La foto dell’articolo non è sbagliata. La presente stagione NBA, con poche eccezioni, è letteralmente sottosopra!
I risultati di stanotte sono buona conferma. Cominciamo con Dallas, dove allena uno dei pochi coach che possono reggere il genio di Brad Stevens: Rick Carlisle. Carlisle è un ex: era parte della formazione (i Celtics 1985/86) che fino al rientro in campo di DeMarcus Cousins potrà essere ancora per un po’ la più forte di tutti i tempi, e quando gioca vs Boston ha sempre un piacere particolare nel vincere. Privo all’ultimo momento di Dennis Smith Jr per un infortunio (leggero) al polso, coach Carlisle ha pensato di sfruttare l’assenza a proprio vantaggio, andando a colpire la peggiore (tra le molte attuali) pecca dei Celtics: la difesa di Kyrie Irving. Ecco dunque il quintetto altissimo, grazie al fatto che Mr. Basketball Luka Doncic in realtà E’ una pg: insieme a lui, in un back-court che è una muraglia, Wes figlio di Wes e Finney-Smith. La fisicità e l’atletismo di questo quintetto dei Mavs era mirata a creare quanti più problemi ai Celtics proprio in relazione alle carenze difensive di Kyrie, mai stato un mastino ma quest’anno davvero inaccettabile nel NON impegno in difesa. A questo proposito da bravo nerd ho preparato la relativa analisi delle 20 gare finora disputate, stay tuned. Boston KO da subito, e seri, per non dire gravi, pensieri devono per forza passare per la testa del GM Danny Ainge, non abituato a poltrire sulle situazioni. DeAndre Jordan 14+13 (è Al Horford il secondo problema di Boston), e continua la maledizione di Marcus Smart: quando segna e tira bene da 3 (19 con 3/4) i Celtics hanno più o meno il 70% di sconfitte. Altro sottosopra: la W di CLE vs HOU, con i Cavs per la prima volta capaci in stagione di due successi in fila. Per Houston riposava Chris Paul, dopo l’OT di ieri vs Detroit: uno dei misteri dei 160 MM in 4 anni dati a Paul è che ha bisogno di riposarsi per evitare infortuni, ma si sa che si infortunerà lo stesso. Come Boston, anche Houston ha gravi problemi di difesa nel reparto guardie, con o senza Paul: stanotte ha pasteggiato il rookie Collin Sexton (29 col 67%), aiutato da Clarkson (20 col 50%) e dalla prova orgogliosa finalmente di Tristan Trevor Thompson (16-20-2 con 4 rec), mentre Korver aggiungeva 3/3 da 3, impresa che ormai gli riesce meno che in passato ma sempre in agguato. Rockets 74 tiri: 39 da 3 (il 52% del totale), 46 dalla sola coppia Harden-Gordon (il 62% del totale). Tra OKC e Denver il risultato non un è sottosopra, ma lo sono la letteratura che ancora circonda Russell Westbrook e le dichiarazioni post-gara di Paul George. RW, da quando è tornato, ha interrotto di fatto la bella chimica che in sua assenza la squadra aveva raggiunto (5 vinte 1 persa), è evidente che pensa di essere proprietario del gioco, che ha una visione tunnel del Gioco, che peggiora i compagni, che non è un playmaker, e in più quest’anno sta tirando malissimo i tiri liberi (64%) e peggio che mai da 3 (a Novembre 7/37 per il 19%, stanotte 1/12). Nonostante ciò Paul George ha commentato così la sconfitta: “stanotte a Russ è andata storta, ma ha dimostrato di poter essere hot da 3”. Reticenza e sconvolgimento della verità sono la norma nel regno di don Rasello Vesbrucco. Inoltre, come per Boston-Kyrie e Houston-Harden, non è un caso che i danni più gravi siano stati inferti dalla pg di Denver, Jamal Murray (22-8-8). I Nuggets hanno obbligato OKC ad un primo half da -21, resistendo poi grazie anche ad un ottimo Jokic, capace di fae gara più o meno pari (16-6-5) contro il centro che per lui è probabilmente l’avversario peggiore, viste le rispettive caratteristiche (banalizzabili in: la bella e la bestia): Steven Adams (12+14). W contro-classifica e contro-tendenza quella di Washington in casa vs Nola: ai Pels però oltre a Payton mancava anche Monociglio (splendidamente sostituito dallo splendido Julius Randle: 29-15-7), ben venga questo brodino per gli Wizards, che, agevolati dalle controprestazioni di tante squadre dell’Est, sono a sole due sconfitte dall’ottava, dunque in corsa per i PO, nonostante tutto. Bene Otto Porter: 29-7-4 con 12/15 dal campo di cui 3/4 da 3; Bradley Beal mai uscito dalle tavole: 45 mins per lui, con gara contenuta, senza eccessi, di grande completezza: 7/15 per 18-6-8 con 1 rec e 3 stoppate: per lo MVP preferiamo lui a Porter. Visitando Chicago con i suoi T’Wolves, ovvio, Tom Thibodeau visita anche tanti ricordi, ma preferisce uscirne senza fare sconti e vince quello che le polemiche estive sui “TimberBulls” hanno fatto diventare una sorta di derby. Zach LaVine (ex-Minnie) è commovente (28-8-4 e stagione da 25-5-5 finora) ma Towns (35-22-6) e Derrick Rose, ex-Bulls (22 con 13 tiri partendo dal pino) lo sono di più, e D-Rose era anche commosso. Un filo di sconvolgimento delle regole sta anche nella W casalinga di GS sui Kings: il punteggio, 117-116, dice di come questi giovani Re guidati dal sapiente Joerger stiano in realtà sconvolgendo le gerarchie della Western Conference, in cui penultimi sono i Jazz, pronosticati a ben altri traguardi; SAC invece è ottava e ha 2 sole sconfitte in più dei primi, gli Warriors appunto. La gara è stata segnata dall’urlo di KD (44-12-7) e di Klay (31) che hanno voluto ruggire per zittire le polemiche e le assenze. Steph infatti NON è tornato dopo il Ringraziamento, e a questo punto è probabile che le 3 settimane diventino 4 o 5, mentre Dray-G e il suo alluce dovrebbero tornare prima. Nei Kings prova a vuoto (la prima dell’anno) per Fox: ci hanno pensato Hield (28-7-3 con 4/6 da 3), il rookie Bagley che si è sbloccato dopo un inizio disastroso (20+17 dal pino) e anche Harry Giles (10-2-4 in 11 mins con 4/5 dal campo), che ogni volta che mette le ginocchia in campo e in moto rinnova un miracolo e fa crescere i rimpianti su cosa sarebbe potuto diventare se…La risposta (come la Fine di Rex Stout) è nota: sarebbe diventato Chris Webber. Ho lasciato in ultimo la splendida, ma non sottosopra, gara tra Spurs e Bucks in Wisconsin. Cerbiatti vincenti nella sfida tra Antetokounmpo (34-18-8 con 16/20 dalla lunetta, e Pop imbufalito per come il Greco viene arbitrato) e DeRozan (34-4-7, nessuna palla persa) e tra due formazioni divise in maniera decisa dal livello fisico/atletico, in maniera più sottile dal talento generale dei due roster, e unite da una eccellente solidità. Quella dei Bucks sta diventando un monito non solo per la Eastern Conference, ma per la NBA tutta. In particolare il salto di qualità è e sarà nel rendimento di Eric Bledsoe (20-4-10 con 2 rec): buono per i giochi facili e da poco, il giocatore sta diventando costante e redditizio anche nei confronti di alto livello: per esempio nelle 3 gare di Nov vs SA-POR-GS ha media di 21-5-7 con 20/24 da 2; se saprà davvero completare e mantenere la trasformazione saranno guai per tutti. Bene il Beli (12-2-3), compensato però dall’altra parte dalla prima gara di livello per Sterling Brown (11-2-2 con 3/4 da 3) uno che in Europa farebbe il vuoto, potrebbe giocare tutti i ruoli da 2 a 4: 197 cm x 106 kg usciti da Southern Methodist.