Otto gare nella notte NBA, entrambe in campo le due migliori squadre della Associazione, e gli avversari se ne sono accorti.
TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE: INDIANA PACERS 71 – CHARLOTTE HORNETS 80 (ot)
Percentuale di tiro dal campo e punti per partita: Indiana (27’ e 26’) e Charlotte (28’ e 25’) sono tra le peggiori squadre della NBA, e nonostante ciò il risultato dei tempi regolamentari e aveva lasciato attoniti i commentatori di NBAtv: 68 – 68 non è punteggio che in USA sia tanto facile da far passare come indice di partita tattica o con grandi difese. Entrambe le squadre hanno imbucato 2 triple, su 21 Indiana e su 15 Charlotte; la percentuale dal campo è stata del 35% per gli sconfitti e del 30 per gli Hornets, che hanno tirato 17 volte più dei Pacers grazie alla consueta parsimonia nel gestire i palloni (solo 7 perse, un dato sotto la doppia cifra che non è affatto episodico per loro), mentre Indiana ne ha buttati via 19. Per gli uomini di Vogel i migliori sono stati i veterani West (19-8-2) e Hibbert (12+14 con 6 stoppate), mentre a Charlotte, fuori il pilastro Kemba Walker, ci ha pensato Gerald Henderson jr. (20pti, un quarto del totale..) ma grande impatto hanno avuto anche MKG (9-16-3) e il nostro amatissimo Biyombo (8+14 e un tap-in molto importante nel 9-0 con cui Charlotte ha aperto il supplementare). Questo era anche il derby tra l’attuale e la precedente squadra del sempre agitato Lance Stephenson: lui resta sul mercato e alcuni dei vecchi compagni di Indiana, sulla scorta di rumors tuttora serpeggianti, hanno fatto sapere di non gradire particolarmente un suo ritorno. In ogni caso, stanotte Lance non ha demeritato: 13-4-2 in 20 minuti, anche se quasi la metà delle perse dei Calabroni le ha buttate lui..
THE PALACE, AUBURN HILLS: PHILADELPHIA 76ERS 89 – DETROIT PISTONS 107
E’ passato più di un mese da quando Kirilenko è stato scambiato dai Nets a Philadelphia: bene, il Russo ancora non si è presentato una volta a rapporto, e la sua nuova squadra lo ha multato, sospeso e ha segnalato il suo comportamento alla NBA. AK ha addotto motivi di famiglia relativi alla salute della moglie, e poi ha fatto trapelare di non essere assolutamente interessato a giocare per i Sixers. Le vie d’uscita sono parecchie, ma quello che è sintomatico della situazione dei Sixers, pur invidiata da molti quanto a potenzialità future, è che sono pochi quelli disposti a ogni tipo di trafila o trasferimento pur di calcare un parquet NBA (in altre parole: Gigi…..piuttosto che la D-League, Eurolega no?). Al contrario, nelle ultime 15 partite i Detroit Pistons sono la terza miglior squadra della NBA, dietro solo ad Hawks e Warriors, e sono in piena rincorsa-playoffs. Gli scalcagnati Sixers non potevano essere un ostacolo. Non lo sono stati, e questa è stata la gara magica di Kyle Singler, 20pti con 6/8 da 3, stellina della W propiziata dai soliti Monroe+Drummond (20+28 combinati…pochi punti a causa del 4/15 di Bimbone), ma forse il migliore per i Pistons è stato Tolliver, dalla panchina con 16+6…se si scalda anche lui i ragazzi di Van Gundy possono non solo agganciare i PO ma anche sperare in un passaggio del primo turno. Per Philly doppia-doppia del back-up center Henry Sims: 12+10 con 5/6 dal campo.
UNITED CENTER, CHICAGO: ATLANTA HAWKS 107 – CHICAGO BULLS 99
A volte, cari lettori, mi piacerebbe scambiare qualche parola con voi per verificare se condividete alcune sensazioni che provo nel guardare certe partite o certe squadre. Una sarebbe questa: avete fatto caso che quando sono al loro top gli Hawks giocano talmente bene da far sembrare gli altri (anche i Bulls, anche in partite comunque tirate come stanotte) degli sparring partners qualunque? Gente messa lì al solo scopo di far luccicare ancora di più i protagonisti? Soggettività a parte, Atlanta non perde da 12 gare, e sta coltivando all’interno del suo locker un record personale destinato, in caso di riuscita, a rimanere per parecchio nei libri: Kyle Korver potrebbe essere il primo a tirare col 50% (o più) sia da 2 che da 3 in singola stagione. Stanotte Korver ha tirato 7/9 da 3 e 8/10 totale, giocando in modo spettacolare in transizione, e oltre a 24pti ha preso anche 6 rimbalzi. Horford a 22+9 e Teague a 17+11ass hanno dato buon sostegno. Chicago ha avuto D-Rose a soli 2 rimbalzi dalla tripla doppia (23-8-10): continua a far fatica al tiro (8/22) ma pare in miglioramento nella confidenza con cui approccia le partite. Solito monumentale Gasol (22-15-3) che parte da centro per l’assenza di Noah; rotazioni assai ridotte, solo 8 uomini, per coach Thibodeau, ma va anche detto che aveva solo 11 uomini disponibili.
