Undici le gare disputate la scorsa notte nella NBA. Toronto si aggiudica la sfida contro i Grizzlies, che vedeva di fronte le migliori di Est ed Ovest, LBJ ed i suoi cadono nuovamente in casa, stavolta al cospetto degli Spurs; vittoria di lusso per i Lakers, che sbancano Houston grazie ad un ispiratissimo Bryant.

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DeRozan e Lowry, protagonisti nel successo Raptors sui Grizzlies, festeggiano al termine della gara.

Toronto Raptors – Memphis Grizzlies 96-92

Grandi intrecci nella serata dell’Air Canada Center di Toronto: quella tra Raptors (9-2) e Grizzlies (10-2) non era solo la sfida tra le due squadre con il miglior record nelle rispettive conference, ma anche il ritorno di Vince Carter nella città di cui è stato simbolo per anni nella NBA, per non parlare della sfida tra Lowry e Conley, il primo ex-play di Memphis per due stagioni e mezzo, ceduto dalla franchigia del Tennessee nel 2009 per far spazio al secondo, divenuto da allora point-guard titolare. Nonostante l’infermeria piena a causa di un virus intestinale, che ferma Allen, Lee, Udrih, Koufos e Leuer, gli ospiti riescono a giocarsela alla pari con Toronto fino alla fine, appoggiandosi al frontcourt come al solito eccezionale, con Gasol e Randolph capaci di mettere 40 punti, 4 assist e 30 rimbalzi in due; gli ultimi 1’25” sono però tutti firmati Lowry, che infila i 4 punti decisivi con cui i Raptors si aggiudicano l’incontro.

Toronto: DeRozan 21 punti, 10/22 dal campo, 4 assist – Memphis: Gasol 22 punti, 4 assist, 12 rimbalzi; Randolph 18 punti, 18 rimbalzi (8 offensivi).

Indiana Pacers – Charlotte Hornets 88-86

Nella serata che vedeva il ritorno ad Indianapolis di Lance Stephenson, i Pacers (5-7) battono gli Hornets (4-8) grazie al lay-up decisivo di Solomon Hill, che è il più reattivo sul tiro corto di Stuckey. Non bastano a Charlotte i 28 punti di Jefferson e l’ottima prova di “Born Ready”, che ne mette 10, con 7 assist e 8 rimbalzi, sfiorando la tripla doppia; per Indiana protagonista Hibbert, con 18 punti e 11 rimbalzi.

Orlando Magic – Los Angeles Clippers 90-114

I Clippers (6-4) fanno loro la prima di una striscia di 7 gare consecutive lontano dallo Staples Center, grazie alla grande prestazione dei panchinari, i quali portano alla causa ben 60 punti; per i Magic (5-8) solite ottime prestazioni di Tobias Harris (25 punti) e Nikola Vucevic (19 punti + 14 rimbalzi), esclusi loro il resto è ben poca cosa.

Philadelphia 76ers – Boston Celtics 90-101

Ancora a secco di vittorie i 76ers (0-11), che cedono il passo nell’ultimo periodo ai Celtics (4-6) della coppia Bass (23 punti) – Sullinger (22 + 9 rimbalzi); Phila ha come uniche certezze Tony Wroten, che ne mette 21 con 7 assist, ed il solito Carter-Williams, 11 punti, 5 assist e 6 rimbalzi, al quale però è richiesto un passo ulteriore che possa alzare il livello di un team in crisi.

Washington Wizards – Dallas Mavericks 102-105

I Mavs (9-3) rovinano la festa per il ritorno di Bradley Beal (21 punti) tra le file dei Wizards (7-3); grande prestazione di Monta Ellis, che con i suoi 34 punti tiene a galla Dallas, fino agli ultimi istanti con un Nowitzki sottotono. Ad 1’20” dal termine, Dirk si sveglia e piazza la tripla del +5 che indirizza la gara.

Brooklyn Nets – Milwaukee Bucks 118-122 dopo 3 O.t.

Una vera e propria battaglia quella in scena alla Barclays Arena tra i Nets (4-7) ed i Bucks (7-5) dell’ex-coach di Brooklyn Jason Kidd. I padroni di casa incassano la quinta sconfitta consecutiva cadendo dopo ben 3 tempi supplementari; poteva bastare un solo overtime, ma Knight clamorosamente fallisce il sottomano della vittoria sulla sirena del primo supplementare dopo aver rubato palla a Joe Johnson. Al termine è lo stesso play di Milwaukee a sigillare il successo per i suoi con i liberi del +4 finale.

