7 partite nella notte NBA, e quella che poteva essere la meno attraente è entrata nei libri di Storia.
Non sono tanti infatti i giocatori di basket che possono dire di aver giocato una gara da 68 minuti: 4 supplementari necessari per trovare la vincente tra Hawks e Bulls. I numeri sono ovviamente falsati dall’enorme minutaggio, ma non per questo sono irrilevanti..qualche esempio? Zach LaVine 47-9-9 (ma 8 perse), Trae Young 49-8-16 con 17/33 dal campo (ma 9 perse) ed è il primo rookie dal 2003 (LeBron) a segnare 40+ ed il quarto rookie nella storia del Gioco ad avere 3 partite da 30+ consecutive, in compagnia di Micheal Jordan, David Robinson, Allen Iverson. Gara divertente, estenuante, con mille errori (sono pur sempre squadre che mettono insieme 39 W e 87 L in stagione): più minuti in testa per gli Hawks, più consistenti vantaggi (+13) per i Bulls, fino a che Chicago regala agli Hawks l’illusione della vittoria, causa quasi 4 mins di siccità nel quarto periodo regolare. A salvare la parità dopo 48′ pensa Otto Porter, che segna…8 in fila: i primi 5 con tripla e penetrazione passando sopra a Vince Carter, gli ultimi 3 dalla lunetta con solo 4 decimi rimasti sul cronometro; era stato falleggiato sulla tripla della disperazione da un improvvido balzo di Dedmon: ricordate questo particolare, questo fallo su tripla allo scadere. Primo OT ripreso invece dagli Hawks, con difesa imbarazzante dei Bulls su una scorribanda a tutto campo di Young. Il secondo supplementare è stato il terreno per le sciagurate non-imprese del Falco Alex Len (24+17): il centro ucraino ha sbagliato due liberi e perso il successivo pallone facendo impallidire la saponetta di Dan Peterson, permettendo alla tripla di Arcidiacono (10+6: chiedetegli tiro, o difesa, ma non di essere un vero playmaker) di pareggiare a 147. Da notare che in tutti i minuti decisivi i Bulls non hanno mai,mai, MAI dato la boccia al loro giocatore migliore (Markkanen, 31 con solo 18 tiri dal campo) e che, sempre per i Bulls, LaVine si è confermato bellissimo da vedere, capace di segnare tantissimo, ma non un vero vincente: quasi comica, per questo, la quasi persa+fallo di sfondamento che ha commesso nello stesso movimento allo scadere del terzo OT. Il quarto extra è stato l’unico ad esser giocato più nei primi 3 minuti che negli ultimi 90 secs: gli Hawks non ne avevano più, e si sono lasciati andare con grazia e l’onore delle armi. La gara era in casa Hawks, e sapete chi faceva il commento tecnico lanciandosi in frasi come “ma che combini???” o peggio “ma perchè salti sulla finta del tiro da 3 allo scadere???”…lo sapete? Nique Wilkins: mi astengo da ogni ulteriore commento e vi lascio trarre le debite conseguenze. La partita-clou era quella di Toronto, dove arrivavano i Blazers, temutissimi Eastern Confrence Killers dal momento che prima di stanotte erano 18-4 vs le squadre del’Est e 8-0 vs quelle della Atlantic Division.
Toronto ha dato due spallate ai Blazers, una alla fine del primo quarto, una prima dell’intervallone, per poi arrivare fino a +16 quando mancavano 2:25 allo scadere del terzo periodo. Da quel momento sono rimasti 8:15 senza segnare dal campo, hanno iniziato 0/12 il quarto periodo e sono finiti sotto di 3 su una tripla di Lillard (24-8-6, ma il migliore dei Balzers è stato McCollum, 35-4-5 e capace di 6/7 da 3 prima di calare e finire 7/11) all’interno degli ultimi 3 minuti. Questa lenta agonia era favorita da una serie incredibile di errori arbitrali, tutti e solo a danno dei Canadesi, una prova indecente dei refs ma, di contro, superbi sia la squadra che il pubblico: durante la contemplazione di tutta la serie di misfatte in grigio era naturale chiedersi cosa avrebbe generato una roba simile in un campo qualsiasi in Europa, e parlo di Cholet o Bonn, non del Pireo. Raptors capaci dunque di vincere 5 vs 8, e di generare qualche riflessione. Mentre i Lakers sfasciavano la stagione dicendo a più di mezza squadra “non siete necessari e in 7 non valete Monociglio”, i Raptors aggiungevano tasselli sapienti facendoci ricordare che uno sempre nei top 3 GM della NBA è Masai Ujiri, non Magic Johnson. A Toronto, dopo Kawhi (38-3-5 con 3 rec tanotte, e il game winner) e Green (11 con 3/4 da 3), è arrivato Marc Gasol (19-8-6) che, al netto degli infortuni, è sempre stato uno dei primi 5 centri della Western Conference e toglie dalle spalle di Kawhi il compito di distribuire il pallone; poi è arrivato, per tamponare l’infortunio di VanVleet (miglior back-up pg della NBA), Jeremy Lin: lontano dalla Lin-sanity e da Lin4Win, ma sempre molto capace di giocare a basket (e coach Nurse lo fa giocare spesso anche insieme a Lowry per potergli dare minuti anche al ritorno di VanVleet); quindi Pat McCaw, giocatore da pino ma giovane, ottimo difensore e portatore della Warriors-culture nonchè già dotato di Anello. Le ultime 3 aggiunte portano talento (a volte di primissimo livello), e una cosa non facile da trovare: sapere che aria si respira alle massime vette, perchè ognuno di loro le ha frequentate almeno per qualche mese. Altra gara importante a BKN, dove i Nets sono stati travolti nel secondo tempo da Charlotte: gli Hornets (Kemba 25-4-7 con 4 rec) hanno superato i Magic riprendendo l’ottavo posto ad Est, dove la lotta per i PO potrebbe coinvolgere, per gli ultimi 3 posti, ben 6 squadre, perchè Washington non è ancora del tutto fuori nonostante il KO di stanotte vs i Celtics. Boston ha avuto 7 in doppia cifra, ma % agghiaccianti se si escludono i 16 con 4/4 da 3 di Marcus Smart. Abbiamo accennato alle mosse non furbissime dei Lakers sul mercato: stanotte ad L.A. erano ospiti gli altri che, da Est, hanno operato sul mercato in maniera acuta: i Bucks. Aggiungendo Mirotic ed Ilyasova si sono incredibilmente migliorati e resi più solidi, anche se per la gara il trascinatore di MIL è stato Eric Bledsoe (31-9-5 con 1 sola persa in 31 mins): per l’ex Kentucky 12/24 dal campo, ma togliendo il 2/11 da 3 ecco emergere il suo vero talento da pg nel fisico di un running-back, praticamente inarrestabile in penetrazione. Nola ha giocato solo il secondo tempo ma è stato sufficiente per gestire i Suns, mentre i Clippers hanno vinto un importante scontro-Playoffs vs i Kings, utile per rinsaldare la propria posizione e tenere SAC fuori: ora la ottava della Western Conference (San Antonio) ha 2 gare e mezzo di vantaggio sulla nona (Kings) e 3 gare e mezzo sui decimi (Lakers…). Discreto il Gallo con 19+9.