E come faccio a raccontarvi la gara di stanotte tra Heat e Raptors?
Intanto che ci rifletto, vi passo qualche notizia. Frank Vogel non sarà il coach degli Indiana Pacers il prossimo anno. La permanenza ad Indianapolis si conclude insieme al contratto. Il GM della franchigia, Larry Bird, ha decisamente sottolineato questo concetto: Vogel non è esonerato. Non sarà rinnovato il suo contratto perchè Bird dopo lunghe riflessioni ha deciso che è meglio respirare nuova aria (testuale, schietto come sempre anche se non propriamente gentile). L’aria nuova potrebbe vederla (o volerla) anche Paul George. Bill Simmons, vulcanico ex fisso commentatore di ESPN, ora mina vagante dell’opinionismo NBA, afferma di aver “percepito” che tra PG e i Lakers ci sia reciproco interesse. Simmons adesso, oltre a scrivere libri e ad offrire le sue prestazioni come free-lance a inchiostro-etere-cyberspazio, ha un suo blog: le notizie che ne escono sono ovviamente tenute in gran considerazione nell’ambiente, ma devono passare al vaglio del fatto che il blog vive di pubblicità e dunque…chissà. Il successore di Vogel? Esiste una lista di coaches che verranno intervistati a partire da subito, ma dubitiamo che il Grande Uccello non abbia un suo preferito, che, stando a quanto detto, non sarà il fraterno amico Kevin McHale. A proposito di allenatori, è sempre vacante il posto di head-coach dei Knicks. Spaventa tutta New York la possibilità che Rambis torni anche il prossimo anno, e fa infuriare la stampa nuovaiorchese il fatto che le audizioni vadano a rilento. Motivo? Prima di tutto accettare il Knicks-job, ormai è evidente a chiunque, significa rassegnarsi a fare l’ancella di Phil Jackson (non tutti han voglia di esserlo, ragionevolmente), poi, e qui i media di NY hanno raggiunto il colore viola-rabbia e verde-bile, pare che Phi-J abbia sospeso le interviste perchè aveva bisogno di vacanza. Nel frattempo Melo, che dall’alto del suo status di Stella dice ovviamente quel che gli pare, ha affermato pubblicamente che, chiunque arrivi, allenatore o giocatori, non si deve preoccupare, perchè la famosa Triangle Offense di Jackson (in realtà di Tex Winter) ci pensa lui a spiegarla: gli serve al massimo un’oretta. Non esattamente un messaggio d’amore per Phil, anche se i vertici del triangolo di Anthony li conosciamo bene: Melo, Carmelo, quello con la #7.
Ed ora, andiamo in Ontario.
AIR CANADA CENTER, TORONTO. MIAMI HEAT 92 – TORONTO RAPTORS 96 (OT)
Esiste un vasto campionario di frasi famose per dire che se non vi piacciono i PO NBA avete qualcosa che non va nella testa. Quel che non viene abbastanza messo in risalto (anzi, l’opposto), è quanto conti la Regular Season. Quanto = QUANTO. Non solo per l’aspetto sportivo, ma per la costruzione dell’epica che va poi ad avvolgere le sfide di PO. E’ per questo che usiamo volentieri i soprannomi dei giocatori, sia usando quelli che già hanno, sia coniandone di nostri, come Dion “Grandine sulle Vigne” Waiters o l’ineguagliato Grande Grosso Pterodattilo Greco coniato dal collega Luca Morucci per Antetokounmpo. Perchè contribuiscono a creare e descrivere la sceneggiatura e l’aura romanzesca di ogni singola annata NBA. Quando si arriva alla post-season, di solito ad Est si respira più aria da officina meccanica che da sala operatoria, e un esempio è la serie delle Semis tra Toronto e Miami. Giocano un basket oggettivamente faticoso anche solo da guardare. Rimestato e pieno di mind-games. Anche di elbow-games (e altre parti del corpo), dati gli otto punti di sutura (3 interni, 5 esterni) rimediati da Dragic (20-4-4 con 8/12) per un meeting fortuito