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Non basta ai Cavs la doppia doppia di Varejao, 23 punti + 11 rimbalzi, alla Q Arena vincono gli Spurs di TD.

Cleveland Cavaliers – San Antonio Spurs 90-92

La sfida della Q Arena metteva di fronte gli “Old Big Three” di San Antonio (7-4) ed i “New Big Three” di Cleveland (5-5), troppo debole la difesa dei secondi per resistere al team che gioca a pallacanestro in maniera ordinata e cervellotica come nessun altro. Nonostante le assenze (Beli su tutti), l’orribile prestazione di Parker, gli Spurs la portano a casa con Duncan protagonista assoluto, con 19 punti e 10 rimbalzi; James, 15 punti con 6/17 dal campo, 9 assist e 6 rimbalzi, ha colpe sul possesso decisivo, sul +2 San Antonio, nel quale perde palla e lascia la possibilità di contropiede a Ginobili. I Cavs cadono nuovamente in casa dopo la sconfitta con i Nuggets di due sere fa, anche se con tutte le attenuanti del caso: appare ovvio infatti che si tratti ancora di un gruppo di giocatori, non sicuramente di una squadra; sta a David Blatt il compito di riuscire a plasmare un team che, sfruttando le grandi potenzialità dei propri individui, possa mettere paura alla Lega.

Cleveland: Varejao 23 punti, 11 rimbalzi; James 15 punti (6/17 dal campo), 9 assist, 6 rimbalzi, 5 palle perse. – Spurs: Duncan 19 punti, 10 rimbalzi.

Detroit Pistons – Phoenix Suns 86-88

Ancora un Bledsoe determinante nel finale nella sfida che permette ai Suns (7-5) di battere a domicilio i Pistons (3-8), la guardia di Phoenix ne mette 18, con la penetrazione decisiva che sancisce il sorpasso ospite nell’ultimo minuto. Detroit era riuscita a rientrare nel finale dopo una gara vissuta all’inseguimento degli avversari, sulle ali degli ottimi Jennings, 19 punti e 7 assist, e  Monroe, 18 punti e 12 rimbalzi.

Minnesota Timberwolves – New York Knicks 115-99

Crisi nera per i Knicks (3-10), che cadono anche sul parquet di Minnesota (3-7), tornata alla vittoria dopo 5 sconfitte di fila; tra i padroni di casa, privi di Rubio, Pekovic e Young, si riconferma Kevin Martin, 37 punti con uno strepitoso 7/11 da 3, che fanno da seguito ai 34 rifilati ai Mavs nell’ultima gara. A NY non basta il solito Anthony da 20 punti, stavolta coadiuvato da Stoudemire (19 punti): i Knicks appaiono sempre più allo sbando, la statistica che impressiona di più è quella relativa alle palle perse di squadra, ben 23.

Denver Nuggets – Oklahoma City Thunder 107-100

Continua il momento positivo dei Nuggets (4-7, 3 vinte nelle ultime 4), che ringraziano un ottimo Chandler, 21 punti e 9 rimbalzi, supportato da un’altra prova convincente di Ty Lawson, 15 punti e 15 assist, ma devono registrare l’ennesima gara incolore di un Gallo apparso nuovamente in difficoltà, solo 4 punti in 20′ giocati, con 1/5 dal campo (tutti da 3); l’impressione è che, oltre a dover recuperare dall’infortunio, questo ruolo disegnato da coach Shaw per Danilo, che lo relega di fatto ad essere un tiratore dal perimetro, non sia l’ideale per un giocatore in fase di convalescenza, e che nelle ultime vere prestazioni nella NBA, prima del lungo stop per il problema al ginocchio, ha messo in mostra numeri e capacità da star della Lega. I Thunder (3-10) sono sempre più ultimi ad Ovest, l’incredibile serie di assenze sta condizionando fortemente la stagione di Oklahoma, che può consolarsi solo con un Ibaka da 22 punti e 13 rimbalzi.

Houston Rockets – Los Angeles Lakers 92-98

I Lakers (3-9) sfruttano l’assenza di Howard tra i padroni di casa e si risollevano dal fondo della classifica, sfruttando la verve di Bryant (29 punti, 10/28 dal campo, 7 assist) e di Wesley Johnson (9 punti, di cui 5 negli ultimi minuti) per concludere con un parziale di 12-1 che gli permette di battere Houston (9-3); Harden con 24 punti e 7 assist è il migliore dei suoi, supportato solo da Papanikolaou, che ne mette 19, di cui 16 nei primi due periodo.

(fonte foto: www.nba.com/raptors, www.nba.com/cavaliers)