Dopo aver fatto, come diceva Antonello Venditti, “giri immensi”, le due serie TOR/PHI e DEN/POR sono approdate ad un risultato che simula normalità.
Le due Gara 5 sui campi delle teste di serie hanno visto nettissime W casalinghe. I Raptors hanno dato 36 pti ai Sixers e Denver 26 a Portland. Cosa ha portato Toronto dal classico orlo della disperazione dopo Gara 3 ad avere il match-ball fra due giorni? L’arrivo finalmente in campo del Subcomandante Lowry. Non solo perchè è la pg della squadra, ma è un fatto acclarato che se gira lui gira tutta la squadra. Tutta la città, quasi. Perchè lui vede tutto e gestisce tutto: sa quale spettatore sta bevendo birra e quale si sta mettendo le dita nel naso, tira, segna, arringa gli arbitri, ogni tanto floppa, indirizza i compagni e parla con gli avversari, li fa ridere, li provoca, li rimbambisce di parole. Tutto questo è ciò che rende Lowry per Toronto più o meno quel che Guevara è per Cuba. Inoltre dopo le prime 3 gare era 13/36 dal campo, di cui 2/14 da 3, mentre nelle ultime due (tutte W dei Raptors) è andato 11/22 di cui 4/11 nelle triple: stanotte 19-6-5. Un miglioramento netto che ha avuto l’effetto di liberare le menti anche di altri Dinosauri, come Ibaka (stanotte 10 con 4/7) e Danny Green (17 con 5/7 da 3 e 3 rec), creando un po’ più di spazio vitale per Leonard e Siakam. Dall’altra parte, invece, l’inerzia è sparita per una serie di fattori. Primo: i Sixers sono in assoluto lo spogliatoio più potenzialmente folle della NBA, pieno di creature altamente egotiche, anche in figure di secondo piano rispetto alle Stelle. In secondo luogo ad incidere sul rendimento della squadra è la salute di Embiid: avuto bisogno di trattamento con flebo prima di Gara 4 e non certo in forma nemmeno stanotte. Poi tutto pesa troppo sulle spalle di Jimmy-B: chiesto pubblicamente aiuto a Ben Simmons (“devi attaccare di più il canestro, devi assumerti responsabilità”) ha ottenuto stanotte la risposta: misero score da 7-7-4 con solo 5 tiri presi. Non è semplice allenare una banda del genere, considerando anche che il preferito dai giocatori, nel coaching-staff, non è Brown ma il suo assistente Monty Williams, e Monty ha appena firmato per allenare i Suns il prossimo anno.
Quel che affligge Portland, invece, sono le percentuali di tiro di Lillard: nella serie con Denver è attorno al 40% da 2 e al 30% da 3: stanotte 22 ma con 21 tiri (2/9 da 3). Considerato che i Blazers sono una squadra con una sola vera Stella e un infortunato eccellente (Nurkic) che non tornerà in questa stagione è miracoloso quel che stanno facendo, ma forse sono giunti a fine corsa. Denver ha scontato all’inizio emozione ed inesperienza, ma pare avviata a prendere definitivo possesso della serie. Jokic (25-19-6) ha giganteggiato e smentito chi dice che è troppo calmo e compassato accendendo una mini-rissa con Meyers Leonard quando c’erano 20 pti tra le due squadre; Jamal Murray continua la scalata al livello dei Lillard-Kyrie-Harden (non ancora al livello di Steph) e stanotte ha dipinto una gara con 9 assists e 0 perse. Inoltre a Denver hanno una figura importantissima: un BigDaddy. E’ Paul Millsap, che a dispetto di quasi 35 primavere e parecchi infortuni sta giocando dispensando lezioni nei momenti più opportuni: il 24-8-2 con 1 rec e 2 stoppate di stanotte è solo l’esempio più recente di come la sua esperienza sia di aiuto e non di freno ai Giovani Leoni dei Nuggets.