con il gomito di DeRozan (20+8, ma 9/24), o la gita negli spogliatoi di Wade (17-6-3 ma 5 perse) dopo che Valanciunas (15-12-2 con 3 rec e 1 stoppata, per le tempistiche vedere sotto) gli era finito sul ginocchio (sostandovi forse un po’ troppo) inseguendo una palla vagante. Un basket di totale intensità, giocato di nervi e di concentrazione. Appena la perdi, sei finito. L’ha persa, nel finale di quarto periodo, per esempio Hassan Whiteside (13-13-1, con 3rec e 3 stoppate, ma anche 4 perse, e tempistiche opposte a quelle di Valanciunas), che si è fatto mangiare in testa da Valanciunas da lì alla fine supplementare compreso (11+7 per il Lituano nei minuti dal 42 al 53). Il rendimento di JayVee, come lo chiamano a Toronto, ha riportato in partita i Raptors: partiti +10 nel primo quarto, iniziato +8 il terzo quarto, i dinosauri erano sprofondati sotto di 6 a 4 minuti dalla fine dei regolamentari, subendo di fatto un -14 nel parziale del secondo tempo. Il terzo quarto era stato il regno di JJ (11pti filati, tutti i primi degli Heat nel terzo periodo) e D-Wade (6 filati, tutti gli ultimi degli Heat nel terzo periodo). E, a proposito di costruzione dell’epica, nelle ultime 4 gare Wade ha 4/4 da 3: le ultime 4 significa Gara6+7 vs Charlotte e Gara1+2 vs Toronto, ovvero quando conta tanto. Nelle precedenti 56 aveva….0/21. Leading by example è quel che fanno i Campioni e gli Eroi. Dall’altra parte c’era uno che, dopo una stagione mirabolante, si stava e si sta decisamente esprimendo sottotono nei PO: Kyle Lowry (18-4-6, 7/22, tra cui 1/7 da 3, per un totale oltre l’arco di 9/57 dall’inizio dei PO). Il Subcomandante. Ha continuato a subire la Maledizione Torontiana dei PO, ma ha messo due canestri decisivi in arresto e tiro (uno prima e uno dopo aver fallito sulla sirena la tripla della possibile W non arrivando nemmeno al ferro: decisamente un GGG, guy got guts), e ha nutrito 8 degli 11 decisivi punti di Valanciunas di cui sopra. Non mancano nemmeno gli allenatori alla narrazione di questa gara: per esempio Casey (Spoelstra più avanti) metteva fuori dal gioco JJ inserendo, per non più di 3 minuti, l’insolita museruola James Johnson (JJ vs JJ), che finora in 8 gare di PO aveva giocato, appunto, altri 3 minuti. Toronto finiva sopra di 4 a meno di un minuto dalla fine: racimolava canestri dal Lituano e da Lowry, sprecava tanto dalla linea: 14/26 alla fine (DeRozan, uno da 85%, addirittura 2/8), così da rendere inutile l’ipotetico vantaggio di aver costretto Miami ad esaurire il bonus quando mancavano 4:54 da giocare. Diresti: e come fai a non vincerla? Possibile, se D-Wade mette il suo 1/1 da 3 e Goran la seconda tripla del suo 2/2, Goran che in questo basket nuota che è un piacere, e di certo a volte si guarda intorno per sincerarsi di non essere finito al Pionir o al Palau Deportes. La tripla di Dragic, a poco più di 10” dalla fine è il turno della vetrina per Spoelstra: rimessa laterale, gioco disegnato per JJ come specchio per le allodole (animale notoriamente non di primaria furbizia, perchè JJ aveva 0/6 da 3), bevuta totale di Toronto, che finisce con tre giocatori sull’ex Falco, e lascia libero lo Sloveno che riceve dal compagno e segna. Parità, ma di fatto la tripla sarà l’ultimo vero canestro di Miami, che nell’OT mette in fila, in attacco, due errori di Wade, due di JJ, una persa di Dragic, per dare lo spazio necessario alla faticosissima W dei Raptors. Vittoria quanto mai necessaria, perchè nello sport sono avvenute rimonte da 0-2, ma non rappresentano certo la maggioranza dei casi.
Serie 1-1, Toronto agguanta la W in casa e sopravvive verso Miami.