Posto 11 occupato da Sacramento Kings per la Western Conference e Wizards per l’Est. Problemi e incoerenze gestionali per entrambe le franchigie.
SACRAMENTO KINGS. I Kings hanno il brutto vizio di cacciare gli allenatori a metà del lavoro, vizio che è valso sia per la gestione precedente a quella di Vlade Divac (Mike Malone) sia per la presente dirigenza a trazione serba: esonerato Joerger e assunto Luke Walton. Nonostante il fallimento ai Lakers, ritengo Walton un buon coach, ma non credo sia un miglioramento rispetto a David Joerger. Lo scorso anno i Kings sono stati positivi in modo inaspettato, e avevano un ulteriore miglioramento davanti a loro: ora il lavoro va di nuovo ricominciato, e almeno un paio delle dirette concorrenti all’ottavo posto si sono rinforzate (Nola in primis) per non parlare del fatto che difficilmente rivedremo i Lakers fuori dalla post-season. 11mo posto quindi per la capitale della California, che ha un centrocampo di altissimo livello e un pitturato pieno di incognite. Contate 4 pg: la Stella è De’Aaron Fox (se tifavate contro TeamUSA ai Mondiali dovete ringraziare anche la sua improvvisa rinuncia a 10 gg dalla palla a due), cui si aggiungono Cory Joseph, Yogi Ferrell e Tyler Ulis; in sg il miglioratissimo Buddy Hield e Bogdanovic il Serbo. Tra gli esterni i Kings sono protetti anche in sf: Barnes e Ariza sono complementari e accomunati dal fatto di avere contratti un po’ troppo alti (strano data la proverbiale avarizia di cui è sempre accusato Divac). I lunghi sono il grosso punto interrogativo. Il Chris Webber senza ginocchia, ovvero Harry Giles, lo scorso anno è finalmente riuscito a giocare una stagione pressochè intera, ma la partenza di Willie Cauley-Stein pareggia la gioia per la notizia. Restano l’elicotterone Dewayne Dedmon e Mavin Bagley, che ha avuto un ottimo rookie-year ma non sembra pronto per reggere quasi da solo un pitturato da 82 gare + Playoffs. Credo che nemmeno quest’anno vedremo i Kings in campo dopo i primi di Maggio.
WASHINGTON WIZARDS. Della squadra allestita tre anni fa da coach Scott Brooks (uno dei meno capaci della NBA a mio modo di vedere) sono rimasti solo Wall e Beal in pratica. John Wall inoltre dovrebbe saltare tutta la prossima stagione causa l’infortunio al tendine d’Achille. Resta solo Bradley Beal, che lo scorso anno (malignamente: liberato dal fardello della convivenza con Wall) ha giocato una stagione con cifre pazzesche, rendimento ancora migliore e incidenza sul totale della squadra paragonabile a quella di LeBron. Tuttavia, per chi segue non da vicino la NBA sono appena 4 o 5 i nomi conosciuti nel roster di Washington. Tra questi Isaiah Thomas, che da Capitol City doveva ricominciare interrompendo la fase calante e sfortunata: invece si è giocato il tendine del pollice sx e tornerà verso la fine di Novembre. E’ probabile Beal venga scambiato durante la stagione, perché gli Wizatds non sono ben posizionati in termini di scelte ai futuri Draft ed hanno un roster costoso (poco meno di 131 MM$$ dei quali 65 solo per Wall+Beal) rispetto alle reali potenzialità. Osserveremo se il lungo Thomas Bryant (2.10 al terzo anno, ottimo lo scorso anno) continuerà a progredire, se Mo Wagner (stretch five come pochi altri in potenza) riuscirà a capire dove si trova dopo un rookie-year speso nella follia dei Lakers dello scorso anno e quanto spazio avrà il Lettone Bertans. Resta da fare menzione di uno dei miei mirtilli (in una delle prossime puntate spiegherò cosa sono) favoriti: Ish Smith, pg tascabile che non ha mai grande considerazione ma, come back-up, è una delle migliori della NBA.