Eccoci finalmente all’esame delle due migliori di ciascuna Conference secondo noi di Baskettiamo. Martedì il gran ballo inizia!
WESTERN CONFERENCE #1: OKC THUNDER. La previsione tiene conto della disponibilità di Kevin Durant. Il suo lungo, complicato infortunio PARE essersi risolto. Dai primi di settembre il giocatore è stato ufficialmente “cleared” in relazione al suo ritorno al basket giocato e con contatti. Il suo nuovo coach, Billy Donovan, e tutti i componenti del management dei Thunder hanno sottolineato che non ci sono tabelle particolari e che KD non ha di fronte a sè un numero predeterminato di minuti da giocare: di sicuro, però, non verrà gettato nella mischia da subito per 35 minuti, e forse nemmeno per 28-30. Inizialmente, o in partite ritenute meno impegnative, il suo impiego potrebbe aggirarsi attorno alla mezza partita totale, con predilezione per l’inizio e la fine di ogni gara. Alla nostra previsione ottimistica sui destini dei Thunder concorre certo anche Donovan: il vecchio coach, Brooks, era ormai una palla al piede della squadra, e il neoarrivato da Florida U. porterà animo vincente, oltre ad un deciso cambio di gioco. Il terzo angolo del triangolo vincente di OKC è ovviamente Russell Westbrook. Abbiamo già pubblicato studi sulla enormità delle sue palle perse e sulla rivedibilità delle sue scelte, e ribadiamo che dovrebbe giocare assieme ad un vero playmaker. DJ Augustin lo è, così come il rookie Cameron Payne (attenzione al ragazzo: nel ruolo lui e Terry Rozier dei Celtics costituiscono due potenziali grandi sorprese della stagione); inoltre il gioco stesso di Donovan, meno votato al pick’n’roll perpetuo e più al concetto di “pace & space”, potrebbe aiutare RW nel diminuire e/o rendere meno sanguinose le sue palle perse: a seconda del modo di giocare di una squadra, infatti, 4 palle perse del proprio “miglior giocatore alla pari” possono essere gravissime o un dazio che si accetta volentieri di pagare. Accanto a KD e RW agiscono giocatori di primo piano quali Serge Ibaka, Enes Kanter e Steven Adams: tre lunghi fenomenali per intensità, capacità realizzative e intimidatorie, e ognuno dei tre capace di doppia cifra in termini di rimbalzi. Non dimentichiamo Mitch McGary, altro omone che può giocare da 4 ma anche da 5, con mano educatissima anche se non supportato da un fisico esplosivo. Il back-court è formato da Dion “voglio giocare con due palloni per tirare ogni azione” Waiters, cavallo pazzo ma talentuoso in cui la follia di solito ha dannosamente la meglio, e un duo che ha sempre risposto dignitosmente quando chiamato in causa: Morrow+Roberson, con il primo incursore di qualità e il secondo buon difensore e triplista. Se il vostro 12-13-14 è Nick Collison-Kyle SIngler-Steve Novak, significa che la vostra sqaudra è messa bene. Un po’ meno bene sta il payroll di OKC: quasi 95 milioni con, a fine stagione, la spinosa questione del rinnovo di KD. Oltre ad essere una chiamata a vincere per evitare di perdere la Stella, il rinnovo di Durant sarà questione spinosa, anche perchè i Thunder hanno appena inchiostrato un contratto da 17 per 4 anni a Kanter: tantini…anzi, troppini.
EASTERN CONFERENCE #1: CLEVELAND CAVS. Forti sono forti, ma non hanno una gran concorrenza ad Est. La notizia, datata 22 Ottobre, è però che Tristan Thompson (che di secondo nome fa Trevor, diventando di fatto per noi TTT) ha finalmente rifirmato coi Cavs, per milioni 82 in anni 5. Questo rende i Cavs più forti per due motivi: il valore indiscutibile del giocatore (probabilmente il miglior rimbalzista inches-for-inches della NBA) e perchè il rinnovo di TTT era la condizione posta da LBJ per giocare felice in Ohio. Cominciando dal front-court, i Cavs hanno tre centri stranieri a roster: al brasiliano Varejao e al russo Mozgov, si è aggiunto il secondo russo, Sasha Kaun, altro pupillo di coach Blatt. La pf sono Kevin Love e TTT. Di LBJ immaginiamo sappiate tutto: il suo back-up è aumentato in qualità, avendo i Cavs mantenuto il valido ma incostante Iman Shumpert e arruolato l’ancor brillante vecchione Richard Jefferson al posto del non più tanto brillante vecchione Marion. Il back-court si impernia su Kyrie Irving e JR Smith, cui si è aggiunto Mo WIlliams, esperto giocatore che sarebbe in quintetto almeno in una dozzina di team NBA e qui si giocherà allo spasimo le sue chances di vincere un Anello. A proposito di “allo spasimo”, non vogliamo dimenticare il nostro pupillo Matt Dellavedova: lo avevamo segnalato in rampa di lancio nel Power Ranking della stagione scorsa, e lui, sia pure con un po’ di ritardo, ha ripagato la nostra previsione, con dei PO e delle Finals da URLO. Lo aspettiamo a una conferma. Il roster di Cleveland è completato da giocatori che qui oscillano tra il 12′ e il 15′ posto, quando altrove sarebbero al 7′ o 8′: parliamo di Joe Harris, James Jones e Jared Cunningham. Il monte stipendi è oltre quota 95 milioni, ma tutti quelli forti hanno davanti a sè un paio d’anni di contratto in Ohio, a parte Kyrie, che però facciamo fatica ad immaginare altrove, a maggior ragione in vista dell’ampliamento del Salary Cap con il nuovo lucrosissimo contratto televisivo che attende la NBA.