Otto gare nella notte NBA. O meglio, sette gare e una Royal Rumble. UNITED CENTER, CHICAGO: LA CLIPPERS 96 – CHICAGO BULLS 86
A 1:14 dalla fine del quarto periodo Noah ha messo un tiro libero: è stato il primo punto dei Bulls non segnato da Mirotic nel periodo finale. Avrete gia capito che la serata non è andata molto bene per Chicago. I Bulls prima della gara hanno dovuto rinunciare anche Taj Gibson e durante la gara hanno perso Butler, per un infortunio al gomito. Difficile vincere ritrovandosi quasi dimezzati, ed infatti la miglior partita di Mirotic non è servita ad evitare ai Bulls, decimati e pieni di ruggine in attacco, la sconfitta. La gara è stata dominata da DAJ: il lungo dei Clippers ha chiuso con 9+26, e un quasi decente (per lui..) 5/12 ai liberi. In tempi di diffuso Hack-a-DAJ è ovviamente importante la percentuale di Jordan ai liberi, anche se la regola NBA vieta quel genere di fallo negli ultimi 120 secondi. I Bulls hanno avuto un Gasol a metà (4+15) e i due soli uomini efficaci della panchina, Snell e Mirotic hanno segnato quasi quanto il quintetto base (42/44). Coach Thibodeau deve lavorare, e molto sull’aspetto offensivo del gioco. Nei Clippers tutto come al solito, in assenza di Griffin: ottimo DAJ, ottimo Paul (28-5-12), solito Crawford (16 pti).
TOYOTA CENTER, HOUSTON: CLEVELAND CAVS 103 – HOUSTON ROCKETS 105 (ot)
Kyrie non è riuscito a recuperare per Houston, LeBron sì. Houston sempre priva di Dwight Howard, ma, vedendo come si comporta la squadra di McHale senza il centrone, e considerando che Howard non è famoso per essere un leone, sono l’unico a pensare che i Rockets siano migliori senza DH? Partita leonina, anticipo di quelli che rischiano di essere playoffs e Finals con parecchio pugilato. Stanotte, uscendone più o meno indenni a livello disciplinare, James (37-8-4, ma 15/35 al tiro, e pessimo ai liberi) ed Harden (33-8-5, più efficace e lineare, anche se con 5 perse) , Beverley (12-5-5) e Thompson (14+19) hanno giocato un “thai boxe-basket” alla faccia dei grigi. Thompson che atterra Harden dandogli un and1 in ogni caso doloroso (e infatti La Barba sbaglia il libero); James che non permette a Beverley di rialzarsi e lo tiene giù imponendogli la manona (e altro) sul petto; Harden che, steso da James, gli molla un calcetto a pochi cm da dove avrebbe fatto malissimo; ancora LBJ e Harden attorcigliati braccia mani gambe a due metri dal grigio, con Il Prescelto che commette 4 volte fallo, e la guardia di Houston che ne fa almeno tre e un passi, senza che nulla venga chiamato. Questi son giocatori dalla personalità che definire “forte” è eufemistico, e se gli arbitraggi saranno spesso come quello di stasera, voleranno tanti contatti illegali nella postseason. Dal punto di vista tecnico, i Cavs avrebbero vinto ai punti, se LBJ non avesse infilato la peggior prova in carriera ai liberi, tirando 3-11, e sbagliando 7 degli ultimi 8. In particolare James ha fallito quelli che potevano dare la W o il pareggio a 4 secondi dalla fine del supplementare, dopo aver avuto il tiro della vittoria sul 98 pari al termine del quarto periodo. Oltre ai protagonisti citati, segnaliamo tra i Cavs un’altra notte non brillante al tiro per JR Smith, che tuttavia continua nel percorrere il personale new deal, fatto anche di impegno difensivo, mettendo a referto 4 recuperi e 10 rimbalzi; nelle fila di Houston colpiscono le prestazioni del Lituano (16-2-1, non ha perso il confronto con Love) e di Terrence Jones, giocatore in tutto simile a Tristan Thompson dei Cavs, utilizzato come “finto centro” e capace di 19+7 non uscendo praticamente mai (44 minuti sulle tavole).
SLEEPTRAIN ARENA, SACRAMENTO: PORTLAND TRAILBLAZERS 110 – SACRAEMNTO KINGS 99
Tanto dura la partita di Houston quanto soft questa. Portland ha messo subito un piccolo margine tra sé ed i padroni di casa, alternando sugli scudi LMA nel primo quarto (10 pti), e D-Lill nel secondo (altri 10), poi gestendo il margine fino alla seconda metà del periodo finale, quando una lieve accelerata ha dilatato il distacco fino al +11 di chiusura. Le due stelle dei Blazers hanno combinato per 57-19-9, ma a Portland si stanno un po’ preoccupando per la stagione deficitaria di Batum al tiro (anche stanotte un poco brillante 1/6). Per Sacramento priva di DMC e di Collison le note positive sono venute da Gay (24+8) e dal superveterano Andre Miller (12-2-10), mentre Karl, dopo aver detto che il rookie era un asset da valorizzare, ha panchinato Nik Stauskas in maniera definitiva da almeno 4 gare.
