11 partite nella notte NBA, con vittorie di Hawks, Cavs, Warriors e un’importante successo esterno sia per i Raptors a Washington che per i Clippers a San Antonio.

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS: SACRAMENTO KINGS 99 – INDIANA PACERS 94
In trasferta i Kings interrompono la serie perdente. Il loro eroe, per una vola, non è DMC, ma Rudy Gay, che segna 31pti con un percorso perfetto ai liberi (11/11). Cousins fatica al tiro ma aggiunge alla causa 20+19. Indiana trova una pessima serata nel tiro da 3, con CJ Miles e George Hill che combinano per un 3/17 davvero orribile. Non ci sono aprticolari segnali di vita nemmeno da Hibbert (11+7) e allora sacramento ha via libera nonostante dalla panchina arrivino solo 11pti e 7 rimbalzi.

AMWAY ARENA, ORLANDO: DALLAS MAVS 108 – ORLANDO MAGIC 93
Questa verrà ricordata come la partita della ginocchiata in faccia che Rondo si è involontariamente preso dal compagno Richard Jefferson. Bad Hit per la pg ex Celtics, uscito e non più rientrato: presumibilmente, dopo esami clinici, starà fuori un paio di partite. Provvidenziale, in un certo senso, questo infortunio, occorso proprio nella settimana in cui sono usciti un paio di studi statistici che evidenziano come l’arrivo di RR non abbia particolarmente migliorato i Mavs, anzi. Ma è in ogni caso materia per coach Carlisle. La resistenza di Orlando non è pervenuta: doppiati nel primo quarto, quasi doppiati nel secondo. In assenza di RR è tornato a banchettare Monta Ellis (25-2-13), mentre per Orlando solite big stats per Nikola Vucevic (17+16), che però andrebbe visto in un contesto vincente, per conferme davvero probanti.

VERIZON CENTER, WASHINGTON: TORONTO RAPTORS 120 – WASHINGTON WIZARDS 116 (ot)
Subendo un quarto finale da 16-31 i Raptors stanotte hanno concesso a Washington (con una tripla di PP a 25 secondi dal termine) di agguantare i supplementari in una partita in cui i dinosauri son sempre stati sopra, anche di 10 a 5 minuti dalla sirena finale. Grande sforzo di Wall (28-8-12, a fine partita lamenterà una fortissima emicrania che lo rende incerto per la prossima gara), Beal (26-3-4) e dell’immortale Pierce (19-5-2), ma finale di overtime in pieno controllo per Lowry (23-3-3) e Williams, autore di un paio di circus-shots davvero importanti (19-1-5 con 3 recuperi). Tira male ma continua il suo programma di rientro DeRozan, a soli tre assists dalla tripla doppia (15-10-7). Importante vittoria esterna, questa dei Raptors, che hanno impedito ai Wizards di agganciarli al secondo posto della Eastern Conference.

PHILIPS ARENA, ATLANTA: PHILADELPHIA 76ERS 85 – ATLANTA HAWKS 91
Nelle annate anche solo normali, queste sono aprtite maledette, che le sqaudre di vertice perdono contro quelle derelitte. La vittoria in volata di stanotte dei primi contro i quasi ultimi dice una volta di più che potrebbe essere un anno magico epr gli Hawks. Paura passata solo nell’ultimo minuto, quando una tripla di Schroeder spariglia e porta Atlanta sopra 88-85. La difesa e Teague faranno il resto. Philadelphia reagisce bene alla notizia di aver perso per la stagione (lesione al crociato) Tony Wroten, uno dei migliori finora: Noel 11+10 e MCW 13-8-6 i migliori per i Sixers. Atlanta invece, irretita da una gara a basse percentuali, trova i migliori nel citato Schroeder (15-5-6) e in Horford (23+11). Ora la striscia vincente, la più lunga di sempre nella storia della franchigia, degli uomini di Budenholzer è arrivata a 19, e continuano a guardare tutta la NBA dall’alto.

