La domenica NBA vede la terza vittoria stagionale di Philadelphia, che potrebbe anche raggiungere NY e DET ferme da tempo a 5. Phoenix è ancora nona ad Ovest, ma lotta e vince in trasferta a Washington.AIRCANADA CENTER, TORONTO: NY KNICKS 108 – TORONTO 118
Melo ha scritto 28, e potrebbe esser stata la sua ultima recita per un po’. Dato che per NY a questo punto vincerne due o tre in più o in meno conta poco, Anthony potrebbe (autonomamente?) decidere di prendere qualche partita off per riposare le ginocchia. La gara non ha avuto storia, e si fanno strada dubbi su quali e quanti giocatori siano veramente con D-Fish e Phil Jackson nel seguire il nuovo corso Knicks. Se Anthony si metterà in lista infortunati, andrà a tenere compagnia a Stoudemire e JR Smith. Partita senza storia, e pretese di NY ridotte al minimo: ciononostante Dalembert trova il modo di farsi espellere per un flagrant, una gomitata malissimo camuffata in faccia a Valanciunas a gioco fermo nel posizionamento per una rimessa. Non volendo parlare sempre di Lowry, diremo che questo è stato il match della rinascita per Terrence Ross: la talentuosa ed esplosiva ala di Toronto veniva da un periodo non proprio positivo, ma ritrovare il quintetto per l’assenza di Fields lo ha stimolato ad una prova molto positiva. Per lui 18+3.
QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND: MEMPHIS GRIZZLIES 91 – CLEVELAND CAVS 105
Per i Grizzlies le grandi dell’Est sono un po’ indigeste. Dopo una sconfitta lottando contro Chicago, ne arriva una stando sempre sotto contro Cleveland. A parte i primi minuti, il divario è sempre stato in doppia cifra, e anche al massimo della loro reazione, gli Orsi non sono mai arrivati più a contatto che di 7-9pti. Big Time Show di LBJ con doppia-doppia agli assists (25+11), e idem per Irving (17+12). I 23 assists messi insieme dai due aumentano grazie ai compagni fino a 34: essendo stati 46 i canestri segnati dai Cavs, significa che il 74% delle realizzazioni di Cleveland è arrivata da assistenza, a testimonianza che quando giocano da squadra questi Cavs sono una bella macchina. Fatto l’elogio si trova anche un neo: i soli 9 tiri totali di Love, che mette a referto un 8+8 abbastanza misero, facendo riflettere sull’equilibrio interno ai Big3 di Cleveland. Per Memphis bene Gasol: 23-11-5. Per gli altri, che han giocato tutti e 11, prestazioni sotto la media, salvando Vincredible che ha messo 12 tirando 5/6 da 2pti.
SLEEPTRAIN ARENA, SACRAMENTO: LA LAKERS 101– SACRAMENTO KINGS 108
Quando è che questa versione dei Lakers può vincere? Quando e finchè Kobe miracoleggia e quando e finchè qualcuno comunque lo assiste. Per tre quarti le due cose sono accadute, soprattutto grazie a Nick Young (26+5 from the bench), poi pianpiano sia Bryant che i suoi volenterosi assistenti (anche 10+5 da Ed Davis e 8+9 da Hill, ma con ben 12 tiri..) si sono spenti, e Kobe ha dovuto mettere nel conto, oltre ai 25pti, anche 9 palle perse e 22 tiri sbagliati tra cui un’umiliante stoppata di Gay su una tripla. Per Sacramento, che ha fatto davvero un po’ di trambusto durante le ultime settimane (litigate, cambio di allenatore:ora in panca sta Tyrone Corbin che l’anno scorso ha allenato a Utah vestito da grandine sulle vigne..vedremo) DMC ha detto che lui è tornato come era prima: 29+14 e 3 stoppate. I Kings hanno avuto 97pti su 108 dal quintetto, in cui spiccano anche le prove di Gay (24-3-6) e soprattutto di McLemore (23+8).
AA ARENA, MIAMI: BOSTON CELTICS 84 – MIAMI HEAT 100
No Bosh, no Wade. Sì, invece, i tre nuovi di Boston arrivati da Dallas. Risultato: una delle più brutte partite della stagione NBA finora, e sconfitta un po’ umiliante per i Celtics al completo contro i resti degli Heat. Il migliore dei biancoverdi è stato il centro Tyler Zeller che in 25min ha segnato 22, mettendoci anche 8r e 2 stoppate. Il peggiore in campo il (solito) Avery Bradley che dopo il 1/11 della scorsa settimana ha scritto un bel 2/10. Negli Heat si è assistito alla rinascita, almeno momentanea, delle guardie Chalmers e Cole (combinati hanno messo 26pti e 14a) e alla miglior prova della appena iniziata carriera dal rookie Ennis: il prodotto di Long Beach State U. ha dato ai suoi 16+8, e messo a segno anche una schiacciata in tap-in da podio della NBA Top10 settimanale. Dei tre nuovi di Boston il peggiore la pg Nelson, cui vorremmo suggerire anche un giro da un dietologo, ingiudicabile Crowder usato solo 7min, non inguardabile Brendan Wright. I soli 5 minuti di gioco concessi da Brad Stevens a Brandon Bass mettono il giocatore sulla trade-chair, e anche Jeff Green è molto chiaccherato come possibile partente.
