Notte da 8 nella NBA, nessuna sorpresa quindi un po’ di tempo per parlare dei Lakers e di quello che dovrebbero rimpiangere.
Quando passò da DET a LaLa Land, Reggie Bullock aveva immaginato sicuramente di aver cambiato per il meglio. Invece i suoi ex compagni faranno i Playoffs con agilità e lui resterà a guardare la tele. Stanotte Lakers sconfitti senza grosse difficoltà dai Pistons a Detroit, ottavo ko nelle ultime 10, arrivato con James non in campo. “Not surprising” è stato definito in USA il riposo concesso a LBJ in back-to-back, ma non è sorprendente solo in relazione alla piega (o piaga?) che le cose han preso nei Lakers: in realtà è sorprendente. Sorprendente come in pochi mesi, dall’infortunio di Natale ad oggi, sia del tutto svanita la leggenda di James. E’ caduto il mito della sua indistruttibilità, è caduto il mito della sua onnipotenza fuori dal campo (è stato sufficiente il NO di un piccolo GM di una delle più piccole franchigie della NBA per mandarlo fuori di testa), è caduto il mito della sua onnipotenza in campo (nella vulgata, qualsiasi team, con lui, diventava immediatamente da Playoffs). Sono emersi altri fattori, del tutto evidenti ma nascosti dalla letteratura incensatoria nei confronti del Prescelto: è un pessimo, pessimo, PESSIMO compagno di squadra, e in certe condizioni la capricciosità di LBJ è capace di TOGLIERE dai PO qualsiasi team. Non fatevi ingannare dalle colonne sportive che tendono a deprimere i compagni ed esaltare James, nè dalle follie manageriali di Magic: i Lakers, senza LBJ, non erano affatto una brutta squadra e Luke Walton non è un incapace. Per ora basti ciò, presto un approfondimento sulla situazione attuale e sul futuro dei gialloviola. Tornando a Detroit, miglior Laker è stato Javalone McGee (20+13 con 3 stoppate), cui per i Pistons han risposto soprattutto Bimbone Drummond (19+23 con 2 stoppate) e il mio amato Galloway (23 dal pino con 4/4 da 2 e 4/6 da 3). Non lesinano sforzi, lealtà alla maglia e lealtà al Gioco i due protagonisti del confronto tra Hornets e Wizards, vinto da Charlotte in trasferta: parlo di Kemba Walker (eroico nel sopportare di non vincere mai negli Hornets, 28-5-4 con 3 rec e 1 stoppata) e Bradley Beal, cui va dato il Premio Stakanov, per i 45 mins (senza tempi supplementari…) giocati stanotte ad allungare la striscia di gare con 40+ minuti in campo, e anche la statistica delle gare con 40+ segnati (40-5-5 con 7/13 da 3). Anche 5 perse per Beal, ma perdonate. Distribuzione dei tiri complicata e necessariamente certosina a Philadelphia, che batte i Kings. 19 tiri Embiid, 16 Harris, 14 Butler, 12 Simmons e Redick: il centro va per 21-17-3 con 4 stoppate, ma il migliore è Jimmy-B con 22-6-7 e 2 rec, nonchè +20 di plus/minus. Butler e Harris (+19) sono gli unici due del quintetto base ad avere plus/minus positivo, gli altri 3 sommano -13. Non sono una favola i problemi di amalgama dei Sixers, e sono peggiorati dal fatto che tra gli starters almeno 3 ego sono davvero ingombranti. Da -23 nel primo quarto e -20 nella prima parte del terzo sono riemersi i Bucks, che alla fine hanno la meglio sui Miami Heat obbligandoli a 36 pti nel secondo tempo. Parte del problema è consistita nei dolori di Malcolm Brogdon e George Hill: le due guardie hanno giocato 7 minuti ciascuna; per Brogdon si è trattato di un tentativo fallito di provare a giocare sul problema al tallone che lo affligge da qualche tempo, per il veterano di un difficile ritorno dopo infortunio. Aggiungete l’indisponibilità di Divincenzo, e diventerà chiaro come sia stato necessario un po’ di tempo ai Cerbiatti quasi senza guardie per capire come venire a capo di Miami, che è imbottita di guardie e gioca uno smallball estremo. Necessario anche l’intervento dal pino di Ilyasova (15+5 con 3/5 da 3) e Connaughton (13+6 e tanta difesa). Inutile quasi menzionare lo Pterodattilo: 33-16-9 con 2 rec e 3 stoppate, mentre per gli Heat gran gara di Justise Winslow (20-2-5 con 2 rec e 1 stoppata), e bella prova corale, anche se incompleta: 7 in doppia cifra e uno a 9, entrambi i centri in doppia-doppia (Adebayo 10-11-5; Whitesid 14+11 e 3 stoppate). Passando ad Ovest: W faticosa di HOU vs i Suns, necessaria in assenza di CP3 la solita abbuffata hardeniana (41-9-11 con 6 rec e 3 stoppate); facile successo degli Spurs contro i peggiori Knicks della storia quanto a basket espresso: Beli da 12-2-3 e 1 rec, Aldridge 18+11; Lillard diventa il secondo nella scoring-list ogni tempo dei Blazers segnandone 24 per vincere a Nola dove continuano i riposini dell’altro grande sconfitto, per non dire umiliato, della stagione NBA: Anthony Davis. Infine 27 di Gallinari e 26 di Montrezl Harrell nella W di ClipperTown in casa contro Chicago: 128-121 il punteggio, bugiardo perchè i Clippers si sono di fatto riposati, vincendo nel solo momento in cui hanno acceso i motori (terzo quarto da 45-21) e gestendo con la bolla al naso il resto dell’incontro.