THE PALACE, AUBURN HILLS: HOUSTON ROCKETS 101 – DETROIT PISTONS 114
Arrivando a Detroit priva di Howard per il prolungarsi dei problemi al ginocchio destro, Houston non pensava di doversi spaventare anche per un incidente ad Harden (26-7-9): ricadendo da un terzo tempo, La Barba si è fatto male al ginocchio sinistro, ed è rimasto fuori per tutto il resto del secondo quarto, riemergendo però intatto dagli spogliatoi nel terzo quarto. Magistrale partita di Motieiunas (21-4-3), contro due degli avversari più tosti al momento: Bimbone (11+16) e Monroe (19+12) hanno giocato da par loro, ma il vero capolavoro, decisivo per la W di Detoit, è arrivato dalle guardie dei Pistons. Kentaviuos Caldwell-Pope (da ora e per sempre KCP) e DJ Augustine hanno prodotto rispettivamente 28-5-4 e 28-2-12, tirando complessivamente un ottimo 18/34, comprensivo di 7/13 da 3. I Pistons continuano la loro caccia ai playoffs, ora sono due partite e mezzo distanti da Charlotte, che si batte molto bene, peraltro.

FEDEX FORUM, MAMPHIS: OKC THUNDER 84 – MEMPHIS GRIZZLIES 95
Non so se siano più sorprendenti partite ai 69 punti da parte di squadre come Denver o gare agli 84 per formazioni come i Thunder. D’accordo l‘atmosfera playoffs; d’accordo la breve ma già assai virile rivalità tra le due franchigie, ma l’accumulo di certe percentuali (il 35% scarso di OKC, il 37% di Memphis) rende perplessi e non credo, vedendo le gare, possa essere riportato solo a merito delle difese. In particolare, OKC butta a mare un’infinità di palloni, e gestisce istericamente almeno la metà dei possessi, rendendo normale la forzatura e episodico il gioco di squadra. Stanotte, per esempio, il saldo recuperi/perse è stato di 0 per Menmphis e di -12 per i Thunder, il che, insieme ai 7 rimbalzi in meno, ha costretto gli uomini di Brooks a prendersi ben 14 tiri in meno degli avversari, e con percentuali peggiori. Alla luce di questi dati gli 11 punti di scarto, pur in una gara a punteggio medio-basso, non sono affatto tanti, e dicono come il talento e le occasioni non vengano gestiti bene dai Thunder, staff compreso. Di questo passo diventa difficile agguantare i PO. Per le prestazioni singole: Randolph 21+18 e Gasol 15+12 a Memphis, Ibaka 13+10 e KD 15-7-4 per OKC.

TARGET CENTER, MINNEAPOLIS: CLEVELAND CAVS 106 – MINNESOTA T’WOLVES 90
Al minuto 42 era ancora una gara in parità. Poi la difesa dei T’Wolves è implosa e sono esplose le triple dei Cavs. Il ritorno a Minnesota di Kevin Love (14+17) è stato abbastanza emozionante, meno gratificante per il Grande Bianco il confronto tra la sua partita e quella del bimbo che è arrivato al suo posto a Minneapolis: Andrew Wiggins ha giocato con la tigna dei grandi, e ha messo insieme una partita davvero eccellente, mostrando da che parte andrà il futuro: 33pti e 4 recuperi, 14/25 al tiro compreso un bel 3/4 da tre, signori, la stella non solo è nata, ma scalcia parecchio. La risposta della stella del presente, LBJ, è arrivata con 36-6-5, ma anche un paio di inutili facce cattive mostrate al rampollo di Kansas, sintomo di paura e tra i motivi per i quali LBJ non sarà mai una star universalmente amata come MJ o AI. Soliti 13 rimbalzi per Tristan Thompson, che però vorrebbe fare più di due tiri per partita, poveraccio…Dopo i bassi toccati tra fine Dicembre ed inizio Gennaio, ora Cleveland è alla decima vittoria in fila, e rimonta nella graduatoria della Eastern.

