Demar Derozan aveva segnato il 22 febbraio con il cerchiello rosso dopo essere stato scambiato per Kawhi Leonard e aver dovuto abbandonare Toronto dove era cresciuto come uomo e giocatore arrivandovi poco più che ventenne, scelto da USC. Rimanendo in Canada dai 20 ai 30 aveva costruito il proprio gioco fino a diventare una star e uno dei primi 15 giocatori della NBA. Il tributo dei fans di Toronto alla celebrazione di uno dei giocatori fondanti della franchigia (con Lowry, Vince Carter e Chris Bosh) è stata commovente. Al primo TO della gara è apparso sul tabellone centrale del palazzo il videotributo di ringraziamento e l’operazione è durata 5 minuti costringendo anche ad allungare il timeout. DMDR non era l’unico ex Raptor presente in campo: Jacob Poeltl è arrivato con lui nello scambio di quest’estate, ma sono stati rettili anche Rudy Gay e Marco Belinelli. Il Beli ha iniziato molto male, 2 perse e 0/5 al tiro, poi ha proseguito benissimo: il suo score dice 21-6-2 con 7/15 quindi potete fare la differenza tra come ha iniziato e come ha proseguito la gara. Dopo 8 minuti di primo quarto Toronto aveva sparato 11 triple mettendone dentro 5, San Antonio 4 con 1 bersaglio. Gli Spurs avevano un terzo dei tiri da tre, filosofia di gioco diversa anche se il particolare equilibrio dell’attacco di Toronto è stato una delle chiavi della W. I Raptors, ad esempio, han terminato il primo quarto con 14 tiri da 2 e 14 tiri da 3, imbucandone rispettivamente 3 e 6: benvenute triple, dunque, col pitturato tanto ben sigillato da SA. In the Paint ha trovato grosse difficoltà Marc Gasol: un po’ bersagliato dai refs (3 falli in 6 mins) ma soprattutto perchè ora che è in una squadra da Anello deve trovare l’intensità e la forma che aveva perso a Memphis, dove giocava da baby pensionato scegliendo le partite in cui impegnarsi. Nelle cattive % di Kawhi e Ibaka (12/36 combinato) è emerso ancora Pascal Siakam (22 con solo 10 tiri e 2 rec). DeRozan ha giocato una gara commovente anche per il tasso di oldschool: nessun tiro da tre, 23 con 7/12 e 9 lunette senza sbagliare. Purtroppo non sufficiente a coronare con la W il cerchiello sul numero 22 di febbraio.
L’altra grande gara era ad OKC dove arrivava Utah. Bisogna ammettere, mi ripeto, che Russell Westbrook ci sta provando, anzi questa gara potrebbe essere una pietra miliare della stagione, per lui e per i Thunder. Non solo il 43-15-8, ma anche % decenti (15/29 con 6/13 da 3 e 7/10 dalla carità), tanto costrutto e attenzione: pur nell’ambito dei soliti errori di eccessivo protagonismo l’ho visto perfino aspettare il taglio del compagno lungo la linea di fondo e servirgli la palla appena uscito sull’angolo, cosa probabilmente mai accaduta negli ultimi due anni; aiuta certo che il compagno sia PG13, aka The Revenant, aka Paul George, che da stanotte è il mio candidato del cuore allo MVP stagionale. Il problema di OKC in questa gara infinita, bisognosa di 2 supplementari, sono stati i rimbalzi offensivi. Non tanto il totale (14), ma il fatto che negli ultimi sei minuti dei regolamentari quasi tutti i possessi dei Jazz sono stati raddoppiati da un reboff. Resistere e rimontare da una situazione del genere non era semplice: i Thunder ci sono riusciti, dimostrando solidità e coscienza di sé davvero da Titolo, anche perché questa squadra trae linfa più dalla difesa che dall’attacco, essendo abituata a grandi passaggi a vuoto offensivi causati dal dipendere da due giocatori. Il primo supplementare è stato quello pericoloso per i Thunder, che han perso in sequenza Ferguson e Westbrook per falli, ma sono usciti dall’ansia delle mancanze con una tripla di Nader alla prima boccia toccata appena entrato per RW. Il finale è stato al cardiopalma, concluso da un’invenzione (floater dal cerchio inferiore tratteggiato della lunetta) di George (45-9-7 con 17/31 dal campo, e troverete molto pochi di quei 14 errori a partire dal quarto periodo..). Vanificata la grande prova di Derrick Favors, che nei regolamentari non ha mai sbagliato (9/9 e 4 lunette su 4) finendo con 24+11 e 3 stoppate, 10/11 dal campo.
FFWW per le altre gare: WAS soccombe agli Hornets nonostante i 46 di Beal perchè Kemba ci mette 27 pti e 11 ass; Monociglio continua a fare il fighetto deluso per il mancato approdo a L.A. e con mal di schiena forse vero forse no gioca solo 20 mins nel KO di Nola a Indianapolis; Bulls e Pistons vincono: il Toro Markkanen 25+11 e DET rinforza il posto 8 nella Eastern con ora una gara piena di vantaggio su Miami; i T’Wolves fanno i predoni al MSG dove i Knicks fan colletta di record in materia di sconfitte in fila: sono 17 di seguito nel glorioso impianto, la gara è però memorabile perchè si tratta della prima persa in 3 anni da Karl-Anthony Towns, coinvolto la notte prima del match in un incidente stradale: essendo cosa off-basket non deve attraversare il lungo NBA concussion protocol se non per scelta, ma se avete dubbi su chi comprare tra Towns e Davis pensate anche al rapporto costo/partite giocate; 30 di Harrell e 23 del Gallo per guidare i Clippers sopra Memphis, infine W di Denver vs Dallas, ma mancato confronto tra i due migliori europei della NBA: Doncic out per un piccolo problema alla caviglia.
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