Nove gare nella notte NBA, intensa, con quasi tutte le favorite vincenti e Danilo Gallinari decisivo.
Si comincia seguendo il sole, da Est. Charlotte prima di stanotte era in piena picchiata: 2-8 nelle ultime 10, peggio persino dei Knicks. Grazie a Marvin Grearione Williams (30+7 con 7/10 da 3) ha vinto allo sprint vs WAS, in cui Beal, a forza di minutaggi da 40+ (stanotte 41) è alla fine scoppiato: 4/21 dal campo, trovando però ugualmente modo di aggiungere 7 ass, 5 rec e 1 stoppata; Wizards da tempo senza speranze di PO, e gli elevatissimi minutaggi serviranno di certo alla squadra e al prossimo contratto del giocatore, ma ricordano anche un capolavoro di Sidney Pollack, datato 1969 e anticipatore dei grandi film americani anni ’70, da Pomeriggio di un giorno da cani a Tutti gli uomini del Presidente eccecc: Non si uccidono così anche i Cavalli? (They shoot horses, don’t they?). Purtroppo per le speranze di PO degli Hornets, hanno vinto anche le dirette rivali: Orlando con 22 dal pino di T-Ross ha battuto Dallas; Miami è passata sopra ai Cavs mettendo 8 uomini in doppia cifra e tirando il 61% da 2 e il 48 da 3; Detroit ormai non è più una rivale, perchè si sistema al sesto posto della Eastern vincendo a Chicago con un quarto periodo da +19 (43-24) trovando la vetrina per Bimbone Drummond (20+24) e per il mio amato Galloway (15 con 3/3 da 3). Dirigiamoci ora nel Midwest, porzione South, dove, tra New Orleans e Memphis, troviamo i Pelicans battuti da Toronto e i Grizzlies invece vincenti su Utah. Nella gara vs i Rettili non ha giocato Monociglio, che non saprei più come valutare: se fa un po’ finta (stanotte la versione era: spasmi alla schiena) è un bimbo capriccioso, se fa sul serio è un bimbo che non riesce mai ad andare a scuola…in ogni caso un bimbo che non vale 7 giocatori e 3 scelte. Nei Raptors tripla doppia per il Subcomandante Lowry (13-12-11) e 31 per Kawhi che ha sparato da 2 come un cecchino: 13/15. La giocosa e gioiosa Corte dei Miracoli, invece, ne ha fatto un altro: non solo ha sottratto Bruno Caboclo a Chi l’ha visto, non solo sta riuscendo a far giocare Parsons da ben 8 gare e 137 minuti senza infortuni, ma ha anche un record di 7-8 dall’inizio di febbraio, ossia più o meno da quando ha fatto partire Marc Gasol; tra i motivi della sconfitta dei Jazz la grande solitudine di Donovan Mitchell: i suoi 38 non sono stati aiutati, anzi son stati quasi osteggiati dai compagni, tra i quali registriamo un 6/21 da 3 combinato di Crowder+Korver. Li dove stava la Frontiera, a Houston, arrivavano i Sixers, caso tipico di spogliatoio-bomba, ancora privi di Embiid (dovrebbe tornare stanotte vs i Pacers, ma intanto non gioca da 17 gg) e di fatto privi anche di Ben Simmons, quasi azzerato da una gastroenterite. Ha provato una guarigione à la Jordan, ma di MJ ne è esistito finora uno, non eguagliato. Simmons ha trovato lo stesso 15-9-10 ma ha anche perso 7 palloni: i 16 pti di passivo finale sono gli stessi che HOU aveva messo nel quarto iniziale (37-21) di una gara che ha riservato qualche batticuore per una brutta botta al polso per Harden (31-10-7, 11/22 dal campo nonostante 3/11 da 3) e un Paul davvero poco centrato (4-3-8 con 2/8 al tiro in 28 mins). Harden ha lasciato il Toyota Center per andare a radiografare il polso facendo fughino dal post-game e al momento è dato in dubbio per la prossima partita. Le miniere d’oro, la Fortuna, una vita nuova: era in California che almeno fino al dopoguerra tutti volevano andare. Alla Oracle Arena (solo 9 gare di RS rimaste per il palazzo di GS) aspettavano la visita dei Nuggets, per lo scontro al vertice della Western Conference. Li aspettavano, ma non li han quasi visti. Tornava Klay (39 con 13/22), vero, e la prestazione di Cousins (gradioso primo quarto) e KD è stata migliore di quella offerta vs Boston: però Denver non ha mai giocato, soggiogata dalla personalità degli avversari prima che dal talento. Inizio 11-3, poi geometrici come solo gli Warriors sanno essere: 22-6 e non era passato del tutto il settimo minuto di gioco, ma coach Malone era già al suo secondo TO. Da quel momento, con il duo di guardie Murray-Harris fuori e i due cambi Morris+Beasley a dirigere e mettere qualche tripla, le cose sono lievemente migliorate. Un distacco in cifra singola non sarebbe però mai più riapparso: nel terzo quarto, con poco più di 4 mins da giocare, Denver tornava a -10, ma son bastati 100 secs suggellati da una tripla da 10 metri di Steph per rimettere tutto a +17. Infine la gara decisa dal Gallo: LAC vs OKC. Dopo una partita sempre sotto, OKC stava rinvenendo nel finale di gara, portandosi a -1 (107-108) a poco meno di 1 minuto alla fine. Un jumper di Gallinari uccideva virtualmente la questione, anche se ci sarebbe ancora stato bisogno del grande Sweet Lou e dei suoi liberi (40-7-5 con 4 rec) per la certezza. Partita davvero magistrale quella di Gallinari: 34-6-2 con 10/19 dal campo, 12/15 dalla carità e nel magro 15 pti da 5/16 al tiro di Paul George ci sono anche meriti suoi. OKC era al decimo back-to-back della stagione: vincere le gare consecutive è tipico delle squadre con la testa salda, ed infatti i Thunder ne han vinti solo 3, tra cui i primi due giocati; da metà Novembre in poi sono 1-7 nelle 2-in-2-giorni. Per finire: nel corposo carrello di talenti sacrifcati dalla gestione di Magic ai Lakers, giorni fa avevo lasciato indietro Zubac: ora nei Clippers viaggia a 9+7 e 1 stoppata per partita in 19 di impiego….