BRADLEY CENTER, MILWAUKEE: PORTLAND TRAILBLAZERS 88 – MILWAUKEE BUCKS 95
Lillard-Matthews-Aldridge (56pti per i tre) contro una squadra da 7 in doppia cifra e un settimo con otto punti. La gara sta tutta qui, ed è un implicito complimento al lavoro di Jason (coach of the year?) Kidd. Era anche la sfida tra due delle più esplosive pg della lega: Lillard e Knight, due che dirigono il traffico, segnano da fuori ma schiacciano nel traffico come pochi sanno fare. Il duello personale lo ha vinto Lillard (19-5-9), anche se entrambi hanno tirato davvero male. La differenza l’hanno fata i loro compagni, e in particolare spicca la perdurante “assenza nella presenza” di Batum (solo 5-7-4 in 37 minuti). Dudley (18-6-2) e Mayo dalla panchina (17-7-1) hanno dato grande contributo ai Bucks, che si sono giovati di una gara molto solida dalla meraviglia greca: 10+10 per Antetokounmpo.

PEPSI CENTER, DENVER: CHARLOTTE HORNETS 104 – DENVER NUGGETS 86
Bambini da tener fuori, nelle previsioni almeno, dal Pepsi Center: si affrontavano le due squadre capaci delle peggiori prestazioni nei tempi regolamentari della stagione: 68pti gli Hornets, 69 i Nuggets. BRRRRRRRR. Vincono comodamente i Calabroni, coi Nuggets, sempre più allo sbando, che segnano 30 nel primo tempo. Piccolo schiaffo di Shaw a Gallinari (15-4-2): nella peggiore partita dell’anno il coach concede al Gallo il minutaggio migliore dell’anno, non tanto per totale minuti ma per continuità in campo. Hornets, tra l’altro, privi di Kemba Walker, che non tornerà prima di tre o quattro partite. In ogni caso, Charlotte è 7-3 nelle ultime 10 partite, è ottava ad Est con Miami nel mirino e dietro deve temere solo i Pistons, perchè Brooklyn pare in smobilitazione totale, e i Celtics non hanno la necessaria continuità per agganciarli. Dando un’occhiata ai tabellini, a Denver, detto di Gallinari, segnaliamo 10+9ass di Lawson, mentre Charlotte ha registrato una grandissima gara di Zeller (21+8 con 10/11 al tiro) e di MKG (17+13).

AT&T CENTERM, SAN ANTONIO: LA CLIPPERS 105 – SA SPURS 85
Dominio Clippers a San Antonio, nella fattispecie dominio di Blake Griffin (31-13-5). Partita mai esistita, per gli Spurs ha giocato solo Kawhi Leonard (24+5 con 3 recuperi e nessuna persa) in pratica. Dunca-Parker-Ginobili racclgono una figurazzia da 18 pti in tre con 6/22 al tiro, e qualche segnale di insofferenza soprattutto vs coach Pop. I Clippers fanno giocare tutti e oltre alla gara di Blake segnaliamo quella di DAJ, a 8+19.

ORACLE ARENA, OAKLAND: PHOENIX SUNS 87 – GS WARRIORS 106
Dopo un paio di battute a vuoto riprende il Warriors-beat. Ne fanno le spese, con un ventello sulle spalle, i Phoenix Suns. Era una sfida tra due dei più utili giocatori della lega: Green per Golden State e Tucker per i Suns. Recito i tabellini di questa gara a colpi di concretezza. Green: 9-11-5, 1 reupero, 2 stoppate 3 perse; Tucker: 7-9-1, 5 recuperi, 1 stoppata, 1 persa. I due giocatori, per colpa più di Tucker che di Green, non fanno 4 metri in due, eppure incidono come pochi nelle loro formazioni. Venendo ai lustrini, gran partita di Leandrinho Barbosa (14 con 7/11) tra gli Warriors e del gemello Markieff (17+11) per i Suns.