5 gare nella notte NBA, e spunti interessanti da ciascuna di esse: seguitemi.
ORACLE ARENA, OAKLAND. OKC THUNDER 90 – GS WARRIORS 126
Kevin Durant al primo meeting con la sua ex squadra ha avuto due tipi di vita: una facile, nel gioco (39+7 con 7/11 nelle triple, alcune in pieno stile-Steph); una molto meno, tra parole e minirisse verbali. I suoi ex compagni non gli hanno risparmiato alcuna forma di trash-talking, e KD a volte ha risposto (soprattutto a Enes Kanter), a volte ci è passato sopra. Quel che conta è che gli Warriors hanno vinto, hanno inferto la prima sconfitta ai Thunder e si sono ripresi la vetta della Western Conference, che prima era di OKC. Fino a metà del secondo quarto la gara è stata equilibrata, alla fine del medesimo periodo la cifra dello svantaggio Thunder era 25. Ouch! La caratteristica degli Warriors, poterti demolire in un lasso di tempo tanto breve da non consentire reazioni né recuperi, pare essere intatta, ed anzi aumentata di intensità dall’arrivo di KD. Le magagne difensive e la poca profondità del roster possono essere consolatorie per gli avversari, cionondimeno bisogna possedere una solidità davvero non comune per resistere agli sprazzi di GS. E dopo i 24 segnati vs Portland, Ian Clark, da noi definito un “carneade-chiave” per le fortune della bay Area, ha dato un’altra buona prova (8+3 con 3/5) dopo la gara perfetta vs i Blazers (5/5 da 2, 3/3 da 3). Un giudizio su quelli che ormai anche i commentatori di NBA.tv chiamano Westbrook Thunder non può che essere negativo stanotte. Devono trovare equilibrio tra tutto ciò che viene fatto da Westbrook (20-6-10) e quel che devono fare gli altri. Alla Oracle bene Oladipo (21+3) e Domantas Sabonis (13-6-3), che ruba per la seconda volta minuti a Kanter (solo 3’ in campo), il quale infatti ha avuto molto tempo per provocare Durant dal pino.
QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. BOSTON CELTICS 122 – CLEVELAND CAVS 128
Di come una gara da 250 punti e 180 possessi offensivi (95 Celtics, 85 Cavs) possa essere stata anche un defensive effort parleremo un’altra volta. Per questa volta ci limiteremo a dire che l’assenza di Horford e Crowder ha limitato i Celtics tra fine secondo e inizio terzo quarto, quando Stevens ha dovuto ricorrere a giocatori non abituati a ruoli di rilievo o ad altri che vi sono abituati, ma erano stanchi per i minuti in più. Tuttavia, facendo appello al patto interno allo spogliatoio secondo il quale “se sconfitta deve essere, che sia inferiore ai 10 pti”, i Celtics hanno sorpreso i Cavs e hanno rimontato, ma son rimasti corti. Cleveland come Boston gioca molto con le triple, e una sequenza di 3 volte Kyrie e una volta JR ha infranto la partita ad inizio terzo periodo. Prima gara ad alto livello per Shumpert (15-3-2) e primo show da predestinato, quale probabilmente è, per il rookie dei Celtics Jaylen Brown (19-5-2 con 3 rec e partenza in quintetto al posto di Crowder). Tra le cose che possono far sorridere Brad Stevens nonostante la sconfitta, quindi: Jaylen, che sia avvenuta in assenza di due pezzi del quintetto, e infine che sia giunta in una gara in cui, a pari perimetralità (32 triple i Celtics e 34 i Cavs) e nonostante i ricordati 10 possessi in più, Boston ha tirato 15 liberi in meno dei Cavs. Spazio per migliorare ce ne è, per tutti.
AA CENTER, ORLANDO. SACRAMENTO KINGS 94 – ORLANDO MAGIC 102
I Kings in Florida perdono per la quarta volta in stagione ma sempre lottando. -39 totale nelle 4 sconfitte, una delle quali in OT, è dato da squadra battagliera, e non da squadra-vergogna quale molti temevano potessero essere quest’anno. Ancora Gay (16-2-2) e DMC (33-7-4) sugli scudi, ma nel basket NBA odierno se tiri solo 80 volte vincere è difficilissimo a meno di % favolose, e diventa improbo se meno del 25% di quei tiri (18 stanotte) è da 3. I nostalgici possono piangere e protestare, ma questa è la realtà, ed è una realtà in cui molte le squadre (Cavs, Boston, Warriors, Blazers), utilizzano concetti anni ’50 o ’60 come la mezza ruota sovietica o il centro-boa passatore da post alto. Rimembrare troppo gli anni ’70/’80 è in molti aspetti inutile, perché il gioco di oggi dipende da quello di ieri e di esso si nutre, e non ha senso demonizzarlo, mentre sarebbe meglio analizzarlo, conoscerlo, riconoscerlo. Tornando alla gara di Orlando, ennesimo garone del Francese: 29 con 10/15 al tiro, supportato dal redivivo Jeff Green (15+3).
BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. INDIANA PACERS 107 – MILWAUKEE BUCKS 125.
Gara fatta di strappi, in cui due tirate dei Bucks portano in doppia cifra abbondante di vantaggio gli uomini di Kidd. Pareva essere proprio una serata in cassaforte dal momento che per due volte le parole “good defense” si erano appostate a fianco del nome “ Greg Monroe”, una roba che fareste bene a guardare con gli occhiali da eclisse. Poi uno strattone di orgoglio dei Pacers li riporta a -7 a circa 4’ dalla fine (100-107). Lotta? No, naufragio, perché da quel momento Milwaukee reagisce con un altro tiro da 18-7, e buonanotte…anzi kalinukta, per dirla con il Grande Grosso Pterodattilo Greco, che sotto al cuscino mette 27-7-9 old school, senza triple. A quelle hanno pensato, per esempio, Jabari Parker (4/6 da 3, 27-8-3) e Thon Maker, il rookie-maravilla, finora molto incostante e nemmeno troppo impiegato, che in 6’ infila entrambi i tiri tentati, due triple dall’alto dei suoi 213 cm. Pacers sempre sulle spalle di George (23+4) e CJ Miles (19-3-2 con 3 rec e nessuna persa), mentre Teague ancora non è padrone della squadra, e ha un rapporto assists-palle perse non buono, molto inferiore ai suoi standards (stanotte 6 assists e 4 sassi nello stagno).
TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. DENVER NUGGETS 102 – MINNESOTA T’WOLVES 99
Troppo belli e inconcludenti. Troppo show e poca cattiveria. Troppi specchi e poco trattore. I T’Wolves seminano ma ancora una volta non passano a raccogliere. Eppure potevano averla in mano tranquillamente questa gara, iniziata nel migliore dei modi grazie ad un KAT da 14 nel solo primo quarto (32+14). Thibodeau forse dovrà davvero rispolverare i metodi più che rudi di cui è capace, e forse, persino lui in qualche modo soggiogato dal tanto talento a disposizione, vi si è avvicinato in maniera troppo leggera. Diamine..uan squadra del genere deve perdere al massimo 20-25 gare in stagione, e non avere un bilancio di 1-3 dopo un paio di settimane di RS. Stanotte hanno avuto la palla per agguantare l’overtime ma la tripla di Bielica ha fatto dentro-fuori. Noi eleviamo alte le nostre grida gioiose per Danilo Gallinari, top scorer e finalmente con % di tiro deventi (19-5-2 con 6/9). Lo accompagna nell’eccellenza il suo vecchio compagno di trade e di sfortuna negli infortuni: Wilson Chandler a 19+6.