Ero tra i commentatori che, a trade avvenuta, non capivano tutta l’eccitazione a proposito dell’arrivo di Rudy Gobert a Minnie.
Tutti gli esaltati consideravano la situazione solo a spot, non secondo un continuum legato davvero al Gioco. Pensavano: ora il ferro e il pitturato dei T’Wolves sono sigillati; ora Towns è protetto in difesa e può dedicarsi a spanierare; ora KAT potrà lasciare per sempre il ruolo di 5. MA. Gobert è un giocatore super e un miracolo biodinamico che rimane, però, estremamente condizionante: non il tipo di centro che va bene insieme a Towns e in una formazione che non possiede una cabina di regia particolarmente sofisticata.
Osserviamo qualche dato. Vero: gli avversari di Minnie tirano peggio (45.7 vs 48.1), ma tirano di più (91 a 87). Il numero di tiri/gara dei T’Wolves è sotto la soglia considerata ideale dagli analitics: 90; quello dei loro avversari è sopra la soglia: quindi viene da chiedersi COME e SE la supposta difesa agisca davvero sul campo, dal momento che beccano più punti di quanti ne segnino (116 vs 115). I Lupacchiotti subiscono pesantemente al capitolo triple: ne tirano meno (34 vs 37) e peggio (32.6 vs 37.4%). I 5 pti percentuali di differenza realizzativa da 3 sono uno dei macigni che pesano su Minnesota: né Gobert né Towns sono dei mostri nel recuperare sul perimetro e quando sono insieme (motivo principale dell’acquisizione del Francese è la compresenza, non l’alternanza dei due) il perimetro resta orrendamente scoperto. Inoltre, in attacco, Gobert non è lungo da triple o mid-range, ma da post-basso o scarico sotto: insomma realizza nel pitturato, cioè la zona privilegiata di Anthony Edwards. AE ha iniziato bene la stagione, ma per esempio ha dovuto aspettare una decina di gare per infilare la prima schiacciata a difesa schierata: evento significativo di come le difese abbiano deciso di agire su quella forza della natura, ovvero negandogli il ferro a qualsiasi costo.
Altro problema: né Towns né Gobert, per motivi di aggressività o spartizione del campo, sono grandi rimbalzisti offensivi, e i T’Wolves sono sotto agli avversari nel totale rimbalzi proprio per il deficit nei reboff (3 in meno/gara, 12% in meno di reboff rispetto all’anno scorso, 2.5% in meno nei rimbalzi totali). Minnie stoppa molto di più di chi affronta (quasi 40 blocks di vantaggio) ma perde più palloni (20 in più), recupera meno e sforna meno assists (rispettivamente 13 e 12 in meno). La coesistenza Towns/Gobert deve essere perfezionata, se mai sarà possibile farlo, ma apre la strada a un’altra considerazione, il vero motivo, secondo chi vi scrive, dell’arrivo di Gobert ai Timberwolves: la possibilità di una trade che farà arrivare molti giocatori a Minneapolis in cambio della partenza di KAT. Towns ai Lakers, al posto di Davis per esempio. Towns a New Orleans, forse. Towns a Boston, ancora più forse. Vedremo. Ultima considerazione. Anthony Edwards al terzo anno di NBA sta migliorando in ogni categoria: pti, rebs, gli assists sono gli stessi, le % di tiro migliorate; solo le perse sono aumentate: come nel caso di Gobert, viene da chiedersi come mai alla valenza individuale non faccia seguito quella di squadra. Questo apre il capitolo della vera carenza dei Timberwolves per il salto di qualità, quella di cui era necessario occuparsi invece di acquisire Gobert: D-Lo è un buon giocatore ma non un pg da Conference Finals. Manca della leadership e della continuità necessarie per governare una squadra di Alpha-Dogs come i T’Wolves. Ora sono 11’ a Ovest e, tra le squadre che li precedono, trovo solo i Clippers potenzialmente più deboli in regia. Anche dovessero arrivare ai PO, ogni confronto partirebbe in deficit proprio per la superiorità degli avversari nei confronti di Russell (Steph, Ja, Doncic, Paul, Fox, Murray…e continuando). La Gobert-trade ha attirato molto interesse, ma poco costrutto almeno finora: e ha lasciato aperto il maggiore problema.