Incredibile dictu, le due Gara 1 di Eastern e Western Semis giocate ieri sera hanno goduto di eccellenti arbitraggi, nei limiti del possibile.

Nei limiti del possibile si è davvero giocato a basket, il limite è stato soprattutto toccato nella partita dell’Ovest tra Houston e Golden State. Era risaputo sarebbe stata una tonnara di proteste continue soprattutto da parte degli Houston Rockets: così è stato, ma i refs hanno saputo disimpegnarsi bene, tanto che sia la chiamata decisiva (su Harden nel finale NON era fallo: cfr la foto sulla pagina FB di Baskettiamo) sia la gestione dei tecnici (doppio tecnico a Paul per flopping+proteste) han punito i cattivi. La gara di GS è stata condizionata dalle condizioni fisiche non ottimali di Steph e Klay, entrambi con caviglia in disordine. Sorprendente soprattutto la presenza di Klay, fino a poco rima della partita dato per sicuro assente, e invece 41 mins di campo, secondo minutaggio dopo i 43 di KD. Klay ha giocato un buon primo tempo e un secondo tempo in cui ha imbucato un solo paniere, ma la seconda parte è stata il regno di Durant (35 con 11/25 dal campo) e del sempre presente in Playoffs-time Iggy, che ha difeso alla grande e segnato da chirurgo (6/7). Altra difficoltà che gli Warriors han dovuto superare: la loro distrazione, che ha causato ben 20 palle perse finali, ma erano già 13 nel primo half; dimezzata la distrazione, quindi, nel secondo tempo anche se la numero 20 poteva costare cara essendo quella che ha generato il tiro della discordia a 4 secs dal termine. I Rockets non hanno tirato bene, e sono spesso sembrati più interessati a far finta di subire fallo e a sceneggiare i contatti che a metterla dentro e vincere sul campo: Harden 35 ma 9/28 e 28 sono anche i tiri combinati della coppia Paul+Gordon, capace di segnarne 15. Uno dei modi per difendere su Harden, quest’anno, è stato obbligarlo a scaricare su Capela: GS non ha recepito il messaggio, o forse Harden non è stato bravo a trovare il compagno perchè lo Svizzero ha tirato 2 volte, la prima a metà del terzo periodo; bilanciamento offensivo spostato del tutto sul perimetro nella tattica di Mike D’Antoni, con risultati non completamente positivi dato il 42% dal campo, il 29% da 3 e solo 14 assists sui 31 panieri. Altra precisione e condivisione per gli Warriors: quasi 51% dal campo, 31% da 3 e 24 ass su 38 canestri. Altra domanda da fare a D’Antoni: nell’ultimo possesso offensivo di GS ha voluto tutelarsi a rimbalzo inserendo un lungo vero, ma perchè Nenè? Il Brasiliano è ok sotto le plance, ma è lento e improponibile contro le guardie: il modo per proteggere qualunque centro sarebbe stato fargli iniziare l’azione su Steph per poi finire sottocanestro nel corso delle rotazioni, invece è accaduto il contrario e Nenè si è preso la tripla in faccia da Curry : 103-100.

Il motto Strenght by Numbers, la Forza nei Numeri, è quello storico degli Warriors, ma lo usiamo per spiegare la partita perfetta giocata dai Celtics a Milwaukee. Boston ha usato il tempo lungo (6 giorni) tra la fine del primo turno e l’inizio delle Semis non per dissertare se l’intervallo avrebbe favorito o danneggiato l’impatto agonistico contro i Bucks, ma per preparare una gara di acume assoluto. Innanzitutto: Horford sullo Pterodattilo; da tempo sosteniamo che Horford non è un vero centro ma la replica più alta e un po’ meno mobile di Draymond Green: conferma dalla prestazione difensiva del figlio di Tito vs Antetokounmpo. Lo score di AH parla di 20-11-3 con 3 stoppate (su queste cifre discordanti: 3 per ESPN, 5 secondo NBATv), ma anche di 14 tiri dal campo sbagliato dal Greco, che ha chiuso con 7/21. Dal canto suo Giannis ha mostrato una certa sorpresa nel trovarsi così ben contenuto in prima istanza da Horford e ancora di più nel vedersi accerchiato (3 a volte 4 Celtics attorno a lui). Gli adattamenti che Antetokounmpo ha provato a fare hanno confermato che abbiamo di fronte un vero campione: ha tirato da 3 come mai in carriera (3/5) e ha spesso riaperto per i compagni: poco da fare se 5 dei 7 tiratori designati di MIL tirano da 3 con 4/26. Si sono salvati solo Middleton (16-10-6 con 3/4 da 3) e Mirotic (13+4 con 3/4 da 3), e (fine secondo quarto) grazie allo show del giocatore ispano-montenegrino è arrivato il momento migliore dei Bucks, capaci di rimontare da -14 a -2. La Forza nei numeri continua con i 26-7-11 di Kyrie, con la partita storta ma umile di Tatum, che tira male e segna solo 4, ma prende 7 rimbalzi e stoppa 3 volte; sono impressionanti anche i 9 rebs del più piccolo in campo, Rozier. I Celtics, fino a che c’è stata partita, hanno forzato i Bucks a solo 9 pti in contropiede, hanno dominato 36-20 i punti nel pitturato e tenuto il migliore della NBA nella specialità, lo Pterodattilo, a 8 punti pitturati vs la sua media di quasi 18. Gara perfetta.