Stanotte sono iniziate a San Antonio le Conference Semis ad Ovest.
Il fatto che ad Est si debbano celebrare due Gara7 implica che il finale di primo turno di Eastern Conference si mischi con l’inizio del secondo turno della Western. Se ad Ovest si fosse aspettato un altro po’ non sarebbe dispiaciuto agli Warriors, che stanno contando i giorni di prognosi di Steph Curry: il Labour Day segna il giorno 8 dall’infortunio (Grade1 strain), che prevede mediamente due settimane per il ritorno all’attività on court di un giocatore NBA. Curry fa lavoro in palestra 3 volte al giorno, ma di sicuro la sua posizione non è stata sbloccata per Gara1. Fra 14 ore dal momento in cui stiamo scrivendo, infatti, andrà in scena GS vs Portland, e molto della tempistica del ritorno in campo di Steph dipenderà dall’esito della gara. Kerr (fresco Coach of the Year: meritato, ma che peccato per Terry Stotts) afferma che sia altamente improbabile vederlo in campo per Gara2, e il giocatore sostiene di essere ottimista e di pensare di tornare prima del 9 di maggio, data in cui scadono le famose due settimane. Sempre a Golden State vice-allena il nuovo capo-alleantore dei Los Angeles Lakers: Luke Walton abbandonerà Steve Kerr per approdare ai gialloviola de-Kobezzati. Kerr,”Luke and me, is a lifetime friendship”, è stato chiamato come prima persona da Walton, che ha comunicato la notizia prima a lui che a suo padre Bill. Il contratto è di 5 anni e secondo indiscrezioni oscilla tra 5 e 6 milioni l’anno. Walton conferma l’emorragia di assistant coaches dagli Warriors, dopo Gentry finito ai Pelicans lo scorso anno. Da questa assunzione dipende anche il primo blooper raccolto dall’Italia, dove spesso il basket NBA è trattato, soprattuto dai media di più ampia diffusione, sia in TV che sui quotidiani, con notevole approssimazione. Uno dei supposti papabili per il posto ai Lakers era Ettore Messina, e molti hanno sostenuto che tra Lakers e Spurs la situazione sarebbe stata la stessa per coach Ettore, essendo entrambe le squadre, dal prossimo anno, in piena ricostruzione. LMA e Kawhi ringraziano per la stima, eh?
Ed ecco la gara di stanotte.
AT&T CENTER, SAN ANTONIO. OKC THUNDER 92 – SA SPURS 124
C-Webb, ora, fa il commentatore ESPN, e stanotte era lui a San Antonio. Come sintesi della partita possiamo riportare la sua opinione sulla difesa di OKC sul pick and roll: “terrible”. E’ anche generoso, come commento. Più esatto sarebbe stato: “none”. Fin dalla prima azione della gara (due uomini inchiodati sul bloccante e autostrada per la schiacciata di Kawhi) OKC ha reso non pervenuta la propria difesa. Il fallimentare approccio dei Thunder si è accoppiato con quello perfetto degli Spurs, che hanno esordito con 10/11 al tiro e hanno subito salutato la compagnia. Inchiodiamo ora il secondo blooper italiano, ricordando che qualche migliaio di connazionali si era arrabbiato, indignato, aveva urlato al gomblotto per l’assenza, allo ASG di Toronto, di Gallinari a fronte della presenza di LaMarcus Aldridge, una epitome del “perennial AllStar”. Ok, stanotte, per levarsi tutti i dubbi, LMA ha messo in atto una tipica sua prestazione da PO (ricordando quelle in maglia Blazers del 2013-14 per esempio): 38+6 con 18/23, ridicolizzando la difesa di Ibaka (NBA defensive 1st team 2014, non uno fermo).
Le uniformi Spurs che però preferiamo mettere in vetrina per questa W senza precedenti (maggior distacco inflitto in una gara di PO nella storia degli Speroni), sono la #9 di Parker e la #14 di Danny Green. “2 pti con 1/1, 20 assists e 10 rimbalzi sono una buona idea per una partita perfetta”, la frase è di Magic Johnson, e stanotte, in 27 minuti, il Francese ha totalizzato 2-4-12, aggiungendo una dose di sacrificio difensivo, nel primo quarto, che forse gli abbiam visto mettere in opera solo con la Nazionale Francese. Ha raddoppiato sempre quando toccava a lui farlo nella gabbia costruita attorno a Durant, spesso lo ha limitato quando era lui, dopo il cambio, ad attendere l’aiuto vs KD, ha tolto la ragione a Westbrook che dopo i primi 4 minuti ha smesso di cercare il post basso contro di lui, togliendo all’attacco di OKC il mis-match forse decisivo. Danny Green, invece, irriconoscibile in stagione, ha ritrovato tiro e difesa in questi PO, sublimando il suo ritorno con il 4/4 iniziale da 3 (alla fine 6/7) e con due recuperi da libro di testo su ciò che significa “galleggiare” sulle linee di passaggio. E per chi conosce le dinamiche Spurs, è stato significativo, al TO OKC dopo la sua terza tripla, l’abbraccio tra Green e Diaw, ovvero il duo “monello” (per quanto può esserlo uno Spur) di SA, quello che assorbe da solo almeno la metà dei rimproveri di Pop.
Dall’altra parte, ancora una lezione di benvenuto nella NBA per coach Donovan, la cui difesa, come detto, non è stata certo un punto di forza in questa stagione, ma stanotte ha toccato davvero un probabile fondo. Inoltre, che fare se il migliore in attacco è Ibaka (19, ma solo 2 rimbalzi), se Westbrook (14 con 5/19) nei primi 4 lay-ups non prende mai la parte superiore del ferro (2 cross, una stoppata, uno stentato contatto con la parte inferiore dell’anello), e infine se KD tira male (come spesso in questi PO, 16-8-6 con 6/15), ma offre anche un’impressione di stanchezza e non perfetta forma fisica? Date le sontuose caratterisctiche del talento e del fisico di Durant, potrebbe essere l’occasione per usarlo da 3 in post-basso, ma il talento del back-court dei Thunder è talmente limitato (Westbrook a parte) da rendere quasi impossibile una scelta del genere in forma continuativa: nessuna delle guardie di OKC è sufficientemente affidabile come tiratore per compensare e renderla fruttuosa. Preso dalla disperazione, coach Donovan ha anche messo in campo, per provare ad arginare LMA, Nick “What are you doing here, really wanna play?” Collison, con ovvi risultati. Anche tenendo presente che si è trattato della convergenza tra partita perfetta di una squadra (per gli Spurs 39 assists sui 51 canestri, il 78%) e di partita orribile dell’altra, le news non sono buone per OKC, che deve almeno ritrovare piena efficienza dalle sue due Stelle.