Gara 6 allo Staples Center, i Clippers potevano forzare alla settima i Golden State Warriors.
L’atmosfera era tuttavia sazia, nell’arena. In questa strana serie che ha visto ben 4 W esterne su sei partite gli Warriors hanno mostrato di aver bisogno di essere schiaffeggiati prima di dare il meglio. Come scritto due giorni fa, l’infortunio di Cousins ha scombinato i piani di coach Kerr molto più di quanto avrebbe fatto un infortunio a Klay o Green. GS non è solo stanca, incerottata e sazia. E’ stufa di se stessa. Tra le tante cose lo prova l’incidente tra Kerr e Green alla sessione di tiro la mattina della gara, con Kerr che chiede di abbassare la musica durante lo shootaround perchè non sente le domande dei giornalisti e Dray-G che non lascia sia fatta la volontà del coach, visibilmente indispettito (“come vedete, non sono certo io a comandare qui”). L’incredibile orgoglio personale è al momento quel che tiene unita la squadra, oltre alla personalità di Steph, che incarna alla perfezione la figura del leader apparentemente “leggero”: dietro al sorriso e all’aria sempre rilassata si nasconde un vero capocosca. Sul campo, stanotte Kerr ha operato un aggiustamento rivelatosi decisivo: tolto Bogut dal quintetto e replica di vecchissimi tempi quando “The Death Squad” era una cinquina leggerissima, stanotte impersonata da Steph-Klay-Livingston-Durant-Green. Questo ha annullato l’efficacia dell’elicotterone JaMychal Green, che aveva messo in difficoltà Bogut oltre le linea delle triple: Green non ha grandi movimenti ma se si tratta di saltare è nei primi 10 della NBA, e ha imparato a tirare da 3 facendo la stessa cosa che fa quando schiaccia, ovvero salta e tira senza muoversi; la prima volta che ha provato finta e penetrazione ha sfondato sul suo omonimo. Le chiusure di Durant/Draymond sono ben più rapide di quelle di Bogut, e cominciando da questa W tattica, dopo un momento di esitazione iniziale (anche +10 dopo una schiacciata di Gallinari, ma erano passati solo 5 mins di gioco) GS ha tenuto la gara in mano. Altra cosa utile è avere in squadra Durant: dopo il suo massimo nei PO dei Gara 5 (45 pti), stanotte KD ha scritto 38 nel primo tempo riposandosi poi nel secondo in cui ha segnato solo 12 finendo a 50; nei primi suoi 15 mins di campo ha segnato 28 con 14 tiri, 10 imbucati e nei primi 7:30 del secondo quarto ha segnato tutti i 16 pti di GS, fornendo a Green l’assist per i successivi due canestri. Riposandosi poi: per modo di dire visto che è rimasto 42 minuti in campo. Ecco un altro dei problemi di GS: sono pochi. Per qualche motivo Kerr ha perso fiducia nella panchina, da cui stanotte solo Iggy (15-4-4 con 2 rec e 1 stoppata per miglior plus/minus di +23) e Looney sono usciti per minuti significativi: gli Warriors sono in 4 con l’aggiunta di altri 4 da cui scegliere uno per il quintetto. Oltre alla prestazione di KD è stata necessaria anche la tripla-doppia di Dray-G (16-14-10) per risolvere senza patemi la pratica. In questa enfasi realizzativa degli uomini in forward è difficile vedere solo un episodio o una conseguenza della mira storta di Klay: pare un altro aggiustamento di Kerr, perchè i tiri di Durant+Green non superano, comunemente, quelli di Steph+Klay per 40 a 24. Danilo Gallinari si è congedato alla grande dalla sua stagione (29+5) e così ha fatto quello che, non ci fosse al mondo Luka Doncic, sarebbe il Rookie of the Year 2019, Shai Gilgeous-Alexander (22-5-6); buone cose attendono ClipperTown il prossimo anno, se non distruggeranno tutto, come spesso fanno, dalle scrivanie. Prepariamoci tutti: la serie GS vs HOU sarà una delle più dure di sempre, saranno anche parole e gesti fuori dal campo a deciderla, saranno i refs a deciderla, saranno le Conference Semis più combattute e di alto livello competitivo (speriamo solo quello) degli ultimi 20 anni.