Inizio di 2020 con un rapido aggiornamento delle gerarchie e tendenze nel Power Ranking della NBA.
AL TOP. Milwaukee Bucks: quando si sta a discutere del fatto che in contropiede lo Pterodattilo Greco dovrebbe usare meno lo Euro-Step e andare più diretto al ferro, beh, è segno che quel che si deve migliorare è già al livello dei dettagli. Miglior attacco e decima difesa della NBA: il dato però penalizza la difesa dei Cerbiatti, dal momento che attorno ai loro 106.7 pti subìti trovate 3 squadre tra 106.2 e 106.6.
UP. Le più dirette inseguitrici di MIL sono tutte un po’ al di sopra del rendimento atteso: Boston, Toronto, Miami e Indiana sono al centro di stagioni brillanti. Indiana sta avendo grande spinta dall’esule di MIL, Malcolm Brogdon…e ancora deve tornare Oladipo; Boston naviga sicura facendosi beffe dei tanti infortuni e godendosi il duo Jay+Jay; Toronto non solo sta passando sopra alla partenza di Kawhi, ma anche a tante lungodegenze di spessore; Miami non era attesa a questi livelli, ma sta traendo il massimo da Jimmy-B nel motore, unito alla relstiva sorpresa (cfr PowRank di inizio stagione) Duncan Robinson, alla sorpresa Kendrick Nunn (pronostico visionario di uno di voi lettori della pagina), a Bam Adebayo che difende su tutti i ruoli e a Dragic sesto uomo. Per quanto possa sembrare strano, nelle squadre UP inserisco anche due formazioni dal record perdente: i Magic perché sono nella PO Picture e stan resuscitando Markelle Fultz; i Bulls perché possono entrare nella PO Picture grazie alla loro difesa, cha a 106.5 cerca di tenere a galla un attacco stitico (106) soprattutto a causa delle % di tiro: 4 dei loro primi 6 realizzatori sono sotto al 43.2 dal campo e un solo giocatore in tutta la squadra è sopra al 50%.
STILL. Non ci si poteva aspettare molto di meglio da Washington, Cleveland, Brooklyn e Charlotte. I Nets sono al livello dello scorso anno nonostante, a seconda di come vediate le cose, la presenza (a roster) e l’assenza (infortuni) di Kyrie Irving e in attesa (2021) di Durant; Wizards a lungo col miglior attacco della NBA, ma nessuna speranza di PO: stanno mettendo in mostra però un ENORME Bradley Beal e un inaspettato Bertans, col Lettone potenziale oggetto del desiderio della finestra di mercato invernale; Charlotte ha trovato in Graham un degno sostituto di Kemba: quel che manca agli Hornets è tradizione+capacità di bissare le rare stagioni positive; i Cavs a volte sono imbarazzanti, ma hanno una linea di lavoro ben definita: aspettare che dia frutti la presenza di coach Beilein.
DOWN. Nessun dubbio che la maggior delusione siano i Sixers: squadra quasi senza panchina e senza tiratori da 3, male assemblata e in cui gli uomini del quintetto sembrano più pestarsi i piedi che elevare reciprocamente il rendimento. Inoltre Embiid pare sempre più un bellissimo giocattolone, e Ben Simmons non risponde all’appello del livello supremo. I Pistons sono alle prese con una potenziale crisi di rigetto: il lavoro di coach Casey è ad un bivio. O potrà nascere una versione davvero nuova ed efficace di DET, o la parentesi in Michigan dell’ex coach dei Raptors finirà con la stagione presente. Gli Hawks si sono attorcigliati su sè stessi: dopo un buon inizio hanno perso a raffica, trovando 21 sconfitte nelle ultime 23 gare. Infine, che dire dei sempre disastrati Knicks? A un certo punto sarebbe necessario un movimento di opinione, una specie di versione per la NBA del Civil Rights Movement, per provare a convincere il proprietario peggiore della NBA, James Dolan, che 20 anni di efferatezze sono sufficienti.