Otto le gare NBA della notte: tra le squadre che, ad Est come ad Ovest, stanno lottando per la post-season solo i Suns perdono.
SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS: MEMPHIS GRIZZLIES 89 – NO PELICANS 95
I Mempihs Grizzlies concludono nel modo peggiore la settimana in cui sono apparsi alcuni studi sulla loro diminuita efficienza offensiva dall’arrivo di Jeff Green (che curiosamente stanotte ha infilato una delle sue migliori prove in attacco: 20-4-3). Di certo il parquet dei Pelicans, così come quello di tutte le franchigie impegnate nella corsa alla postseason, è uno dei peggiori da visitare al momento. Altrettanto vero che il 5-5 dei Grizzlies nelle ultime 10 li collochi in un momento di forma non eccelsa; non va dimenticato che ultimamente, anche se non contro NO, Joerger aveva dato molti minuti in campo alla sua second unit, soffrendo al contempo di infortuni e assenze varie che hanno coinvolto Conley, Allen, Udrih, Randolph. Dopo aver perso contro i Celtics in maniera inaspettata, i Pelicans hanno “rimbalzato bene” (alla ESPN questo modo di dire è diventato virale..) e la carica è arrivata ovviamente dai soliti due: Davis (23+10 e 5 stoppate) ed Evans (23-3-7). Bella anche la prova di Asik (7+11, e 3 stoppate), che ha picchiato per bene Marc Gasol (gioco fisico che lo Spagnolo non sempre accetta e contrasta), tenendolo sotto alla doppia cifra sia per punti che per rimbalzi (8-7-6 e 5 stoppate) . Una W davvero meritata per NO, che era andata al riposo lungo sotto in doppia cifra, sapendo limitare, nei due conclusivi periodi, a soli 39 punti i Grizzlies. La tripla decisiva è stata sganciata da Eric Gordon: la terza su cinque della sua prova.
QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND: PHOENIX SUNS 79 – CLEVELAND CAVS 89
Considerando la sconfitta subita da LBJ e compagni la notte scorsa contro Atlanta le speranze dei poveri Suns di uscire vincenti dalla QL Arena erano quasi nulle fin dall’inizio. Per capire che partita difensiva sia stata messa in opera dai Cavs vi fornisco un dato: i Suns hanno vinto 27-9 il quarto periodo, e hanno lo stesso perso di 10. Una delle curiosità della gara è stata il vedere in campo Earl Barron in maglia Soli. Il nostro semisconosciuto eroe era stato firmato dopo la trade dead-line, ed ha visto stanotte il quintetto per l’assenza di Alex Len. La sua caratteristica principale è quella di aver visto in 12 anni di carriera la bellezza di 9 formazioni NBA, 6 della D-League e 5 Campionati in giro per il mondo (tra cui quello italiano: ’08-’09 con la Fortitudo Bologna): un uomo, una valigia. Trovando Phoenix senza centri, i Cavs hanno insistito nel giocare coi lunghi, e alla fine Mozgov (19+4) si becca la palma di MVP e Thompson (15+12) gli sta immediatamente dietro. Las tres estrellas (nella NBA è la Settimana Latina..) hanno pensato a supportare i compagni e il game plan di Blatt; a un certo punto James, per far vedere che non era colpa sua ma di fattori esterni se stava tirando malissimo (6/16 alla fine), si è tolto la fascetta dalla testa, e in effetti dopo ha segnato. Sorrisi dei compagni in panchina…I Suns si allontanano ogni sera di più dai Playoffs. La combinazione Bledsoe-Knight non gira granchè, e stasera i due hanno anche combinato per 7/24 al tiro. Da notare che dall’arrivo di Knight stanno vistosamente diminuendo i minuti in campo per Gerald Green, che l’anno scorso era stato forse il migliore tra i Suns, e che è di certo uno dei leaders dello spogliatoio.
AA ARENA, MIAMI: SACRAMENTO KINGS 109 – MIAMI HEAT 114 (ot)
Hassan Whiteside fuori scavigliato, e i Kings con DMC (27+17) e Gay (27-8-5) ne approfittano bene, raggiungendo un solido +15 nel terzo quarto, trovandosi ancora a +10 prima dell’ultimo periodo. A quel punto viene fuori l’orgoglio del Campione: Wade (28-4-4) segna e crea, e porta Miami al supplementare. Non staremo qui a questionare sul fatto che Cousins, sul tap-in che poteva dare la W allo scadere ai Kings, sia stato palesemente falleggiato. Overtime di proprietà Heat, e vittoria per Dwayne. Uno dei canestri decisivi, ancora una volta da quando è divenuto uno dei nostri personaggi NBA preferiti, è stata una tripla di Walker, l’uomo che ora si chiama Henry ma una volta Bill. Altro protagonista assoluto per Miami è stato il bianchetto Tyler Johnson, uno che non esce spesso dall’anonimato, ma quando lo fa si sente (stanotte 24-6-6, ricordiamo per esempio un 27-9-4 contro i Celtics).