TOYOTA CENTER, HOUSTON: GS WARRIORS 131 – HOUSTON ROCKETS 106
Provate a considerare questa partita nella sua scansione per quarti di gioco, e fatelo mettendovi nei panni di Houston: squadra forte, contender senza dubbi, ma con la necessità di perfezionare ancora gli inserimenti di Smith e Brewer. Nel primo quarto la miglior squadra della NBA ve ne segna 31 (partenza da 124 su 48 minuti, quindi) ma voi riuscite a fare altrettanto. Nel secondo quarto: altri 33 e voi, più o meno, tenete botta con 28. Intervallo: è certo che dobbiate registrare qualcosa in difesa, ma dentro di voi sperate anche che loro mollino un po’. Come no: 38, e voi ora crollate segnando solo 21 punti, per la semplice ragione che siete umani, molto più umani di quelli lì. “Quelli lì”, gli Warriors, partiti per farne 124, alla fine ne segnano 131, e voi uscite a testa bassa. Ma con la convinzione che quando giocano in quel modo i discepoli di Kerr siano letteralmente inarrestabili. Dei 12 discepoli, appunto, la metà è andata in doppia cifra e gli Splash Brothers hanno scritto, da bravi fratellini, 27+27. Houston ha avuto una serataccia da 4/15 per Harden (e la difesa di Klay Thompson fa davvero onde ormai nella Associazione), così che il migliore è stato Dwight Howard (23+10).
BARCLAYS CENTER, BROOKLYN-NY: WASHINGTON WIZARDS 99 – BROOKLYN NETS 90
I lunghi USA dei Nets (Plumlee-KG-Lopez) hanno nettamente subito da quelli di importazione (Gortat-Hilario-Seraphin) di Washington, con il brasiliano in particolare evidenza (20-6-2). Gara pari invece tra le guardie, anzi: il migliore del match è stato probabilmente la pg di Brooklyn Jarrett Jack (22-4-8). Gara tipica dell’Est, brutta, sporca e cattivella, ma in tutte le prove dei Nets ormai si è infilata la doppia incertezza derivante dal fatto che quasi tutta la squadra è sul mercato e che il proprietario, il magnate russo Prokhorov, ha manifestato la netta intenzione di vendere. Aspettiamoci un discreto movimento a Brooklyn nelle prossime settimane.
FEDEX FORUM, MEMPHIS: PORTLAND TRAIL BLAZERS 98 – MEMPHIS GRIZZLIES 102
Con quella di stanotte Portland infila la terza sconfitta consecutiva, mentre Memphis incamera la quarta W in fila. Volendo essere estremamente sintetici, i Blazers hanno giocato in tre: LMA (32+9), Matthews (25 confermandosi grande tiplista) e Lillard (23-6-6, ma ha avuto bisogno di ben 26 tiri infilandone 9). Al contrario, Memphis ha avuto tanto da più uomini e dalla panchina, dalla quale il neo-arrivato Jeff Green si è alzato per 17+5. Sempre dalla panchina è stato spostato in quintetto Beno Udrih, che ha sostituito più che bene Conley, mettendosi a referto per 17-7-3, ma soprattutto è stato perfetto dal campo: 7/7. Zach Randolph 20+15 e Gasol 15-8-6 con 3 stoppate: un tabellino di rara completezza. Le cifre totali di squadra direbbero di una supremazia dei Grizzlies che non si è completamente tradotta sul campo e nel punteggio a causa delle troppe perse (saldo negativo di 10 mentre Portland è andata in pareggio) e del bombardamento ossessivo da 3 dei Blazers, che ha fruttato un margine di +15 nella specialità, impedendo a Memphis di prendere il largo.
PEPSI ARENA, DENVER: MINNESOTA T’WOLVES 113 – DENVER NUGGETS 105
Questa stella inizia non solo a brillare, ma anche a fruttare vittorie. Stiamo parlando di Andrew Wiggins, che ha faticato più dello sfortunatissimo Jabari Parker a trovare il ritmo-NBA (anche perchè i T’Wolves son molto peggio dei Bucks), ma da fine Dicembre è praticamente sempre andato oltre i 20 e ha guidato da primissimo violino i suoi a questa vittoria in trasferta, la quarta sulle sette totali della franchigia. La Prima Scelta Assoluta del 2014 ha detto 31+9, nella partita in cui Hummell ha scritto 15+13 e Young 22-6-5, ma tutti gli otto uomini schierati da Saunders hanno fatto il loro dovere: davvero una di quelle rare partite in cui non esistono note stonate. Denver ha mostrato invece la sua faccia più sbandata, eccellendo nelle prestazioni delle pg Lawson (22-3-7) e Nelson (16+4 ass in 19 minuti), mentre è stata deficitaria in tutto il resto, finendo a 5 partite di distacco dalla quota play-offs.
SLEEPTRAIN ARENA, SACRAMENTO: LA CLIPPERS 117 – SACRAMENTO KINGS 108
Se vi dicessi di non guardare il punteggio ma di indovinare chi ha vinto con l’informazione che DMC non ha giocato, azzeccarci sarebbe ancora più facile che leggere. Non è stata tuttavia una passeggiata per i Clippers. A metà si era sul 52 pari. Essendo costante l’apporto di Blake Griffin, anche stasera 30-5-5, la variabile decisiva è stata la prestazione di Matt Barnes, che ai 26 punti abbina 10 rimbalzi, miglior Clipper della gara. Paul tira malissimo contro uno che lo conosce bene e sa come limitarlo: Darren Collison (17-3-4) è stato il suo cambio fino allo scorso anno e ha condotto CP3 verso quella che forse è stata la sua peggiore in stagione. Jason Thompson ha provato con successo (23+22) a sostituire Cousins (caviglia, era in panchina ma non è stato rischiato da Corbin), ma sui 48 minuti è mancato un po’ di gioco interno ai Kings, che hanno oltretutto tirato abbastanza male da fuori e da 3.