Countdown a meno 10 giorni dall’inizio della stagione. Dato che potete leggerne dappertutto e in particolar modo là dove meno, da appassionati di basket, ci piace guardare, avevamo deciso di lanciare solo le nostre preghiere verso Lamar Odom, ma dato che un paio di ore fa la CNN ha lanciato una apparentemente buona notizia, ve la rilanciamo: avrebbe aperto gli occhi e salutato la sua ex moglie con un piccolo “hi”. Nel frattempo, sul campo…sì: è solo prestagione, MA, da quando le amichevoli sono iniziate, Carmelo sta tirando 2 su 3 di media, 67% totale dal campo.

WESTERN CONFERENCE #6: MEMPHIS GRIZZLIES. Il sesto posto ad Ovest potrebbe sembrare punitivo per Memphis, che ha saputo trattenere Marc Gasol, ricevendo in cambio anche una dichiarazione d’amore vero-per-davvero dallo Spagnolo, sotto forma di trattativa dispendiosa ma scevra dai tira-e-molla un po’ penosi che spesso si accompagnano ai rinnovi (o agli addio) dei campioni. Memphis ha, inoltre, uno dei migliori allenatori della NBA in Joerger, e tuttavia, durante l’estate, non è riuscita ad addizionare giocatori in grado di spostare in almeno uno dei ruoli più scoperti in ottica Titolo: le posizioni di sg e sf. Gli arrivi di Matt Barnes nel back-court e di Brendan Wright sottocanestro sono comunque ottimi. L’ex Clipper porta difesa e un po’ di tiro, il filiforme lungo ex UNC porta stoppate, che sono forse la specialità meno cospicua nell’arsenale di Gasol. Il parco giocatori a disposizione di Joerger nelle posizioni 2 e 3 è formato da uomini di talento ma non di primo livello, ognuno dei quali ha ben riconosciuti pregi e difetti: Jeff Green è bellissimo ma discontinuo, Vincredible Carter è allo scadere del suo career-ticket, Tony Allen e Matt Barnes sono assai simili e portano più difesa che offesa, Courtney Lee ha limiti evidenti, anche se la sua volontà e la maestria del coach nel far rendere i “giocatori medi” spingono il rendimento dell’ex Celtic oltre il suo potenziale reale. Forse anche per questo è atteso con curiosità il secondo anno Jordan Adams: confinato a 8 minuti di media in sole 30 partite lo scorso anno, ha lasciato vedere, pur su un numero inferiore ai 30 tiri totali, di non essere scarso oltre l’arco. Sottocanestro i Grizzlies hanno perso Kostas Koufos, e lo hanno sostituito con Wright, cui segue, sul pino, l’esperto ex UCLA (sono 4 in roster i membri della Alma Mater californiana) Ryan Hollins. Le certezze rappresentate dallo Spagnolo, da Mike figlio di Mike (Conley, Campione Olimpico e Mondiale di salto triplo) e da Zach Randolph non sono in discussione, ma farebbe bene un salto di qualità nei ruoli di cui sopra. Possiamo pronosticare che questo salto possa avvenire in fretta, perchè il payroll di Memphis è solo il 26′ della Associazione: 58 milioni di dollari che potranno sopportare sia i rinnovi di Conley e (forse) di Randolph sia l’acquisizione di un 2-3 di primo livello.

EASTERN CONFERENCE #6: WASHINGTON WIZARDS. Rispetto lo scorso anno si sono di certo indeboliti, e forse meriterebbero un paio di posizioni in meno nel seeding dell’Est, ma hanno talmente tanti giocatori in evoluzione che potrebbero fare una discreta Regular Season, anche se non ci paiono team da PO. Il peccato mortale dello scorso anno, con due gare gettate via contro gli Hawks non brillanti della post-season grida ancora vendetta, ed è la radice dell’addio di PP alla Capitale. I giocatori in evoluzione sono ovviamente John Wall, i cui limiti sono tuttora sconosciuti e che potenzialmente corre per il titolo di MVP stagionale, Bradley Beal (che però ha in corso una trattativa difficile e di fatto bloccata in merito al rinnovo del contratto, perchè lui vuole un max che la franchigia non è intenzionata a offrirgli), Otto Porter jr (i cui progressi saranno uno degli aghi della binacia Wizs), Marcin Gortat (il Polacco non ha ancora stabilizzato il suo gioco nelle NBA e questa è una buona notizia, perchè ha aree di talento ancora da esplorare) e Kelly Oubre jr, il rookie da Kansas che potrebbe rivelarsi un vero, principesco steal of the Draft alla posizione 15. Randy Wittman è ottimo coach, di quelli abili a spremere anche le rape, però ha problemi di relazione coi media di Washington, per i quali un coach è una pesca morbida e succosa da azzannare, abituati come sono a relazionarsi con personaggi ben più importanti e squaliformi. Il payroll è molto alto, ottavo della NBA a 80 milioni, ma ha già al suo interno rinnovi pesanti come quelli di Wall e Gortat, e i 13 milioni di Nenè in scadenza: a 33 anni il Brasiliano dovrà accontentarsi di cifre inferiori, anche se dovesse lasciare i Wizards. Tra le scommesse che potrebbero trovare esito positivo mettiamo Garrett Temple, uno di quelli che sono costantemente al top delle SL e poi faticano a trovare spazio nella NBA vera: potrebbe essere l’anno del suo consolidamento, perchè è davvero un bel giocatore. Buona profondità in pg, dove dietro a Wall evoluiranno Ramon Sessions e Ish Smith, nanerottolo da Wake Forest già 27enne, ma con carte ancora mai giocate: le metterà sul tavolo?