I Celtics battono Milano e i Lakers al supplementare fanno fuori i Jazz. QUesta vittoria ovviamente non basta ai gialloviola per scalare ulteriori posizioni nel Power Ranking di Baskettiamo, che li vede, tuttavia, in posizione molto migliore di quanto siano pronosticati in USA. Stesso trattamento più favorevole rispetto alle quotazioni di cui godono presso i commentatori statunitensi riserviamo ai New York Knicks.
WESTERN CONFERENCE #11: LOS ANGELES LAKERS. Noi ci crediamo. I Lakers sono enormemente migliorati dallo scorso anno. Il roster è sempre qualitativamente sbilanciato sugli esterni, ma ha acquisito talento. Per spiegare quel che pensiamo dei ragazzi di Byron Scott preferiamo iniziare dai difetti. Tutti ormai conosciamo la maniacale dedizione di Kobe al gioco, allo sforzo, alla tensione verso la vittoria. Lui, dal canto suo, non ha mai lesinato una parola di rimprovero ai compagni degli ultimi anni, rimarcandone di volta in volta lo scarso impegno, la troppa volatilità sia in allenamento che in partita, la differenza di capacità, applicazione e status tra lui e loro. Bene, mettergli accanto un pigrone giamaicano+un bimbo hollywoodiano+un uomo che gestisce con facilità inaccessibile ai mortali due fidanzate (una bionda, mora) e ama tirare tutto quel che gli passa tra le mani+un bimbone di fisico e potenzialità eccellenti ma drammaticamente abituato all’ufficio del preside e ai comandi di polizia: tutto questo potrebbe davvero far scappare la pazienza a Kobe. Tuttavia Bryant è al proprio tramonto, e per le qualità sopra elencate siamo sicuri che saprà tirarsi dietro tutta la truppa. Anche la truppa si darà una mossa, perchè il prestigio del figlio di JellyBean è enorme, giocare accanto a lui nella NBA significa QUALCOSA, e nessuno vorrà essere il protagonista principale del fallimento degli ultimi anni (ultimo anno? vedremo…) del campione. L’arrivo più eclatante e in potenza più fruttuoso è quello di Hibbert, che dovrà togliersi di dosso la ruggine dell’ultimo anno e mezzo ad Indiana. Dietro di lui, nel ruolo di centro, è rimasto il canadese Sacre, classico centro di ricambio per gomitate rimbalzucci e punticini; è arrivato, però, anche un giovane centro reclutato e poi espulso da più di una università (Fresno State e Washington) e non nuovo a problemi con l’ordine pubblico. Per queste ragioni un classe ’94 di 2.13 e 117 kg, mobile e gran stoppatore, è risultato undrafted a Giugno, diventando una delle scommesse del front office di LA. Altri due nuovi sono Lou Williams, la guardia dalla doppia girlfriend, e Brandon Bass, a rischio blasfemia per il passaggio da Celtics a Lakers. Opposti caratterialmente, e con difetti ben conosciuti, sono tuttavia due giocatori solidi e non privi di talento, capaci di portare punti rimbalzi e una certa leadership nei momenti di panchina di Bryant. Nick Young è un altro ragazzo parecchio esposto mediaticamente, spesso irriverente anche nei confronti di Kobe, con cui esiste un rapporto di continui caldo-freddo: però Nick sa fare il suo lavoro. E non dimentichiamo, a proposito di canti del cigno, che torna anche Metta World Peace. Il secondo anno di Jordan Clarkson dovrebbe portare conferme al suo positivissimo esordio nella Associazione, mentre di fatto saranno due i rookie “super”: il bimbo hollywoodiano Russel è la prima scelta Lakers di quest’anno, e al suo fianco mettiamo la prima dello scorso anno. Julius Randle, subito vittima di una frattura alla opening night, inizia di fatto nel 2015 la sua carriera pro. Segnaliamo anche: Larry Nance Jr, figlio dell’ala dei Suns che vinse la Gara delle Schiacciate con una affondata a due palloni, e la chance che si sta giocando Marcelino Huertas. Byron Scott ha tra le mani una creatura ancora piuttosto informe, ma dotata di picchi di talento notevoli: sono garantiti (Kobe a parte) da uomini con personalità molto particolari, ma l’insolito sesto senso del suiveur ci dice che questa squadra darà soddisfazioni ai tifosi e non renderà rugginosi e tristi gli ultimi incontri di Kobe. Payroll a 72 milioni, quindi alto, ma in esso troviamo tanti contratti non garantiti e tanti destinati a terminare con l’estate 2016.
EASTERN CONFERENCE #11: NEW YORK KNICKS. Anche i Knicks sono dai noi pregiati di una posizione insolita rispetto i rankings USA, dove veleggiano (…) attorno al 13′ posto di Conference. In quel pessimismo d’oltre Atlantico conta molto, però, il fatto che NY è il mercato mediatico più fruttuoso d’America per quel che riguarda lo sport, e, essendo i fans dei Knicks alteri e vanitosi, ma pessimisti per costituzione, e venendo da annata come quella appena passata, nessun commentatore è disposto a mettere reputazione e considerazione in pasto a un pronostico ottimista sulla stagione per poi venire triturato da un eventuale, ennesimo, anno tragico al MSG. Al contrario dei Lakers, qui il talento è sbilanciato verso la front-line. Il centrocampo di NY infatti al momento annovera Il “non migrato” Calderon, Langston Galloway (un piccoletto che gioca fregandosene del proprio 1,88 e spesso infiamma il Garden), il neoarrivo Afflalo (un altro che potrebbe piacere tanto ai fans dei Knicks) e il rookie Jerian Grant (un NBA-ready, tipo tosto da Notre Dame). Spostandoci verso canestro troviamo ovviamente Carmelo, su cui ruoterà tanto delle fortune dei Knicks; il suo cambio sarà probabilmente Cleanthony Early (uno dei migliori steal del Draft 2014). Ed eccoci alla pletorica schiera di 4 e 5 di cui è stato dotato il roster dei Knicks dall’accoppiata D-Fish/Phil Jackson: Robin Lopez (dal sacco di Portland), Kristaps Porzingis (scelta n. 4 del Draft 2015, atteso e pronto a diventare uno dei miei giocatori preferiti di sempre), Kevin Seraphin (da Washington), Kyle O’QUinn (da Orlando), Derrick Williams (da Sacramento, altro ago della bilancia), Lou Amundson (il Birdman dei poveri, rimasto dallo scorso anno). Tutta questa gente sottocanestro farà da equilibratore alle oscillazioni del ruolo di Anthony: se Melo gioca sf, saranno possibili quintetti con una pf vera (Williams) e il Lettone da 5. Se Melo gioca pf, allora si aggiunge robustezza mettendo Early in sf e un centrone vero. Se dovessi scegliere cosa NON far fare a qusti Knicks, a parte Calderon, è tirare da 3, ma con tutti i rimbalzisti che hanno in squadra…… Piccole chance per la pg, rookie da MSU, Trice, e per il ritorno di Sasha Vujacic allo stesso tavolo di Phil Jackson. Il payroll, alto, è di 73 milioni, e sembra progettato in vista dell’innalzamento del salary cap nel 2016-17 dopo la firma del nuovo contratto televisivo: infatti i contratti lunghi, che sono 9 su 15 giocatori, prevedono gratificazioni soprattutto a partire dal 2017. In tutto questo, non bisogna dimenticare che ogni febbraio e estate fino alla fine del suo contratto, Anthony sarà al centro di qualsiasi voce di mercato sentirete. Ora è il turno dei Celtics.