BARCLAYS CENTER, BROOKLYN: DETROIT PISTONS 105 – BROOKLYN NETS 110
Che nemmeno i vittoriosi Nets siano in un bel momento si capisce dal fatto che i Pistons hanno avuto nei polpastrelli di Caldwell-Pope la tripla per pareggiare e mandare tutti all’OT. Sbagliata. Questa era la sfida tra due dei centri di Coach K. in Team USA ai Mondiali dominati in Spagna. Le cifre dicono parità: Drummond 18+20, Mason Plumlee 21+12, ma la vittoria ai punti la daremmo al bianco da Duke U. perché era stato panchinato dal suo coach a favore di Brooke “mi infortuno sempre e dappertutto” Lopez, con una scelta che si sta rivelando davvero pestifera. Simile perspicacia vorremmo attribuire a Van Gundy per continuare a non far giocare Datome in questi Pistons che sono 5-23 e non stanno andando da nessunissima parte. Nei Nets, assente D-Will, buona prova di Jarrett Jack con 15pti e 10a.
AMWAY CENTER, ORLANDO: PHILADELPHIA 76ERS 96 – ORLANDO MAGIC 88
Si diceva che Orlando potesse trarre vantaggio da avere finalmente un buon numero di partite in casa, ma ha iniziato il periodo malissimo, perdendo la prima e riperdendo la seconda, e contro i 76ers, i quali, peraltro, le loro 3 W le han messe assieme in trasferta. Partita divertente tra due delle formazioni più giovani della Lega, decisa dai 9 rimbalzi in più che Philadelphia ha catturato. Orlando parte mettendo Fournier in panca e Elfryd Payton in quintetto, ma il bimbo da Lousiana-Lafayette festeggia con uno 0/7 solo in parte compensato dai 5r e 6a. La panchina di Orlando è un altro dei motivi della sconfitta: a parte il “retrocesso “ Fournier (16pti) solo 4pti da Mo Harkless, e STOP. Buona notizia il ritorno, per quanto inutile, ad alti livelli di Oladipo (23-3-3 e anche 3rec). Migliore per Philadelphia MCW (21-4-6) ma buone notizie anche da Noel che ha giocato al pieno del potenziale (13+12) e da Covington che in una sera di tiro non eccezionale si è dato anche ad altro, prendendo 10 rimbalzi e segnando in ogni caso 11pti.
VERIZON CENTER, WASHINGTON: PHOENIX SUNS 104 – WASHINGTON WIZARDS 92
Vittoria in trasferta netta dei Suns a Washington. Phoenix è stata trascinata da Bledsoe, che ha vinto il duello con John Wall tra due delle pg più totali della NBA. L’uomo dell’Arizona dice 17-9-3, quello della capitale non risponde abbastanza forte: 14-5-8. Per i Wizards serata orribile al tiro, 41% contro il 51 degli avversari. In cima ai rumors lo spot di sf di Washington: considerato che il grande PP ha una certa età e spesso evoluisce anche da stretch-4, che il giovane Porter non sta sbocciando abbastanza e che non si può prevedere fino a quando continueranno gli impronosticabili miracoli dell’altro veterano Butler, dai Celtics Jeff Green potrebbe raggiungere il suo antico capitano The Truth. Per Phoenix sei uomini in doppia cifra ed uno a 8pti: apprezziamo appunto la solidità senza fronzoli di Alex Len, 8+8.
TARGET CENTER, MINNEAPOLIS: INDIANA PACERS 100 – MINNESOTA TIMBERWOLVES 96
Se penso che persino Damien Rudez gioca 5 minuti per Indiana, mi arrabbio ancora di più per la situazione in cui sta Gigi Datome. In generale, liberato lo spogliatoio dal turbolento Lance Stephenson, coach Vogel sta facendo fronte molto bene all’infortunio di Paul George, e a quelli di tutti gli altri del suo attuale quintetto, che ad inizio stagione in pratica esisteva solo in infermeria. Indiana è una squadra solida, che difficilmente si lascia scappare le W che sono alla sua portata, come questa a Minneapolis. Dopo aver infuocato le tre settimane iniziali di Dicembre, Rodney Stuckey si è fermato ieri, ma a trascinare i Pacers ci ha pensato un CJ Miles stellare (28pti in 32 minuti e 18 tiri), aiutato da un finalmente positivo Hibbert, che forse riuscirà a bloccare la sua involuzione: per il centrone giamaicano 15+8 e 4 stoppate. Minnesota ha avuto i soliti Rubio e Pekovic fuori, e sta assistendo ad un momemto decisamente nero di Andrew Wiggins. Il migliore è stato l’unico veterano della squadra, Mo Williams a 24+10a.
CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKLAHOMA CITY: NO PELICANS 101 – OKC THUNDER 99
La rincorsa ai playoffs dei Thunder si blocca in casa in una ennesima partita senza Durant: ora OKC è tornata a due sconfitte di distanza dall’ultimo spot utile. Al KO ha contribuito, nonostante il suo tabellino da 29-5-8, Russell Westbrook, che perde 6 palloni…SEI….compreso quello che darà a New Orleans il contropiede che fissa il risultato finale. Westbrook avrebbe il potenziale per essere il miglior giocatore della Lega, ma deve affinare le sue scelte, dicendola morbida. Probabilissimo MVP in un futuro non troppo lontano sarà di certo il Pelican Anthony Davis, che ha tiranneggiato la Chesapeake Arena (quella dell’originale del motto “…and the crowd goes BANANA”) con 38-12-2 tirando 16/22 e ringraziando sentitamente coach Brooks di OKC quando come mastino gli metteva il povero Kendrick Perkins, o meglio: quello che resta di lui e delle sue ginocchia. Il confronto di rapidità e mobilità e attenzione alle cose che accadevano sul parquet è stato spesso imbarazzante, oltre ogni dire, per il povero Perk, ma non era solo colpa sua, anzi.