TD GARDEN, BOSTON: GS WARRIORS 106 – BOSTON CELTICS 101
Non erano pochi, ma erano troppo presto. I 26 punti che Boston era riuscita a mettere a un certo punto del secondo quarto tra sé e Golden State sono stati prima dimezzati (- 13 per Steph e compagni sul finire del terzo quarto) e infine cancellati con un ultimo periodo da 31-15 per i gialloblu. Non è la prima volta che Boston dilapida vantaggi consistenti contro squadre più forti, ma questa è la prova che tanking non fa parte del linguaggio bianco verde, e che, contemporaneamente, la squadra ha parecchie falle da riparare. Si prepara ad essere di nuovo caldo, questa estate, l’orecchio dove Ainge appoggia il cellulare o la cornetta. Dall’infortunio a Sullinger Brad Stevens ha spesso iniziato le partite con tre piccoli (Smart-Bradley-Turner) e due lunghi (Bass e Zeller), giocando senza sf di ruolo. Questo quintetto ha sorpreso i piccoli di GS, che però, prese le misure, sono tornati a colpire pesantemente il canestro: gli Spalsh Brothers termineranno con 57 punti. I Cletics perdono mettendo 6 uomini in doppia cifra e uno a 9 (Crowder, titolare anche di 17 rimbalzi). Warriors meno belli del solito, meno equilibrati del solito (solo 4 in doppia cifra, solo 16 pti dalla panchina), ma cmq non giocabili quando girano al loro pieno regime. Gigi Datome non ha giocato, ma vogliamo raccontare un cosa che racchiude la grandezza del giocatore itlaiano. A Boston Kobe Bryant non è certo amato, e il sentimento è condiviso anche dai tifosi meno accesi: bene, Gigi ha postato sul suo profilo fb un film dal titolo MUSE (coinvolgente, intenso, ma anche estremamente apologetico) protagonista ovviamente il Black Mamba, spendendo parole di ammirazione per il giocatore dei Lakers. Non il massimo per tempismo, ma grande anima, caro Gigi.
BANKERSLIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS: PHILADELPHIA 76ERS 74 – INDIANA PACERS 94
Gli inguaribili ottimisti ci hanno sempre creduto, e forse avranno ragione loro: Paul George a metà Marzo potrebbe davvero tornare dalla terribile frattura. Troverà che i suoi compagni gli stanno apparecchiando un inaspettato posto ai Playoffs. La strada è ancora lunga, ma al momento i Pacers sono la migliore squadra ad Est con il loro 8-2 nelle ultime 10. Stanotte non grande sforzo per battere i 76ers, onestamente. Ha fatto pasto grasso Roy Hibbert (14+15 e 5 stoppate), mentre nei Sixers nulla ha potuto, nonostante buone cifre, il filiforme Noel (10+12). Alla fine il migliore per Phila è stato probabilmente Covington, che è risultato il miglior marcatore dei suoi, perché quel viziaccio di metterla lo esibisce quasi sempre (12+3), indipendentemente da quanto sia disastrosa la serata della squadra.
AMWAY ARENA, ORLANDO: CHARLOTTE HORNETS 98 – ORLANDO MAGIC 83
Ambizioni (di playoffs) contro nessuna ambizione: si spiega così la partita tra Hornets e Magic. Pur non sapendo quando potrà tornare Kemba Walker, pur avendo messo a segno la probabile peggior scelta al Draft 2014 chiamando Vonleh (almeno per quest’anno, il ragazzo dopotutto ha ancora 18 anni), pur avendo incamerato la peggior mossa del mercato estivo mettendosi in squadra la testa matta Lance Stephenson, pur essendo partita in maniera disatrosa a Novembre….beh, Charlotte è ancora lì, in lotta per l’ottavo posto nella Eastern. Onore a coach Clifford e ai suoi ragazzi, che brillanti non sono, ma tosti sì. Stanotte hanno anche tirato al 50%, una specie di miracolo. Migliore tra i Calabroni eleggiamo Cody Zeller (16-8-3) ripresosi dopo un Gennaio/Febbraio davvero sottotono. Bene Oladipo per i Magic (21-2-5).
STAPLES CENTER, LA: OKC THUNDER 108 – LA LAKERS 101
Nelle NBA News di domenica mattina, dando la notizia dell’intervento chirurgico di Westbrook, avevamo detto che, nella sfortuna, i Thunder avevano almeno un calendario favorevole nel periodo di assenza di RW, dovendo incontrare sia Lakers che Philadelphia. Per ora siamo stati buoni profeti, perché, issandosi sulle spalle di Ibaka (18+14, e 3 stoppate) e Kanter (presto tornato da lieve infortunio con 16-15-5) e trovando qualcosa in più da ognuno, OKC ha espletato in maniera positiva la pratica-LA. J-Lin è anche sfortunato: spesso non gioca bene, e quando lo fa raramente è in coincidenza con una vittoria: stanotte 20-6-8.
PEPSI ARENA, DENVER: NO PELICANS 99 – DENVER NUGGETS 92
E’ vero che la gara è stata più equilibrata rispetto alle ultime terribili prestazioni dei Nuggets, ma questa constatazione va letta alla luce delle assenze nei Pelicans: Davis-Holiday-Anderson, ossia primo, terzo e quarto per produzione globale del roster. Come spesso diciamo riferendoci a lui: conferenza del professor Tyreke Evans (22-7-7) per NO, mentre a Denver bene il Gallo (21+8). Nel frattempo si è conclusa l’esperienza in Colorado di Victor Claver: dopo esser stato girato ai Nuggets da Portland nell’ambito della trade di Afflalo, lo Spagnolo, protagonista di una vicenda Datome-style, è stato rilasciato e si è accasato al Khimki, orfano del neo-Nuggets Jeoffrey Lauvergne.
Infine, in un inizio di anno davvero tragico per il basket USA, ricordiamo con la nostra passione per questo gioco la grande passione di Anthony Mason, scomparso due giorni fa per problemi cardiaci. Scelto al terzo giro, dopo aver giocato in Turchia e nella CBA, dal 1991 al 1996 fu roccia dei Knicks sotto Pat Riley, l’allenatore che gli diede tutto. Pare che il suo ultimo desiderio sia stato proprio poter un’ultima volta parlare con il suo allenatore.