Il Power Ranking 2019/20 entra nella zona Playoffs.
NEW ORLEANS PELICANS. Proteggere il proprio ferro non è solo stoppare: la misurazione più efficace è la % degli avversari quando si presentano all’anello, e nel pitturato, a difendere, c’è un certo giocatore. Il miglior rim-protector della NBA lo scorso anno è stato Derrick Favors, che è passato in estate dai Jazz ai Pelicans. Mentre tutti pensano che Nola sia solo Zion Williamson, credo sia giusto cominciare da questo tipo di particolari nel giudicare la franchigia. Zion sarà uno dei frombolieri principali della squadra, ma non dimentichiamo da chi è composto il roster. Per le triple e l’attacco troviamo JJ Redick, una sicurezza. Per la difesa e la regia Lonzo Ball e JRue Holiday, il quale è anche un eccellente realizzatore: all’occorrenza può giocare sia da sg che da sf. Uno dei pezzi più importanti sarà Brandon Ingram, arrivato anche lui insieme a Lonzo dai Lakers: pare aver sistemato i problemi di aritmia ed eccessiva densità del sangue che lo avevano messo a riposo cautelativo nel finale della scorsa stagione. Un duo affidabile compone la panchina nei ruoli di guardia e ala piccola: E’Twaun Moore e Josh Hart, altro ex Laker; poteva essere un trio, ma Darius Miller si è infortunato a fine Agosto al tendine d’Achille, parleremo di lui nel 2020/21, intanto i Pels han messo il suo contratto (appena firmato) in disabled player exception. Favors pare abbastanza solitario sottocanestro: il cambio principale dovrebbe inizialmente essere GrandeSonno Okafor, non affidabile in difesa anche se ha dato qualche segnale di risveglio verso le fine dell’anno. Okafor verrà probabilmente presto superato per minuti di gioco dai due rookies del pitturato di New Orleans. Parlo di Jaxson Hayes, centro puro per quanto possa valere oggidì questa definizione, e del nostro Niccolò Melli, che ha abbandonato anche il livello-Eurolega per approdare al massimo stage cestistico. Il progresso di questo giocatore una volta abbandonata l’Italia, dove i vari Cerebuch e Lamonica e gli altri leonardeschi zufoli gli rendevano impossibile muoversi (figurarsi giocare) è impressionante. In positivo per lui, in negativo per come trattiamo i nostri giocatori migliori, lamentandoci poi dei vivai.
DETROIT PISTONS. Molto difficile, ad Est, scegliere chi mettere al posto 8 tra Miami e Detroit. Ho deciso di dare un posto migliore agli Heat perché si sono liberati dei due grandi equivoci che hanno rallentato la loro stagione passata, ma ne parleremo. Detroit ha punti oscuri nel roster, a cominciare dal back-court. Vero: è arrivato D-Rose, giocatore ancora capace di incidere nonostante la serie degli infortuni che ne hanno ampiamente minato la carriera. Però la pg titolare continua ad essere Reggie Jackson, uno dei play più sopravvalutati della NBA, titolare sia di un contratto assurdo da 18 MM$$ per fortuna all’ultimo anno, sia di un poco lusinghiero 43% dal campo nei 5 anni a DET (senza mai tirare meglio che il 48% da 2 o il 36 da 3)…negli ultimi 3 anni inoltre ha meno di 5 ass e più di 2 perse a gara. Il backcourt dei Pistons non offre grandi alternative: Kennard è discreto ma fosse stato eccellente ormai si sarebbe visto, Galloway è un combattente, ma non un titolare, Bruce Brown, solo al secondo anno, potrebbe faticare. Le buone news sono nel reparto lunghi, dove primeggia Blake Griffin (silenzioso e redditizio in Michigan, si è ripulito il ginocchio in estate) e dove Andre Drummond garantisce solidità e rimbalzi. Arricchiscono la ciurma Gemello Markieff (Morris), Thon Maker, Christian Wood e il rookie Doumbouya. Una combinazione di omoni ben assortita, tra capacità difensive e tiro da 3, esperienza, esplosività e freschezza. Il resto verrà da coach Casey, ottimo allenatore da regular season.