MSG, NEW TORK: INDIANA PACERS 92 – NY KNICKS 86
NY quasi scoreless dopo la parità a 83 con tre minuti da giocare. I Pacers si vogliono prendere i Playoffs e passano sopra, con qualche difficoltà, ai Knicks. Bargnani (21+5) tira 10-14, ma Shved+Hardaway jr. 5/24, e, dal momento che i Knicks non sono una suqadra dalle molteplici opzioni offensive, si può solo commentare che ci hanno provato e che all’inizio del quarto periodo erano sopra di 3. David West (14+11) e Stuckey (17-3-4) i migliori per Indiana. In panchina, sia Vogel che Paul George (ovviamente ancora in borghese) sorridono…
WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA: ATLANTA HAWKS 84 – PHILADELPHIA 76ERS 92
Qualche settimana addietro gli Hawks avevano già provato a perdere contro Phila, rimediando nei minuti finali. Stanotte Budenholzer ha dato riposo alla caviglia di Antic..ok. Alla forma complessiva di Carroll…ok. Ha dato riposo totale a Korver non convocando…ok…? E infine ha pensato di tenere buonobuono inattivo sul pino anche Millsap….un po’ troppo. Contemporaneamente nei Sixers si svegliavano le capacità a rimbalzo e di reattività difensiva di Noel (11+17 con 5 recuperi), e la vena realizzativa di Hollis Thompson e Mba’a’Moutè (19 per entrambi). Il risultato è stata la sconfitta degli Hawks un po’ smarriti, con solo tre uomini in doppia cifra; Phila ne metteva 6 in doppia cifra, uno a 9 pti, e uno dei due scoreless dei Sixers, il Turco Aldemir (dal Galatasaray…ma coach Ataman a che pensava invece che tenerlo in campo 40 su 40?), prendeva 8 rimbalzi e mollava 2 stoppate.
TARGET CENTER, MINEAPOLIS: PORTLAND TRAILBLAZERS 113 – MINNESOTA T’WOLVES 121
Portland fallisce la prima senza Wes Matthews. L’avversario era facile, ma non quanto era stato fino al 20 febbraio. Non è il rendimento, ma la presenza: l’arrivo di KG ha mutato tutto al Target Center e dintorni, senza dimenticare che solo pochi giorni prima del ritorno di Garnett i T’Wolves avevano potuto riprendere in roster gli infortunati Rubio (13-8-15) e Pekovic (11+8). Per non parlare della prolungata assenza a cui era stato costretto per Dicembre e buona parte di Gennaio anche Kevin Martin(29-6-2). I Blazers (con un grande D-Lill, 32-7-8) hanno tirato bene (49% totale, 51 da 3): sono cifre con cui di solito vincono, ma Minnesota ha tirato molto meglio (54% totale, con il 57 da 3, ma su soli 7 tentativi). Insomma, l’energia dei T’Wolves ha avuto la meglio, e si vedono brevi sprazzi di quel che la franchigia del Minnesota potrebbe produrre in futuro con tutto il talento giovane che ha in roster.
BRADLEY CENTER, MILWAUKEE: WASHINGTON WIZARDS 85 – MILWAUKEE BUCKS 91
La W dei Bucks ha un nome: Khris Middleton (30+9, career high per punti). Oltre al 6/9 da 3, è stato decisivo, insieme alla freddezza dalla lunetta di Bayless, segnandone 8 nel finale punto a punto. Washington è in grande difficoltà: 2-8 nelle ultime 10, e ottavo stop in fila in trasferta. Potrebbero venire superati al quinto posto della Eastern proprio dai Bucks, se le due squadre continueranno con i ritmi attuali. I Bucks erano partiti molto bene: 30 punti nel primo quarto, +11. Wizards in grado di recuperare con un 24-14 nel terzo quarto. Nel periodo peggiore dei suoi, coach Kidd trovava energia e punti da Chris Johnson, appena firmato con un decadale, uno dei migliori tra i giocatori che fanno la spola NBA/D-League, visto con profitto lo scorso anno per metà stagione ai Celtics, ma di nuovo retrocesso nella lega di svilupo a causa di una Summer League disastrosa. Una delle ragioni del rendimento attuale dei Wizards, oltre alla stanchezza evidente, è l’assenza prolungata, ma forse al termine, di Beal, ingigantita dalla seconda parte di stagione di Rasual Butler, decisamente inferiore alla prima.
PEPSI CENTER, DENVER: HOUSTON ROCKETS 114 – DENVER NUGGETS 100
Tramortiti da un 63-45 tra secondo e terzo quarto i Nuggets non riescono a colmare il divario tecnico che li separa dai Rockets, però non sono la squadra alla sbando che erano prima del benservito dato a Brian Shaw. Certo il loro 13-18 casalingo grida vendetta. Stanotte hanno brilato Chandler (26-5-2) e Foye (20-2-7), malino Gallinari (11-5-2, ma 3/15 al tiro..). Seratina in ufficio per Houston, illuminata dai 24 pti di Brewer (8/10 da 2) e dai 19 di Ariza.