In programma la prima Gara7 di questi NBA PlayOffs 2017: Celtics-Wizards al TD Garden.

Il poeta, spiegando anche il titolo di questo nostro recap, potrebbe così chiosare la partita di stanotte: da sdraiati, da seduti..questi Celtics van temuti. Nel portare il massimo sforzo fisico possibile, infatti, i giocatori di Boston si sono anche prodotti nelle seguenti, nuove posizioni: un assist da sdraiato pancia sotto di Isaiah Thomas per Avery Bradley nel primo quarto, e nel terzo periodo un rimbalzo catturato a due mani saltando da seduto di Jaylen Brown, che per tutta la gara ha confermato quel che di lui disse un compagno di squadra dopo il primo allenamento insieme: fisicamente è una bestia, voi non ne avete idea. Continuando a equivocare su Kamasutra e posizioni, vi diciamo che questa è stata, anche, la notte in cui Kelly Olynyk è diventato adulto..

 

TD GARDEN, BOSTON. WASHINGTON WIZARDS 105 – BOSTON CELTICS 115

Nella sua vita ha vinto un Titolo NCAA con UNLV, ha giocato 11 anni nella NBA con una apparizione alle Finals con i Knicks, ha avuto ruoli nell’apparato del partito Repubblicano, ha appoggiato sia la candidatura di Obama nel 2008 che quella dell’avversario del marito di Michelle, Mitt Romney, nel 2012, nel 2015 è stato arrestato per favoreggiamento della prostituzione. Una vita contraddittoria, quella di Greg Anthony: però è il migliore tra i commentatori/analisti di ESPN, a mio giudizio. Ha anche creato una bella definizione di quel che una Gara7 è: a completely different animal. Ed entrando nella partita di stanotte pochi giocatori (4 per i Celtics, 3 per gli Wizards) avevano già giocato una settima partita, quasi nessuno tra le stelle (solo Horford 2008 e 2010 con gli Hawks). Il record complessivo dei sette era di 3 vinte e 7 perse: solo Mahinmi ne aveva giocate 3 (2013-14-16 con i Pacers), e a parte i due centri, tutti gli altri (Amir Johnson, Gortat, Crowder, Jennings, Gerald Green) avevano avuto ruoli marginali. Un animale davvero nuovo, dunque, questa Gara7, per quasi tutti gli attori chiamati ad esserne i protagonisti principali. Un primo dato, riferito al primo quarto, vi può dare l’idea di una delle linee-guida della gara: erano 5 i Celtics con 5 punti segnati, due di loro (Brown e Olynyk) dalla panchina, e a referto erano andati in 7; contemporaneamente Washington aveva chiamato ad alzarsi dal pino solo Mahinmi e solo in 4 (lo strating5 meno Gortat, inguardabile) avevano segnato. Coach Brooks nelle partite a Boston ha sempre usato gli uomini del pino molto meno di quanto fatto in casa, ma stanotte ha proprio esagerato, lasciando a Kelly Oubre, uno dei Three&D di riferimento di questi PO, solo 6 secondi (sì, letto bene..) nell’ultima inutile azione dal primo half. Dall’altra parte Brad Stevens, pur riducendo anche lui le rotazioni (solo 4 mins per Rozier) ha gettato in campo con anticipo rispetto al solito sia Olynyk che Jaylen Brown, ricavandone risposte a dir poco eccezionali. Facilitati da un arbitraggio inguardabile, che lasciava passare contatti assassini (un’azione di Mahinmi su Thomas stile Iuliano su Ronaldo) e flop patetici (Beal ogni volta che veniva guardato si rotolava per terra, quasi lo stesso faceva Gemello Markieff), gli Wizards parevano riuscire nella missione di spremere tutto quel che si poteva dai titolari, e di farlo il più in fretta possibile per ammosciare i Celtics e il loro pubblico. La supremazia di Washington si è concretizzata in un lungo momento in cui Wall e Beal soprattutto, ma anche Porter e Morris, parevano non sbagliare mai. Beal, in particolare, ha avuto un frangente di 6/6 (dopo un’inizio a 1/6, ma con molti viaggi in lunetta per entrare in fiducia), poi esteso a 7/8. Il massimo vantaggio di Washington, però, era +6 verso l’inizio del terzo periodo. Dopo un primo quarto e mezzo di equilibrio, e dopo 16 mins centrali favorevoli a Wall&CO, arriviamo agli ultimi 2 mins del terzo periodo sul 78-74 Wizs. Unite a quei 2 i primi 3 mins del quarto periodo, e avrete il punteggio di 93-80 Celtics. Gara capottata: come forse solo Golden State sa fare, i Celtics possono mollare parziali devastanti in brevissimo tempo. Stanotte, gran parte del propellente è stato fornito da un uomo che uomo è diventato in questa Gara7, Kelly Olynyk. Il suo processo di adultizzazione è iniziato agli albori del quarto periodo, quando si è preso non un cazziatone, ma proprio un sonoro e a tutti evidente “vaffanculo Kelly” da Jae Crowder: cose tra compagni, senza offesa insomma, però Crowder aveva ragione, perché KO si era lasciato scappare un rimbalzo in totale solitudine lasciando che la palla gli rimbalzasse su un piede invece di prenderla in mano. Da quel momento la già buona prova offensiva del Canadese è diventata dominante: un 4/4 (con 2 triple) che si è unito all’accensione di IT4 per sopraffare Washington, i cui giocatori erano boccheggianti. Il confronto tra le panchine a fine gara è spietato. Boston 47-15-9 con 2 rec e 3 stoppate in 82 mins di impiego totali; Washington 5-2-1 con 1 stoppata in 36 di impiego: i 5 punti e 1 dei rimbalzi sono di Bogdanovic. Pena totale, e a discolpa di coach Brooks si deve dire che, per usarla, la panchina dovrebbe mostrare segni di vita e che, nella serie, il quintetto di Washington ha avuto un plus/minus di +66, mentre qualsiasi altra line-up (cioè anche: 4 o 3 degli starters con 1 o 2 dal pino) ha avuto -63; però, dato che il giocatore non risulta infortunato, i 6 secs di Oubre gridano vendetta. Arrivati a -13, dopo il TO chiamato da Brooks, gli Wizards sono anche rientrati a -6 con un parziale immediato di 7-0, ma erano ormai allo stremo e al contempo i Celtics emergevano in tutta la loro fisicità e in tutto il loro atletismo. John Wall ha chiuso la gara con 0-10 negli ultimi 10 tiri, tutti jumpers dal momento che la difesa di Boston gli ha tolto, da metà terzo quarto in poi, qualsiasi positiva incursione nel pitturato, e anche Bradley Beal pianpiano spariva: difeso molto meglio dalla stazza di Smart che dalla agilità di Bradley, la sg da Florida U. arrivava a 38 pti (uno corto dal record nei PO per la franchigia capitolina) a 4:15 dalla fine, e non segnava più. Wall+Beal azzerati, non restava praticamente nulla a Washington. La serie porta dunque i Celtics alle Eastern Conference Finals, dove troveranno dei riposatissimi Cavs; il confronto vs Washington, inoltre, si chiude senza che nessuno dei contendenti abbia violato il fattore campo, ed estendendo la statistica alla regular season troviamo identico equilibrio: ecco quanto conta nei PO il vantaggio della casa.

Qualche score adesso. IT4 sontuosamente a 29-2-12 con 1 rec e 2 sole perse, ma il MVP va lo stesso ad Olynyk 26-5-4 con 10/14 al tiro; Crowder 14+5 con 7/12 e il cazziatone che ha cambiato la gara; Smart 13-6-4 con 2 stoppate e tutto il cuore Celtic per accendere l’arena; Beal 38-4-2 con 12/22 dal campo (11/16 dopo le padelle dei primi minuti); Wall 18-7-11, ha chiuso 8/23 al tiro, ma ha sbagliato gli ultimi 10, fate voi i conti di come stava giocando prima di arrivare alla canna del gas; Gemello Markieff+Porter hanno combinato (senza quasi differenze nelle stats individuali) per 38-19-4 con 2 rec e 3 stoppate, tirando insieme 13/24. Con 4 giocatori e la metà (indipendentemente dai motivi, giuste o sbagliate che siano state le scelte) di altri 3 o 4, gli Wizards sono arrivati così lontano: li aspettiamo con curiosità alla off-season per vedere cosa vorranno/potranno aggiungere a quel SuperPoker.