Tre sle gare nella notte NBA: due di poco peso, una importante e pepata.
In vista di Sixers vs Bucks per la visita dello Pterodattilo Greco a Philadelphia, Joel Embiid aveva reso elettrica l’atmosfera dichiarandosi nell’ordine: il più autorevole candidato al titolo di MVP stagionale (sottinteso: non Antetokounmpo) + il più instoppabile giocatoe della NBA (sottinteso: non Antetokounmpo). Lo Pterodattilo, che è personaggio assai carino e misurato, aveva risposto: può anche essere, non lo so, ma quel che so è che in genere questo tipo di riconoscimento sono gli altri a dovertelo dare, non tu stesso ad attribuirtelo. Tradotto dal greco: ahiahiahi Joel. La risposta di Antetokounmpo ha fatto molto male, sia perchè è arrivata sul campo, sia perchè è arrivata quando i Sixers avevan pensato di averla vinta, negli ultimi 4 mins. Solo che mentre Embiid ne faceva una sì e una no (tripla, poi mattone; costringe il Greco alla palla a due ma la perde facendo segnare Sterling Brown; stoppa ma poi non recupera e vola in contropiede pensando che la palla sarebbe stata raccolta da qualche compagno; Offre un blocco granitico per una tripla di Redick ma poi in difesa sul pick and roll non esce mai su PetPlayer George Hill che gli segna 5 punti), Antetokunmpo prendeva rimbalzi, metteva liberi come un formichina, e negli ultimi 62 secondi di gara metteva a referto: 2 ass, 2 palloni raccattati dal parquet, 1 stoppata proprio su Embiid (5 totali, di cui 4 sul camerunense) e insomma faceva tutto quel che deve fare uno MVP per vincere le gare, e non le schermaglie social-mediatiche. Non che Embiid abbia giocato male (seconda tripla-doppia in carriera, 34-13-13 con 2 rec e 3 stoppate), ma Giannis è stato molto meglio, sia per cifre che per efficacia (45-13-6 con 5 stoppate, 22 tiri dal campo e 21 dalla lunetta). Molto meglio anche coach Budenholzer di coach Brown: entrambi gli allenatori provengono dalla Spurs-factory, ma quello di MIL è un vero coach, mentre quello dei Sixers è uno dei migliori sviluppatori di giocatori del pianeta, ma ora che a Phila sono tutti grandi sarebbe forse ora di cambiare il timone. La sconfitta casalinga non compromette quasi nulla per i 76ers, perchè difficilmente Indiana e Boston (che oltretutto hanno ancora uno scontro diretto da giocare) arriveranno ad insidiare il terzo posto della Eastern: però Phila ha mostrato i soliti difetti di tenuta e concentrazione anche quando un comprimario si alza per una gara sontuosa; Mike Scott, trasportato in quintetto per l’assenza di Butler, ha quasi vinto la gara con 22 pti maturati da 6/8 da 3. A proposito di infortuni: PHI priva di Jimmy-B, ma MIL priva di Mirotic, Brogdon, Divincenzo, Gasol, e poi anche di Eric Bledsoe, espulso dopo nemmeno 3 mins di gara per un alterco con Embiid e Scott. Buon per i Bucks avere a roster uno dei migliori cambi per le pg di tutta la NBA: George Hill ha inchiostrato 33 mins di pura sapienza con 20-5-5, nessuna persa nessunanessuna, e i 5 pti fondamentali ricordati sopra. Milwaukee avrà fattore campo a favore anche per le Finals, e possiede due cose molto importanti per vincere un Titolo NBA: una macchina da tiri liberi (quasi 10 a gara) che accidentalmente è anche il MVP della stagione e in più ha la miglior difesa della NBA: meno del 43% dal campo concesso agli avversari e 102 pti per 100 possessi come efficiency-rate. Il tutto ottenuto giocando da più di un mese senza Brogdon e Mirotic.
Le altre due gare? I Kings continuano ad onorare la loro sorprendente stagione con una W casalinga non impossibile vs i Cavs: ora che in Europa si inizia ad entrare nella fase decisiva della Eurolega si sono svegliati, dopo un periodo infelice, i bioritmi di Bogdan Bogdanovic (18-4-5, 1 rec, nessuna persa, 4/7 da 3); a trovare i Lakers arrivava Golden State, e vi dico solo il punteggio del primo quarto: 39-12 Warriors.