C’è stata una prestazione STORICA nella NBA stanotte, e ve ne renderemo conto, ma prima ci sono altre 3 notizie importanti di cui parlare.
La prima è il licenziamento di Jason Kidd, che non è più il coach dei Milwaukee Bucks. La proprietà con un tipico comunicato da sfida alla logica e al diabete, mielosamente cerchiobottista, ha informato di aver deciso che il lavoro di Jason era ottimo ma non abbastanza. Per ora squadra affidata ad interim all’assistente Joe Prunty, che intanto ha vinto (non troppo eroicamente invero) la prima in casa vs i deboli Suns. La decisione era nell’aria, perchè un record appena al 50% era deludente per una formazione che ha lo Pterodattilo Greco a roster. La sola parte sensata del comunicato dei Bucks riguarda l’opera prestata da Kidd nella prima parte del suo mandato quando era anche GM: opera fondamentale, insieme alla presenza di Antetokounmpo, per fare sì che in città continuasse ad esserci la NBA; i Bucks erano infatti la prima sulla lista delle franchigie destinate a sparire per far posto al ritorno di Seatlle o all’ingresso di Mexico City. In 3 anni il valore dei Bucks è quasi decuplicato, anche se ancora a livello di comunicazione fanno figuracce come quella di dar notizia del licenziamento di Kidd sul loro profilo Twitter senza cancellare i palloncini e le altre figurine di festa che celebravano, nello stesso momento, il loro Twirday, il compleanno sul social media. Prunty potrebbe restare per tutta la stagione? Al momento la metà dei commentatori USA lo conferma, mentre un’altra metà dice che i Bucks troveranno un altro Head Coach “relatively quickly”. Nel secondo caso potrebbe essere Lionel Hollins a subentrare fra poco, mentre se il nuovo capo-allenatore dovesse iniziare dalla prossima stagione, allora secondo molti il primo nome sulla lista è quello di Ettore Messina.
Seconda notizia: le presunte frizioni tra Kawhi Leonard e lo staff degli Spurs, staff medico in particolare e poi anche manageriale e tecnico. Il giocatore non sarebbe soddisfatto dagli esiti del percorso di cura deciso dagli Spurs, e nemmeno di come sono stati gestiti i rapporti personali (forse troppo freddi, ma Pop e Messina son fatti così) dal coaching staff durante la sua assenza. Sui rapporti personali non ci esprimiamo, ma Leonard parrebbe avere un po’ di ragioni dal punto di vista medico. In teoria tornato in campo il 12 Dicembre, da allora ha in realtà disputato 9 gare su 21, e solo 1 delle ultime 8: al momento è fermo da 4. Sia RC Buford per la società che il padre di Leonard per il giocatore hanno negato ogni verità circa le frizioni e i rapporti raffreddatisi, ma sono suonate come dichiarazioni obbligate. Anche perché, per chi conosce la NBA, una mossa di mercato apparentemente secondaria per non dire irrisoria potrebbe nascondere scenari interessanti.
Ecco infatti la terza notizia. I Boston Celtics hanno dato un contratto a Jarell Eddie. Chi? Ala 26enne 201cm x 100 kg, undrafted 2014 da Virginia Tech, con 31 gare insipide di esperienza NBA (26 ai Bulls, 5 ai Suns: 3 pti e 1 reb di media ad essere generosi) ma anche ordita Pop, data la molta D-League con gli Austin Spurs, team satellite di San Antonio: quindi un giocatore allenabile e con cervello. Quel che fa riflettere è che raramente l’Immaginifico Ainge, miglior GM e CBO della NBA, si muove a caso: considerato che l’arrivo di Eddie non risolve il maggior problema attuale dei Celtics, ovvero le pause offensive, dobbiamo dedurre che questa addizione potrebbe avere un altro motivo. Per esempio: consolida, per non dire imballa, gli spots destinati alle ali. Ci sarà una qualche mega-mossa nella testa di Danny? Per esempio un sacrificio pesante pur di arrivare a Kawhi anche se infortunato, come Tatum (next Melo) + Rozier (superatleta non peggio di Mills e con Parker alla frutta nonché privato del quintetto) oppure Marcus Smart (eletto universalmente anti-Harden per eccellenza e teoricamente protetto a SA molto più che a Boston) + Lakers pick 2018 (golosissima scelta al momento nelle prime 5 per una squadra che non vede da tempo la parte nobile del Draft)? E’ una suggestione, ma non assurda e molto golosa.