco, protesta quasi mai, ha una dedizione maniacale al Gioco, ma non crediate sia uno che si lasci passare sopra: nel 2009 fu arrestato per una rissa in un pub.
BAM. A proposito di Horford, e di tutti i centri come lui: manuali di tecnica, adattabili tatticamente, duri sotto ma triplisti e passatori. Il miglior centro della NBA è Bam Adebayo: è al top in ognuno dei settori prima elencati, e non ha paragoni nemmeno in confronto a Embiid o Jokic. Se volete vincere, ovvio. Può segnare 4 o 40 a seconda del bisogno, prendere 4 o 40 tiri, gestire 100 o 10 possessi: la sua efficacia non muta; provate a dimezzare i possessi di Jokic e guardate che vi resta. Di Embiid, con tutto il rispetto, non vale la pena parlare davanti alla magnificenza di Adebayo; e suggerisco che, in termini di pura utilità, Horford è superiore alla divinità camerunense. Certo: il vecchio Al non ha la zavorra dell’ambientino di PHI, o di coach Doc, o d